Pupi Avati a Perugia ospite de "I Giovedì della Capitale". Regista per un bacio mai dato - Tuttoggi.info

Pupi Avati a Perugia ospite de “I Giovedì della Capitale”. Regista per un bacio mai dato

Redazione

Pupi Avati a Perugia ospite de “I Giovedì della Capitale”. Regista per un bacio mai dato

Ven, 22/03/2013 - 19:53

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La fondazione Perugiassisi 2019 promuove ormai da quasi un mese l'iniziativa “I Giovedi della Capitale”, una serie di incontri sul progetto e la promozione della candidatura di Perugia e Assisi a capitale Europea della Cultura. Per il terzo incontro dei “Giovedì”, la Fondazione, in collaborazione con Il Circolo dei Lettori di Perugia, ha voluto ospitare un personaggio di grande esperienza cinematografica: Pupi Avati. In una Sala della Vaccara gremita il famoso regista ha parlato ai propri fan e estimatori, raccontando con ironia e spontaneità le sue prime esperienze nel mondo cinematografico, aneddoti e brani di vita vissuta che Avati ha voluto raccogliere nel suo ultimo libro ” La grande invenzione. Un'autobiografia”
Il libro è un tuffo nel passato, un passato che sembra sempre nuovo e pieno di sorprese. La storia di un giovane ragazzo che sogna di fare cinema, e per farlo pedina il suo mito: Fellini. La disavventura di un copione perduto da Paolo Villaggio e ritrovato da Ugo Tognazzi. L'infatuazione per la ragazza più bella di Bologna.

Il talento non si può' cercare – Nel racconto Pupi Avati si sofferma sul rapporto con amico-nemico Lucio Dalla. Ricorda il suo talento di musicista, e dell'amarezza di non riuscire ad eguagliarlo, nonostante Dalla fosse più giovane di lui. Questa esperienza lascia in Avati, allora giovane clarinettista, un convinzione chiara: il talento non corrisponde a quanto studio si dedica ad una passione, ma é qualcosa di innato che non possiamo andare a cercare: “Anche se io amavo la musica, la musica non amava me”. Per questo abbandonò la musica, quello che più amava fare.

“Io ed i miei amici volevamo fare cinema”- Quando Avati comincia a fare cinema non ha alcun tipo di esperienza. L'idea però è chiara: spazzare via tutto quello che c'era stato fino a quel momento e di introdurre qualcosa di nuovo e diverso. “Scritturammo Balsamus, uomo di Satana e lo spedimmo a registi, sceneggiatori, produttori. Solo uno ci rispose, era Ennio Flaiano; non scrivetemi più” cosi il regista racconta il tentativo di realizzare il suo primo film.

Nel libro c'é anche un po' di Umbria – “Qui ci sono le mie radici, quelle che non si dimenticano mai, perchè qui è sepolta mia madre. A Todi, dove attualmente ho una casa, il casale che mia madre comprò e restaurò. Dopo la sua morte io e mio fratello decidemmo di riportarla qui in Umbria”. Alla madre, Avati ha anche dedicato un film: “Un modo per trattenerla forse», la storia della sua famiglia, di sua madre, una giovane dattilografa che si innamora del figlio del suo datore di lavoro, del loro matrimonio: “Raccontando questa storia mi è parso di raccontare la duplice faccia della vita: orrenda e meravigliosa”.

Perché faccio cinema – La chiusura dell'interessante e coinvolgente incontro Pupi Avati svela il motivo della sua passione: “Faccio cinema per Rita Donzelli”, la più bella ragazza di Bologna. Storia di una serata passata insieme ad un concerto di Jazz e di un bacio che non c'é mai stato. Un bacio raccontato in un film 19 anni dopo. Ecco perché faccio cinema, svela il regista “Per quel bacio che nella realtà non ho potuto dare”.

Il prossimo appuntamento de “I Giovedì della Capitale”, l'11 di Aprile, vedrà protagonista Marcello Sorgi, giornalista già direttore de La Stampa e Tg 1, con il suo libro ''L sconfitte non contano”

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