Province in stato di agitazione | "Occupiamo la Regione" - Tuttoggi.info

Province in stato di agitazione | “Occupiamo la Regione”

Alessia Chiriatti

Province in stato di agitazione | “Occupiamo la Regione”

Lavoratori di Perugia e Terni in Rsu stilano documento | Fronte civico e FI contro Mismetti
Lun, 28/09/2015 - 17:06

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E’ alta l’agitazione per i lavoratori delle Province di Terni e Perugia: questa mattina, tutti, dai dirigenti agli operai, hanno deciso di manifestare il loro dissenso per la riforma Del Rio. Si sono così riuniti, prima nelle sale del Consiglio poi davanti alle Prefetture, per provare ad attirare l’attenzione sulla loro condizione e sul loro probabile destino occupazionale. Non bastano per loro dunque i 13 milioni di euro che l’Assessore Bartolini ha deciso di mettere a disposizione per sanare i conti delle Province, che, è il caso di specificare, non rischiano il default a causa dei loro debiti, bensì dei crediti. La Regione si è fatta carico di assorbire 181 unità dalle Province di Perugia e Terni (con un impegno di 7,5 milioni di euro) e altre 40 persone da destinare al settore sanitario, con una spesa di 1,5 milioni. L’assessore ha poi promesso che nei prossimi giorni ci saranno nuovi contatti a Roma, ma che “per l’Umbria è stato fatto il massimo”.

A Perugia, i lavoratori riuniti in Rsu stanno stilando un documento da presentare alla Giunta regionale e alle istituzioni competenti, utile a illustrare come sarebbe possibile riformare il futuro Ente di Area Vasta (il nuovo nome delle Province) per evitare uno smembramento casuale e per salvare il futuro dei lavoratori. Una delle decisioni raggiunte all’unanimità è stata quella di procedere al blocco dei servizi lo stesso giorno in cui verrà presentata dai consiglieri Solinas, Chiacchieroni, Biancarelli e Rometti l’interrogazione alla Giunta Regionale. Lanciata anche l’idea di occupare Via Palermo e l’arteria stradale dell’E45. La RSU della Provincia di Perugia ha proclamato lo stato di agitazione di tutte le lavoratrici e i lavoratori in tutte le sedi della Provincia stessa che sarà attuato attraverso blocchi stradali, blocco dei servizi, presidi in Prefettura e in Consiglio regionale. I lavoratori chiedono al Prefetto di attivarsi presso il Governo nazionale affinché venga posticipata la scadenza dell’approvazione dei bilanci delle Province, e richiamano chi ha incarichi di governo locale e nazionale ad adoperarsi affinché siano reperite le risorse economiche necessarie per l’approvazione del bilancio. I dipendenti della Provincia chiedono inoltre “coerenza ai consiglieri regionali, in particolare a coloro che hanno promesso e promosso l’interpellanza a difesa dei lavoratori della Province, a non votare un bilancio che comporti il dissesto delle Province stesse e a tutti gli altri di mantenere gli impegni presi nella recente campagna elettorale”.

Provincia Perugia “verso il default” | Dipendenti in assemblea

A Terni i lavoratori e la rsu della Provincia hanno occupato stamattina, per pochi minuti in maniera simbolica, Viale della Stazione per cercare di sensibilizzare anche l’opinione pubblica sul problema dei servizi al cittadino e dei posti di lavoro. La manifestazione ha fatto seguito all’incontro in prefettura e all’assemblea del personale svoltasi in sala del Consiglio provinciale. Nell’incontro con i rappresentanti della prefettura la rsu ha chiesto un intervento urgente del governo per scongiurare il default dovuto all’impossibilità di chiudere il bilancio. Sempre alla prefettura è stata inoltre avanzata richiesta per indurre la Regione dell’Umbria a farsi carico del problema e a corrispondere i giusti trasferimenti per le funzioni delegate. Sul fronte del personale è stata ribadita la necessità che la Regione rispetti il principio annunciato di “esuberi zero” facendosi carico di tutto il personale relativo alle deleghe delle Province e prevedendo le necessarie risorse finanziarie. “La riforma delle Province, così come si sta realizzando – ha detto la Rsu – porterà solo al blocco di servizi essenziali per i cittadini e al rischio di perdere posti di lavoro. C’è infatti assoluta incertezza sulla ricollocazione dei dipendenti in altri enti del territorio regionale, poiché le disponibilità sono state finora dichiarate solo verbalmente. Stessa incertezza si riscontra nelle amministrazioni periferiche dello stato, per questo motivo abbiamo chiesto alla prefettura i dati della ricognizione e del monitoraggio”.

La Provincia di Terni rischia il dissesto | Rsu in agitazione

“I Bilanci delle Provincie umbre sono a posto”. Lo certifica Marco Vinicio Guasticchi, Vice-presidente del Consiglio della Regione Umbra nonchè ex Presidente della Provincia di Perugia. In qualità di membro della direzione del PD ha tenuto a ribadire a Tuttoggi.info che “le Provincie di Terni e Perugia hanno sempre chiuso con un avanzo di bilancio, eccetto il 2014 in cui si è raggiunto il pareggio. Il problema – spiega il Vice-presidente del Consiglio regionale – è che siamo difronte a un sistema di tagli che penalizza le piccole province. Per assurdo se Terni e Perugia fossero state in dissesto sarebbero state avvantaggiate. Non lasceremo sole le province – assicura Guasticchi –, sono a stretto contatto con il sottosegretario alla Semplificazione e alla Pubblica Amministrazione Angelo Rughetti che ha il quadro preciso delle nostre due province. Occorre rivedere i meccanismi e prevedere tagli ai bilanci che non tengano conto del lordo ma del netto. Nei conti delle province ci sono voci come i trasporti o i servizi che non possono essere tenute in considerazione. Bisogna anche guardare anche più avanti – ha proseguito -, occorre che il Piano di riequilibrio pluriennale venga predisposto in modo da risultare sostenibile dalle due province”. 

Non ci stanno invece i consiglieri provinciali di opposizione dei gruppi Provincia Civica, Forza Italia e Gruppo misto a vedere la Provincia di Perugia andare in default, e coralmente affermano: “si poteva fare di più”. Oggi in conferenza stampa hanno voluto fare una valutazione amministrativo-politica ritenuta, a loro avviso, “doverosa” sul perché la Provincia di Perugia si trovi in questa difficile situazione. “Il presidente Nando Mismetti ha più volte dichiarato di sentirsi solo – ha affermato Massimo Perarima è stata una sua scelta visto che ha convocato l’Assemblea dei Sindaci solo una volta in un anno. Sul versante dei risparmi non capisco come si possano tenere, dopo la riduzione delle deleghe da parte del Governo, 128 posizioni organizzative e 26 dirigenti. Andavano prese decisioni drastiche per contenere la spesa”. “Il mio è un attacco al Pd – ha detto Enea Paladinoche governa Regione, Provincia e Stato, non si è voluta trovare una soluzione al disastro che ha creato la legge Delrio. Qui in Provincia il lavoro delle commissioni viene portato avanti da noi dell’opposizione,  che non prendiamo neanche il rimborso spese, perché i sindaci non si presentano mai. Inoltre va denunciata a gran voce questa anomalia della coesistenza in Provincia di due figure apicali come il Direttore Generale e il Segretario Generale, che non hanno motivo di coesistere”. Il consigliere Floriano Pizzichini si è detto preoccupato facendo emergere che “questa battaglia politica si gioca sulla pelle dei dipendenti della Provincia e dei suoi servizi”. Successivamente Pizzichini ha attaccato il presidente Mismetti dicendo che: “un Ente non si può governare venendo in Piazza Italia una volta a settimana. L’assenza dell’organo politico ha fatto si che questo Ente da un anno è governato da dirigenti”. Sui dirigenti è tornato Giampiero Panfili che ha riferito della nota divulgata oggi nella quale quest’ultimi si rendono disponibili ad un “contributo di solidarietà”, ritenendola fuori luogo e fuori tempo. In chiusura il consigliere Riccardo Meloni ha ricordato che Mismetti ha fatto una riorganizzazione dell’Ente leggera senza creare problemi a nessuno e mantenendo gli stessi dirigenti, poi ha citato la poesia di Pablo Neruda: “Si muore lentamente quando si fanno gli stessi percorsi e quando non si rovescia il tavolo per non prendere decisioni difficili”.

Da Sinistra Ecologia e Libertà, “la riforma delle province, decisa dal governo, rischia di partire con gran parte degli Enti di Area Vasta (così si chiameranno in futuro in nuovi enti) in dissesto o in gravissima situazione finanziaria. La situazione creatasi, a causa dell’emanazione di leggi scoordinate fra loro, è piuttosto paradossale. Ma, di fatto, anche le Province di Perugia e Terni, sono lontane dalla possibilità di chiudere entro il prossimo 30 settembre, il proprio Bilancio di previsione 2015. Non si tratta però di un cosiddetto ‘buco’ finanziario creato da cattiva gestione poiché non c’è alcun debito che grava sui conti dei due enti. Si tratta invece degli effetti perversi prodotti da provvedimenti legislativi nazionali previsti dalla Legge di Stabilità 2015 e dal prelievo sulle entrate proprie subite dalle Province che sono entrati in vigore prima che il passaggio di funzioni e del relativo personale verso altri enti (previsto dalla legge Delrio nel 2014) avvenisse. Un pasticcio all’italiana insomma. Il rischio è ora che oltre 1.300 dipendenti delle due province potrebbero non percepire gli stipendi nei prossimi mesi e che servizi essenziali come le scuole superiori, la viabilità (strade provinciali e regionali), i trasporti, i centri per l’impiego, i controlli ambientali, ecc. possano subire disservizi o interruzioni. L’intervento della Regione dell’Umbria che pure aveva lanciato nei mesi scorsi il rassicurante piano “esuberi zero” e che si è impegnata con risorse proprie (per circa 13 milioni di euro) a ricollocare il personale provinciale addetto ai servizi ambientali ed ai centri per l’impiego, non è sufficiente in quanto, nel corso del 2015, le Province hanno continuato a svolgere servizi e funzioni (pagando i relativi stipendi al personale) che per legge avrebbero già dovuto transitare presso altri enti. Per evitare concretamente il dissesto delle due Province umbre (occorre reperire altri 6-7 milioni di euro), è inevitabile quindi che, a questo punto, intervenga anche il governo nazionale, il maggior responsabile di questo caos istituzionale, con provvedimenti correttivi, anche di natura finanziaria, per far si che una grande parte del territorio italiano venga messo a rischio nei propri servizi essenziali“.

Chiediamo di conoscere entro un mese la reale situazione e quanti dipendenti delle Province saranno ‘assorbiti’ dai Comuni e dalla stessa Regione Umbria. Inoltre, attraverso la conferenza Stato-Regioni, sollecitiamo la presa d’atto dell’impossibilità, per molte Province italiane, di approvare un bilancio in pareggio, segno evidente del fallimento della riforma che, peraltro, ha fatto peggiorare i servizi ai cittadini (tante buche sulle strade provinciali e difficoltà nei servizi scolastici). Il Governo deve subito rimediare a tale grave errore istituzionale”. Così il portavoce del centrodestra e liste civiche, Claudio Ricci, comunica che, unitamente ai consiglieri regionali Valerio Mancini ed Emanuele Fiorini (Lega nord), Raffaele Nevi (Forza Italia), Marco Squarta (Fratelli d’Italia) e Sergio De Vincenzi (Ricci presidente) ha depositato una mozione, che si augura venga votata “in tempi rapidi anche per mettere in luce le gravi incertezze delle Province umbre e italiane anche in relazione ai dipendenti di questi enti”. Per Ricci “è urgente che il Governo, se vuole mantenere le Province, gli attribuisca un ruolo amministrativo e adeguati strumenti, anche trasformandole in enti di aggregazione dei Comuni, per i servizi associati, andando a semplificare e razionalizzare gli attuali, gracili e variegati organismi sovra comunali”.

Ha collaborato Mirco Diarena

©Riproduzione riservata

Ultimo aggiornamento 29 settembre 10.25

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