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Perugia 1416, il nuovo Statuto più aperto alla cittadinanza

Torna ad accendersi la polemica su Perugia 1416. Al termine di una settimana caratterizzata da iniziative a favore e contro la rievocazione storica che si svolgerà a giugno, l’associazione ha preso vita. Firmati i carteggi ora la macchina si mette ufficialmente in moto e presenta uno Statuto con qualche modifica rispetto alla bozza circolata nelle scorse settimane. Tra le novità, nello Statuto sottoscritto, non ci sarebbe più l’obbligo di presentazione per coloro che vorranno far parte dell’associazione Perugia 1416. Se nella bozza veniva specificata la necessità del benestare di almeno tre soci di cui due fondatori, ora basta richiederne l’ingresso che sarà vagliato dal consiglio direttivo. Per quanto riguarda la sede dell’associazione, nella versione approvata viene specificato come sia da intendersi nel “Comune di Perugia, presso l’assessorato della cultura in via Podiani, 11”. Intenzione dell’associazione è anche quello di registrare il marchio Perugia 1416 ma qui, qualche modifica dalla bozza alla versione definitiva, è stata fatta. In un primo momento era prevista la registrazione da parte del Comune, che avrebbe poi concesso utilizzo del marchio all’associazione sulla base a un futuro accordo. Il marchio, alla fine, sarà registrato dall’associazione che permetterà l’utilizzo al Comune “in considerazione della fattiva partecipazione alla sua realizzazione grafica”.

I membri. All’organigramma dell’associazione, rispetto alla bozza dello Statuto, oltre ai soci fondatori e agli associati, vengono aggiunti gli ordinari (coloro che vorranno mettersi a disposizione della manifestazione in ogni modo), quelli onorari (coloro che abbiano acquisito particolari benemerenze e/o significato e/o chiara fama a livello nazionale e internazionale nel campo delle finalità dell’associazione) e i sostenitori, quelli cioè che oltre alla quota ordinaria potranno erogare “contribuzioni volontarie straordinarie”.
Tutti coloro che vorranno aderire, potranno presentare domanda che verrà vagliata dal consiglio direttivo, composto da “un minimo di 3 ad un massimo di 7 membri eletti dall’assemblea degli associati per la durata di tre anni. Il primo consiglio direttivo è nominato nell’atto costitutivo per un periodo più lungo fino ad un massimo di 5 anni”.

Intanto, all’alba della firma dell’atto di sottoscrizione da parte dei 20 soci fondatori che hanno di fatto ufficializzato in tutto e per tutto la volontà di dare vita alla rievocazione storica di giugno, e che ha messo a capo dell’ente l’assessore Severini, l’opposizione non usa mezzi termini e attacca duro. “Un altro scivolone sembra la sua nomina – spiega la nota di democratici e socialisti – dice l’opposizone –  o meglio la sua incoronazione, a capo dell’associazione privata che disporrà dei molti fondi, degli spazi e, addirittura, del personale del Comune di Perugia”. “Oltre a lei – continua la nota – numerosi candidati di centro-destra al Consiglio Comunale come Nucciarelli (Perugia Rinasce), David Orsini (Romizi Sindaco), Fabrizio Mosci (assistente di Nucciarelli e candidato con Perugia Rinasce), Francesco Forlin (Scelta Civica) e Michele Antonioni (Romizi Sindaco) fanno apparire Perugia 1416 più che un’associazione cittadina un centro di collocamento per candidati non eletti”.

Ad infiammare ulteriormente la questione sarebbe anche la dura replica della Severini uscita sulla stampa locale nei confronti dell’incontro “Ritorno al passato” a palazzo Cesaroni. Assemblea a cui hanno partecipato conoscitori della storia cittadina, da Alberto Grohmann, professore di Storia economica all’Università di Perugia, a Giancarlo Baronti, professore di Storia delle tradizioni popolari a Perugia, ma anche l’autore televisivo e scrittore Enrico Vaime, l’ex assessore regionale alla cultura Fabrizio Bracco, insieme allo storico Attilio Bartoli Langeli e Renzo Massarelli, presidente de “La città di tutti”. “Al di là delle posizioni espresse durante l’iniziativa – spiegano dal Pd di Perugia – , la reazione scomposta dell’assessore Severini è inaccettabile: ha aggredito i relatori dicendo ce dovrebbero starsene a casa, che non amano la città di Perugia, accusandoli addirittura di essere vigliacchi”. L’opposizione parla quindi di dichiarazioni “molto gravi e offensive” nei confronti di “associazioni, i relatori e gli studiosi che hanno partecipato al convegno hanno sempre dedicato tempo alla città, ben prima dell’attuale assessore, contribuendo sotto varie forme alla crescita civile e sociale della città, non risparmiando mai critiche e sollecitazioni alle amministrazioni indipendentemente dal colore politico e nessuno li ha mai apostrofati così”. Nel calderone dei contrari alla manifestazione, secondo la nota del Pd, sarebbero dunque finite associazioni che negli anni si sono impegnate per coltivare il tessuto culturale della città e dei suoi quartieri e a cui le istituzioni devono molto. Insomma, “illustri studiosi la cui opinione non si può liquidare con spocchia e fastidio”.