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Perugia, la Fondazione Cassa di Risparmio premia 5 giovani studiosi

Redazione

Perugia, la Fondazione Cassa di Risparmio premia 5 giovani studiosi

La Vicepresidente Cristina Colaiacovo, “Il nostro, impegno importante a favore dei giovani che contribuiscono alla crescita culturale del nostro territorio”
Mer, 12/04/2017 - 17:55

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Sono cinque i giovani studiosi che quest’anno si sono aggiudicati il “Bando tesi di laurea”, iniziativa ideata nel 2005 dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia con l’obiettivo di valorizzare gli studenti che si sono impegnati in attività di studio tese a dare risalto e ad approfondire la storia di personaggi e monumenti del territorio umbro, offrendo loro la possibilità di pubblicare le proprie tesi di laurea.

Questa mattina, presso la Sala delle Colonne di Palazzo Graziani, la presentazione dei lavori alla presenza della Vicepresidente e del Segretario Generale della Fondazione, Cristina Colaiacovo e Fabrizio Stazi, dei tre relatori Laura Teza, Donatella Scortecci, Giancarlo Gentilini e dei cinque autori delle tesi: Sonia Sollevanti, Benedetta Ricci, Stefano Ugolini, Alessandra Vergari e Chiara Roscini Vitali.

Dopo i saluti del Segretario Generale Fabrizio Stazi, che ha dato il benvenuto ai presenti ringraziandoli per la partecipazione a questa importante iniziativa, ha preso la parola la Vicepresidente Cristina Colaiacovo che, oltra a complimentarsi con i vincitori e con i docenti che li hanno ben indirizzati lungo il loro cammino scientifico, ha sottolineato come le Fondazioni siano diventate, nel corso degli anni, “un attore strategico per gli interventi nel campo della cultura, della ricerca scientifica, della tutela e valorizzazione dei beni culturali” a maggior ragione in una fase di “crescente disimpegno dello Stato da questi settori, in gran parte imputabile alle difficoltà di bilancio”.

La Vicepresidente ha poi aggiunto che “sarebbe necessario aumentare l’impiego di risorse finanziarie, pubbliche e per quanto possibile private, verso questi ambiti, che se ben stimolati possono rivelarsi decisivi ai fini della crescita sociale ma soprattutto economica di una comunità”.

Da qui l’idea di istituire un bando pubblico finalizzato ad individuare e valorizzare il lavoro di diversi giovani che hanno scelto di dedicare i loro studi alla storia, alla cultura e all’arte dell’Umbria, permettendo loro di avere uno sbocco editoriale che altrimenti troverebbero a fatica.

Le ricerche, diverse tra di loro per oggetto, sono state presentate dai relatori e dagli studenti, che hanno ringraziato la Fondazione per la grande opportunità che Fondazione ha offerto loro: “Un sogno che si realizza”, hanno detto commossi.

Sonia Sollevanti ha realizzato “L’incastellamento nei territori di Gualdo Tadino e Nocera Umbra tra Alto e Basso Medioevo”. Il lavoro offre preziose informazioni su come si sia evoluta la struttura urbana dell’Umbria nel periodo compreso tra Alto e Basso Medioevo attraverso un viaggio a ritroso nel tempo che permette di capire come si siano costruiti quei centri fortificati e quegli insediamenti che hanno contribuito non poco a determinare il profilo e la fisionomia dell’Umbria.

Si focalizza invece su una particolare forma d’arte, lo stucco, così come è stata espressa in un ambito territoriale delimitato, la città di Foligno, il lavoro realizzato da Benedetta Ricci, dal titolo “La decorazione a stucco negli oratori di Foligno tra Seicento e Settecento”. La studiosa spiega che lo stucco, forma creativa povera per definizione, ha avuto una straordinaria fioritura e una altrettanto forza di tenuta a Foligno, città dove ne fu fatto ampio uso anche perché in ragione della florida espansione che la città, sede di importanti fiere e mercati, ebbe tra il Sei e il Settecento.

“La cultura peruginesca attorno alla Madonna del Feltro” è invece la tesi redatta da Stefano Ugolini, che ha compiuto un’indagine sul territorio di Perugia che ruota intorno a San Martino in Campo, spingendosi fino a Marsciano, arrivando a dimostrare come le testimonianze artistiche in esso presenti siano inserite nell’abito di un contesto ambientale che le giustifica e le arricchisce di significato, incidendo anche sul significato dei toponimi, come nel caso della Madonna del Feltro, legata alla presenza di piantagioni di cardi.

Alessandra Vergari con “Le Madonne col Bambino in grembo di tipo aquilano nella scultura rinascimentale in Valnerina e nell’Umbria meridionale”, ha invece tracciato una geografia artistica che consente di ricostruire come nella zona dell’Appennino umbro-marchigiano nel periodo compreso tra il XV e la seconda età del XVI secolo si sia intrecciato il lavoro di numerosi pittori, intagliatori, scultori e artigiani, alcuni dei quali di grande spessore artistico. Purtroppo, solo in parte le loro opere son riuscite a sfuggire al degrado del tempo e, a tal proposito, la tesi offre una panoramica ricognizione sullo stato del patrimonio storico artistico locale.

Infine, il lavoro di Chiara Roscini Vitali, dal titolo “Nigra sum sedformosa: analisi sulla presenza e sull’iconografia delle Madonne nere in Umbria”, che offre appunto una dettagliata panoramica di uno dei fenomeni più affascinanti della devozione mariana, il culto delle Madonne nere in Umbria. L’autrice si è infatti messa alla ricerca di questi simulacri realizzando una puntuale mappatura di ogni singolo reperto ritracciabile in Umbria, delineandone i contorni storici, di sviluppo del culto nonchè le trasformazioni figurative.

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