“Lo spazio riservato ai cittadini di origine ebraica al Camposanto di Perugia è un cimitero nel cimitero”. Con queste parole, con una loro nota, Vanni Capoccia e Cesare Barbanera denunciano l’incuria in cui verso il luogo. “Un cimitero ebraico molto bello ben delimitato, con una sua cappella mortuaria e, in passato, un suo ingresso. Visitandolo ci si accorge che lì è custodita la storia di tante famiglie perugine. Andarci è desolante – continua la nota inviata alle redazioni – privo com’è d’ogni elementare cura. L’impressione è d’essere in un luogo abbandonato a se stesso. La cappella mortuaria pericolante e piena di calcinacci. Gran parte dei sepolcri divelti. La vegetazione senza controllo sta invadendo tutto. Il Monumento a Vitale Ajò firmato da Giuseppe Frenguelli, tra le più pregevoli sculture di tutto il Camposanto è pericolosamente inclinato, talmente sommerso dagli arbusti lo si rintraccia a fatica e si può vedere solo da dietro, malintenzionati potrebbero comodamente prenderselo senza che qualcuno possa vederli e senza che gli addetti nei giorni successivi possano accorgersi del furto”.
Le immagini, concludono Capoccia e Barbanera, parlano da sole.
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