Pietramelina, il coordinamento "aiutiamo la Procura e chiediamo i danni" - Tuttoggi.info

Pietramelina, il coordinamento “aiutiamo la Procura e chiediamo i danni”

Cristiana Mapelli

Pietramelina, il coordinamento “aiutiamo la Procura e chiediamo i danni”

Con l'associazione nazionale consumatori un'azione collettiva per chiedere l'accertamento e le condanne
Mar, 17/05/2016 - 18:53

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È ora di chiedere i danni”. Non ci gira intorno l’avvocato Corrado Canafoglia dell’Unione nazionale consumatori impegnato in una class action da parte del coordinamento di Pietramelina decisa a costituirsi a parte civile. Dopo una fase di proteste lunga trent’anni, ora si passa a quella cruciale: un’azione mirata diretta a capire chi ha gestito in malo modo la discarica di Pietramelina. Perché, spiega Canafoglio, “là dove c’è un traffico di rifiuti non legale, c’è un danno sia per l’ambiente e il territorio che per la salute dei cittadini”. L’avvocato dei consumatori, durante la conferenza stampa di martedì all’hotel la Rosetta, ha illustrato le azioni che il coordinamento Pietramelina (formato dai comitati InceneritoriZero –  Verde Pian d’Assino – Pro Loco Pierantonio – Pro Loco S.Orfeto) intraprenderanno da qui a brevissimo. “Qui si parla di traffico illecito di rifiuti e di sversamento. I cittadini di queste zone hanno diritto al pagamento dei danni“. 

L’inchiesta. Partiamo dall’inchiesta che la direzione distrettuale antimafia ha aperto su quella che è la gestione dei rifiuti in territorio umbro, in particolare su Pietramelina. “Le ipotesi – spiega l’avvocato Canafoglia – sono quelle di associazione a delinquere finalizzata al traffico e allo smaltimento illecito dei rifiuti che avrebbero prodotto l’inquinamento. Su queste basi c’è un ente che è il comune di Perugia, che non solo è gestore ma è anche utente perché i suoi cittadini beneficia dei servizi di una discarica. Di fronte a questa situazione, dove una Procura sta indagando, il Comune dice che si muoverà nell’ottica della tutela dei cittadini. Invitiamo il Comune a porre fine alla situazione di Pietramelina e a dire basta a questa situazione”. Attualmente la discarica è chiusa ma non ancora tomba perché sotto sequestro.

Le azioni. In Italia la class action, spiega l’avvocato, “non esiste ma si può fare un’azione collettiva volta ad entrare nel processo e chiedere i danni, l‘accertamento, le condanne e cercare di fermare l’azione selvaggia nei confronti delle persone che in quelle zone che sono ipoteticamente inquinate vivono ogni giorno”. Dal punto di vista pratico che cosa accadrà? “Ci mettiamo a disposizione della Procura sia come comitato portatore di conoscenze di quella che è stata la gestione dei rifiuti, che come associazione nazionale dei consumatori con una certa è qualificata conoscenza della problematica in fatto di inquinamento ambientale”. “I nostri obiettivi sono quelli di ottenere i danni e affiancare la procura, supportandola nella sua azione di accertamento della verità. Saremo presenti non solo come soggetti passivi, ma come individui pronti a dire la nostra su comportamenti che da un trentennio a questa parte qualcuno ha tenuto in danno dei cittadini”.

Valnestore. Il discorso inevitabilmente tocca anche i recenti fatti della Valle dei fuochi. L’avvocato Canafoglia, in merito spiega come  “Non c’è mai una porta aperta casualmente. La mafia entra là dove c è un territorio poco reattivo. L’Umbria, come le Marche, sono terre di conquista: pensiamo di essere cittadini tranquilli e sereni ma la realtà è il nostro essere un po’ chiusi ci porta a far entrare persone che approfittano di questa situazione. Valnestore? Mi meraviglia molto di più che ne abbiano scoperta una sola di terra dei fuochi”.

Dati e mafie. Per darci solo un’idea di quanto queste situazioni siano comuni, l’avvocato snocciola un dato: nelle Marche sono stat individuate 276 discariche abusive e di quest ne sono state bonificate solo 36. “Quando queste persone entrano in un territorio – continua l’avvocato – sono come il cancro, lanciano metastasi dappertutto”. Se credo che il coordinamento Valnestore debba percorrere la medesima strada della class action? Come cittadini abbiamo il dovere giuridico e morale e il diritto di entrare in questi processi. Siamo aperti ad una futura collaborazione con il coordinamento di quelle zone”. E infine “Non è il caso che Gesenu, vista la delicata situazione iniziativainiziativa ad ascoltare i cittadini che da trent’anni dicono quello su ci la Procura sta indagando?“.


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