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Perugia, caso Centralcom / Calabrese si dimette – AGGIORNAMENTI

Alessia Chiriatti

Perugia, caso Centralcom / Calabrese si dimette – AGGIORNAMENTI

Strappo nella maggioranza / Il Pd abbandona l'aula / "Luna di miele" finita?
Lun, 01/12/2014 - 17:43

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L’Assessore ai Lavori Pubblici, alle Infrastrutture e a Perugia Digitale del comune del capoluogo umbro, Francesco Calabrese, si sarebbe dimesso dai suoi incarichi questo pomeriggio durante la seduta allargata tra maggioranza e minoranza. E’ crisi dunque all’interno della maggioranza perugina: la presa di posizione dell’assessore sarebbe arrivata dopo che il sindaco Romizi ha deciso di spostare la seduta sul caso Centralcom a mercoledì pomeriggio, rinviandola rispetto all’assise comunale in svolgimento oggi. Durante i lavori inoltre, il Pd ha abbandonato l’aula, dopo che il presidente del consiglio Varasano non ha aperto il dibattito per consentirgli di esprimersi nei confronti di una questione che coinvolge il consigliere regionale del partito, Fabio Paparelli.

La questione – All’origine dello strappo, il caso Centralcom: nel programma della giunta Romizi, infatti, vi era il progetto di portare nelle case di tutti i perugini la banda ultralarga. Un intervento da 120 milioni di euro, comprensivo del rifacimento del manto stradale. A tal riguardo, la giunta ha così deciso di uscire dalla Centralcom, di cui detiene il 14%, ora divenuta parte della partecipata regionale Umbria Digitale. La decisione era stata poi definita lo scorso venerdì mattina, durante la commissione bilancio. Da lì nasce il polverone, con la discussione tra il consigliere regionale Fabio Paparelli e lo stesso Calabrese. Paparelli aveva profetizzatoeffetti nefasti dopo l’uscita da Centralcom, a causa della perdita di finanziamento e dei problemi amministrativi. “Il Comune di Perugia – scriveva qualche giorno fà Paparelli – è interessato da un innovativo intervento di cablaggio in fibra ottica finanziato dalla Regione Umbria per un importo di 3.000.000 di euro, finalizzato alla realizzazione di una rete a Banda Larga di lunghezza pari a circa 65 km. I lavori sono attualmente in corso. In virtù di diversi atti convenzionali con Centralcom e Regione Umbria, il Comune ha affidato alla società la gestione delle infrastrutture e la posa dei cavi in fibra ottica. Tale affidamento si è reso necessario ed inevitabile sia per le ingenti risorse finanziarie messe a disposizione dalla Regione Umbria nei confronti del Comune di Perugia che per l’impossibilità normativa (codice delle Telecomunicazioni) per l’Ente di fornire reti o servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico, se non attraverso società controllate o collegate, abilitate all’attività di operatore di telecomunicazioni, quale Centralcom è. A fronte di questa situazione, il Comune di Perugia, uscendo da Centralcom, potrebbe trovarsi in una situazione paradossale: non in grado di poter utilizzare la fibra ottica della rete pubblica regionale perché non più socio e nello stesso tempo impossibilitato ad utilizzare la rete per il suddetto vincolo normativo. Peraltro l’esigenza manifestata dal Comune di voler realizzare reti FTTH non contrasta affatto con gli obiettivi e con la rete di Centralcom, che, progettata con criteri di neutralità e apertura, è sovradimensionata rispetto alle esigenze della pubblica amministrazione. Può essere pertanto utilizzata per sviluppare progettualità rivolte ai cittadini.L’annunciato recesso del Comune di Perugia da Centralcom/Umbria Digitale – fa notare Paparelli – presenta diversi profili problematici anche in ordine alla stessa attività amministrativa. Il Comune di Perugia recederebbe da una società in house di cui è socio ed alla quale è stato affidato il compito di responsabile del procedimento, progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva, coordinamento della sicurezza, espletamento dei procedimenti autorizzativi, svolgimento della fase finale di esecuzione dei lavori, direzione lavori e prestazione assistenza legale. Questo recesso farebbe venire meno il presupposto dell’affidamento in house, sicché il Comune di Perugia avrebbe pure l’obbligo di procedere alla revoca/recesso dall’affidamento, in quanto è venuto meno il suo presupposto (ovvero l’affidamento in house). Sia in caso di revoca che in caso di recesso dall’affidamento, la società Centralcom avrebbe comunque diritto ad un indennizzo. In assenza della revoca/recesso dall’appalto in house, Centralcom si dovrà tutelare sospendendo i lavori in corso, e chiedendo il risarcimento dei danni. Con conseguente responsabilità erariale da valutare. Parimenti la Regione Umbria, che ha erogato il finanziamento sul presupposto del completamento delle rete regionale, dovrà valutare se procedere in autotutela a revocare il finanziamento (valutando anche se richiedere il risarcimento del danno e la permanenza del diritto d’uso della rete da parte del Comune di Perugia)“.

La risposta di Calabrese – Il comunicato dell’assessore Paparelli, che si distingue per l’arrogante ed insultante propaganda sbracata sino alle minacce, fa subito capire quanto agevole il dialogo che si è presentato con quel livello istituzionale. Mi limito a ribadire – aggiunge l’assessore del Comune di Perugia – quanto spiegato ogni volta e quante volte e con quanti incontri, a lui, agli uffici regionali, all’amministratore unico di Centralcom, sino all’assemblea del 24 ottobre scorso, dove ho anche provato a far inserire una clausola statutaria che ci consentisse un tempo ed uno spazio di soluzione condivisa delle legittime questioni poste per tutelare primari interessi della città che rappresento. E mi riferisco, ancora una volta, alle compatibilità tecniche e giuridiche della nostra progettualità su Perugia con la missione di una società in house come Umbria digitale, che necessitano inevitabilmente di precisazioni ed alcune rinnovate previsioni che riguardano sia lo statuto che i patti parasociali della nuova società consortile. Senza quelle, sarebbe impedito (tantopiù con questo socio di maggioranza che si distingue nel comunicato di Paparelli), lo sviluppo di una missione decisiva per le prospettive di Perugia. Scaduti i 15 giorni che il codice civile consente per esercitare il diritto di recesso nel caso di trasformazione di una società, rimarremmo in definitivo ostaggio di una situazione incompatibile ed alla mercé di un’altrui benevolenza che pare sempre più difficile anche solo immaginare”. Dopo Paparelli, Calabrese, anima cattolica della giunta Romizi, va a muso duro anche con il sindaco, fino a quando la situazione non è degenerata questo pomeriggio, quando lo stesso primo cittadino ha deciso per il rinvio della discussione di Calabrese a mercoledì. Fatto sul quale l’assessore non è riuscito a passare su, uscendo dalla sala e “sbattendo la porta”.

I pareri – Lo stesso Movimento Cinque Stelle si era detto “estremamente preoccupato per l’uscita del Comune di Perugia da Centralcom/Umbria Digitale Scarl, tanto che abbiamo chiesto che l’Assessore Paparelli, alla presenza del Sindaco Romizi, possa essere sentito alla Conferenza dei Capigruppo fissata per domani (oggi, ndr) alle 12.30. Una richiesta che può apparire irrituale, ma che si rende necessaria viste le preoccupanti dichiarazioni dell’Assessore Paparelli sui costi e conseguenze del recesso per la città di Perugia. Quelle stesse risposte che non abbiamo invece ricevuto dall’Assessore Calabrese, il quale, peraltro, non ci ha presentato alcun piano B. Tuttora in alto mare è infatti il progetto, dall’asserito costo di 40 milioni, che porterebbe a tutti i perugini una connessione gratuita ad un giga. Nulla si dice peraltro su chi effettuerà tale intervento e a quale costo per la comunità. Un generico riferimento ad un progetto finanziato secondo lo schema del Project Financing che ci preoccupa ancor di più visto che tali progetti procurano guadagni solo ai privati e debito enti pubblci. Peraltro, pur condividendo la finalità del progetto “Perugia Ultradigitale”,  non possiamo neanche dimenticare come l’Agenda Digitale Umbra, di concerto con quelle Italiana ed Europea, già fissi dei paletti ben precisi e di assoluto buonsenso, concernenti lo sviluppo delle reti orientato anche ai privati cittadini. Non crediamo, invece, che isolare il Comune di Perugia da un piano strategico, come quello delineato con l’Agenda Digitale, possa giovare agli abitanti di Perugia nel breve e lungo termine.
Come MoVimento 5 Stelle di Perugia possiamo garantire che, una volta giunti in Regione, a seguito delle imminenti elezioni regionali, faremmo di tutto per garantire che ogni cittadinoe impresa umbri possano accedere ad una rete conforme alle direttive dell’Agenda Digitale Europea, in tempi più brevi possibili”.

I consiglieri del Partito Democratico e dei Socialisti Riformisti – riferiscono oggi in una nota i rappresentanti del centro-sinistra in Consiglio Comunale – si sono sentiti in dovere di abbandonare l’aula della seduta consiliare in quanto il presidente Varasano non ha consentito loro di esprimere la loro posizione, favorevole, sulla proposta di rinvio della preconsiliare riguardante Centralcom, pratica trattata volutamente in maniera superficiale in commissione e divenuta imbarazzante dopo le dichiarazioni circostanziate dell’assessore Paparelli e viste le criticità emerse in seguito alle posizioni del centrosinistra cittadino. Spiace di nuovo rimarcare la condotta del Presidente del Consiglio che, per malafede o incapacità, non riesce a gestire i lavori dell’aula in maniera serena. Questo tipo di atteggiamento tende a inasprire il confronto tra le forze politiche nonostante una chiara volontà al dialogo emersa anche in questo caso dal naturale sviluppo del dialogo politico.
Ci auguriamo – concludono i gruppi Pd e Psi – che nel trattare la vicenda Centralcom si torni ad affrontare la questione in maniera appropriata e responsabile ponendo ai vertici di ogni scelta il bene della città di Perugia”.

La notizia si rincorre inoltre anche sui socila network, dove, sui vari gruppi di discussione, si parla già di “luna di miele” finita per la giunta Romizi. La domanda è lecita: quale sarà la prossima mossa?

Modificato ore 20.14

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