Polizia di Terni stronca traffico di droga tra Italia e Albania, 15 arresti - AGGIORNAMENTI: I PARTICOLARI DELL'OPERAZIONE "DAKU" E LE FOTO - Tuttoggi.info

Polizia di Terni stronca traffico di droga tra Italia e Albania, 15 arresti – AGGIORNAMENTI: I PARTICOLARI DELL'OPERAZIONE “DAKU” E LE FOTO

Redazione

Polizia di Terni stronca traffico di droga tra Italia e Albania, 15 arresti – AGGIORNAMENTI: I PARTICOLARI DELL'OPERAZIONE “DAKU” E LE FOTO

Mer, 07/11/2012 - 09:27

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Luca Biribanti

Aggiornamento ore 11.35 – Direttamente dalla Questura giunge una nota in cui si descrivono le complesse attività di indagine che hanno portato a una delle operazioni antidroga più importanti del territorio.

Ecco i dettagli dell'operazione “DAKU” –

Le investigazioni relative all’operazione denominata “DAKU” hanno avuto origine nella giornata del 6 maggio del 2011 quando nel primo pomeriggio, a seguito di una perquisizione domiciliare, è stato arrestato un piccolo imprenditore edile ternano, trovato in possesso di 8 involucri di cocaina confezionati in nylon, per un peso complessivo di grammi 44,8.

Da quel rinvenimento, è iniziata una capillare attività di indagine che ha portato ad individuare il pusher: M. A., giovane napoletano da anni residente a Terni, ex operaio dell’AST che si occupava dello spaccio della cocaina, definita la droga “pulita” per le modalità di assunzione, a quelle persone che nei fine settimana affollano le vie del centro tra pub, bar e locali vari.

Tra i clienti, sono stati identificati innumerevoli individui: dallo studente universitario all’imprenditore, dal ristoratore all’affermato professionista. Il giovane risultava ben inserito in questo contesto sociale grazie anche alla frequentazione di una nota palestra del centro che gli aveva consentito di allacciare importanti contatti con quella viene definita la “Terni bene”.

I risultati delle indagini hanno permesso di accertare un saldo rapporto di malaffare fra M.A e quello che veniva identificato come il suo fornitore di stupefacente e cioè il cittadino albanese M. R.
Le successive attività tecniche hanno portato gli investigatori ad allargare la schiera dei personaggi coinvolti nell’attività di spaccio, monitorando costantemente gli spostamenti di M. R., del fratello M. B., di un’altra decina di cittadini albanesi e di tutti coloro che, a vario titolo, avevano rapporti con i sopracitati.

In questo contesto operativo oltre ad accertare le responsabilità penali degli appartenenti al sodalizio criminoso si è anche avuto modo di accertare che la sostanza stupefacente proveniva direttamente dall’Albania e più esattamente dalla zona di Lazarat, nel distretto di Gjrokaster, per poi essere trasportata fin in Italia, attraverso la frontiera di Bari, nascosta all’interno di gomme di Tir o su grossi gommoni che sbarcavano lo stupefacente sulle coste pugliesi.

Una volta arrivata a Bari, tramite conoscenze con la malavita locale, la droga veniva portata nei pressi dell’abitato di Acquaviva delle Fonti (Ba), dove veniva lavorata e smistata sui vari mercati nazionali ed europei. Le attività investigative hanno consentito di appurare in particolare che le partite sono state smistate per Narni, Roma, Firenze, Pesaro e Milano, ma anche per l’Inghilterra e l’Olanda .

Grazie alle indicazioni fornite alla Polizia albanese, tramite la Direzione Centrale dei Servizi Antidroga del Ministero dell’Interno Dipartimento della P.S., questa in data 10 luglio 2012 ha effettuato un’operazione antidroga, con l’ausilio di supporto aereo della Polizia di Stato italiana, nella cittadina di Lazarat che ha portato all’arresto di 5 trafficanti ed al sequestro di oltre cinquemila piante di marijuana che nel contesto sono state distrutte.

Assai eloquenti, circa le responsabilità penali degli indagati, sono gli elevati quantitativi di droga, marijuana e cocaina, trattati; basti pensare che il gruppo criminale era solito trasportare dall’Albania al nord dell’Italia quantitativi che si aggiravano tra i 150 ed i 350 chilogrammi di marijuana a viaggio

In un’occasione, il personale di questa Sezione si è recato a Pesaro dove ha intercettato, a bordo di un’Opel Zafira con targa albanese S. X. , V.O. e X. E., che muovendosi con molta circospezione, avevano parcheggiato un secondo veicolo, che come accertato successivamente, conteneva un carico di marijuana peri circa 150 kg.

Il sodalizio criminale aveva di fatto stabilito come luogo, dove avvenivano le riunioni di “lavoro” e si decidevano le strategie di mercato, le panchine di Viale F.Turati, dietro un’edicola.

Questa condizione ambientale è risultata non causuale; infatti, proprio per la collocazione delle panchine in un’area pubblica, lontana dalla strada e da eventuali parcheggi, garantiva secondo le idee dei malfattori un buon controllo dell’area circostante.

Rilevate le predette caratteristiche dei luoghi, il personale della Sezione Antidroga ha studiato a lungo quelle modalità d’intervento che consentissero di attivare le consuete indagini di natura tecnica, arrivando al punto di collocare una telecamera e dei microfoni sopra un albero di fronte al luogo di ritrovo.
L’idea è stata quindi sviluppata da tecnici elettronici ed ha permesso così di poter intercettare le conversazioni tra gli indagati in quel luogo apparentemente “sicuro”. Le indicazioni acquisite in questa fase hanno portato utili indicazioni per delineare il quadro criminale .

A tale proposito, si rappresenta che, per dare riscontro a quelli che erano i sospetti ed i dialoghi intercettati, in distinte operazioni di P.G. sono stati sequestrati a carico degli indagati i seguenti quantitativi:

130,6 grammi di marjiuana e due dosi di cocaina per grammi 3,5 con l’arresto G. D.;
100 gr. di cocaina, suddivisa in cilindretti con l’arresto di un cittadino italiano appartenente al sodalizio criminale P. M. e G. F.;
490 grammi di marijuana e 108 grammi di cocaina con l’arresto di due cittadini albanesi;
640 grammi di cocaina e 250 di marijuana traendo con l’arresto in flagranza di reato di F. E., S. G. e I. A.;
2,1 chilogrammi di sostanza stupefacente tipo marijuana sequestrati nei confronti di B. E. e H. T. che sono stati arrestati;
187 chilogrammi di sostanza stupefacente tipo marijuana sequestrata da questa Squadra Mobile ad Andria, dove sono stati arrestati S.X., M. B. e M. R.; 320 chilogrammi di sostanza stupefacente tipo marijuana sequestrata
ad Acquaviva delle Fonti (Ba), dove sono stati arrestati cinque individui, tutti gravati dalle attuali ordinanze.

Tutti gli indagati sono risultati in regola con permessi e carte di soggiorno. Malgrado ciò, è bene evidenziare per meglio chiarire la pericolosità sociale degli indagati che, nel corso dell’intera investigazione, tutti gli indagati albanesi non hanno svolto nessuna attività lavorativa lecita, vivendo solo ed esclusivamente con gli introiti della vendita di stupefacente.

Queste persone, quasi quotidianamente, frequentano ristoranti, night club, locali notturni e sale giochi, intrattenendo rapporti con entraîneuse, anche all’esterno dei locali; spesso hanno pagato le serate alle ragazze pur di tenerle con loro, praticamente hanno vissuto una vita opposta alla normalità e caratterizzata da elevate spendite di denaro.

Al termine delle investigazioni, durate quasi un anno, e svolte con notevoli difficoltà a causa della buona conoscenza da parte degli indagati del personale operante e del contesto territoriale in cui questi operavano, le prove raccolte hannoportato il P.M., la Dr.ssa Elisabetta MASSINI, che ha curato le indagini fin dalle origini, ad inoltrare la richiesta delle misure cautelari a carico di 19 individui al GIP, il Dr. Pierluigi PANARIELLO, per la violazione in concorso nello spaccio di rilevanti e diversificati quantitativi di stupefacente.

L’operazione DAKU è stata così denominata perché tale sostantivo indica nel gergo degli indagati la figura del “Capo”, il soggetto che riveste una caratteristica prioritaria nel quadro criminale.

Le ordinanze sono state quindi eseguite nella notte ed in questa giurisdizione sono state arrestate nr. 13 persone, di cui 1 di nazionalità rumena, due italiani e gli altri albanesi. Altri due albanesi sono stati arrestati a Lecce e a Siena, mentre a Terni, nel corso di una perquisizione domiciliare sono stati sequestrati 27.000 euro in contanti.

Durante la complessa attività di indagine, precedente all’operazione di questa notte, sono stati effettuati nr. 18 arresti e sequestrate 4 armi e i summenzionati quantitativi di sostanza stupefacente, facendo così salire a 33 il numero complessivo degli arresti legati all’operazione “DAKU”.


La droga viaggiava sulla rotta Italia-Albania, un traffico di ampio raggio gestito da un clan italiano e uno albanese che avevano come città di raccordo Bari. Nella città italiana giungevano ingenti quantitativi di droga che venivano poi trasportati all'interno delle gomme di tir o all'interno di grandi gommoni; una volta raggiunto l'entroterra, la droga veniva lavorata per essere poi smistata su un mercato nazionale e internazionale. Roma, Firenze, Napoli, Milano, Pesaro, tra le città che venivano rifornite, oltre ad alcune località dell'Inghilterra e dell'Olanda. La Polizia di Terni, a seguito di accurate indagini, ha arrestato 15 persone colpevoli di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.

In mattinata ulteriori dettagli

© Riproduzione riservata

(si ringrazia la redazione di Teleterni per la foto)

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