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Perugia, caos in consiglio sul caso Calabrese / Succede di tutto

Consiglio comunale caldo. Caldissimo. Nonostante il clima freddo della giornata. Gli equilibri tra maggioranza e opposizione, messi a dura prova già da un po’, si spezzano quando dopo la conferenza dei capigruppo, nella quale sembrava, almeno stando al parere dell’opposizione, un accordo di massima per discutere in aula il “caso Calabrese” si fosse raggiunto, arriva la bocciatura in aula con il secco no della maggioranza.

Il caos – Si scatenano gli interventi del consigliere Tommaso Bori e del capogruppo Diego Mencaroni (Pd) che premono perché della questione si discuta oggi. Stesso tenore del consigliere Nilo Arcudi (Socialisti). Si va dal “avete due facce” al “non vi mettete d’accordo nemmeno tra di voi”. La risposta dell’altro lato della barricata è affidata al capogruppo di Forza Italia Massimo Perari: “L’assessore Calabrese non ha alcun problema a rispondere e lo farà nei tempi e nei modi previsti dal regolamento. Sul tema della sicurezza non abbiamo alcun problema di trasparenza e i dati parlano per noi. Lo stesso sottosegretario Bocci ha parlato di un calo dei reati. Non vogliamo nasconderci dietro ad un dito”.

La tregua e la fuga – Il consiglio viene sospeso e si riunisce (di nuovo) la conferenza capigruppo. Al rientro in aula il presidente Varasano annuncia che si andrà avanti con i lavori e che il dibattito sulla sicurezza è messo al primo punto di un question-time di lunedì prossimo. Da qui, il caos. Democratici e Socialisti scelgono la via dell’uscita di massa dall’aula. Fuori tutti.

La bagarre è servita – Il primo ad arrivare, battendo tutti sul tempo, è proprio il capogruppo Perari: “Sul tema della sicurezza questa maggioranza ha tutto l’interesse di affrontare il dibattito. Del resto i numeri ci danno ragione in relazione ai primi, ma decisivi, segnali di cambiamento. Siamo i primi a volerlo rendere noto ai cittadini e siamo certi che l’assessore Calabrese non ha alcun problema, al contrario un vero desiderio, di chiarire le polemiche che lo hanno riguardato. Ma non ci faremo trascinare dall’impeto del nostro desiderio di trasparenza, in una bagarre condotta da una minoranza che ha il solo scopo di strumentalizzare il dibattito, ai chiari fini elettorali in vista delle regionali. Avremmo accolto la discussione se solo il Pd non avesse travisato gli accordi presentando un’istanza tecnicamente e politicamente “invotabile” da parte di questa maggioranza. Se il bene e l’interesse della città deve spingere ad un’armonia corale, di certo la minoranza deve comprendere che il direttore d’orchestra non è tra loro”.

Pd all’attacco – Ed è proprio Perari a finire nel mirino dei secessionisti del consiglio. “La conferenza dei capigruppo – scrivono Pd e Socialisti – accolta la disponibilità dell’assessore Calabrese , ha approvato a larga maggioranza la richiesta esprimendo una posizione condivisa anche da Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia, fino ad arrivare alla stesura di una mozione concordata con il Presidente del Consiglio Comunale Varasano”. Nel pomeriggio, proseguono, “coerentemente con quanto stabilito, il capogruppo PD Mencaroni ha così presentato la mozione che è stata clamorosamente bocciata: precedente unico nella storia del Comune e fatto gravissimo che mette in discussione i rapporti di fiducia e di collaborazione tra maggioranza e opposizione; per questo motivo i consiglieri del Pd, con il consigliere Arcudi, hanno abbandonato l’aula”. A questo punto arriva l’attacco a Perari: “Riconoscendo la posizione coerente dei consiglieri Varasano, Felicioni, Cenci, Mignini si evidenziano le due smentite subite dal capogruppo di Forza Italia, Perari, fresco di nomina, il quale ha visto ribaltato l’accordo da lui siglato in conferenza capigruppo dai suoi stessi consiglieri che, successivamente, lo hanno di nuovo contraddetto votando a favore della sospensione dei lavori chiesta dal Pd per la quale aveva dichiarato voto contrario del suo gruppo”. Infine, in chiusura di nota, “il Pd e i Socialisti Riformisti chiedono che la mozione oggi respinta venga inserita dal Presidente al primo punto della seduta del prossimo consiglio comunale in modo che l’auspicato dibattito possa avvenire e dare alla città le risposte tanto attese”.