Anche a Spoleto, tra le piazze più difficili e litigiose dell’Umbria, i democratici si preparano a chiudere il tesseramento 2017 (termine ultimo lunedì 25 settembre), fase propedeutica al Congresso previsto per fine ottobre.
Le ultime scaramucce interne stanno disegnando nuovi equilibri, tanto da registrare ora due sole correnti in competizione: da una parte gli ex margheritini e quei diesse che sostengono il pensiero bocciano; dall’altra i renziani cui sono confluiti pezzi anche dei primi.
Martedì scorso si è tenuta una cena al verde attrezzato di Baiano che ha di fatto ufficializzato la corsa alla segreteria del renziano Matteo Cardini, fermato al palo a inizio anno quando diesse e margherita raggiunsero in extremis un accordo che portò alla nomina di Claudio Montini.
Ma torniamo al tesseramento che si chiuderà alla mezzanotte di domani.
La caccia al tesserato, nuovo o da rinnovare, è partita da settimane, ma solo negli ultimi giorni ha vissuto una vera e propria accelerazione.
Tanto che una delle due correnti, intuito il pericolo del sorpasso, si è rivolta ai responsabili della comunità romena per cercare nuovi iscritti. Chiacchiere per il momento, che solo la fine del tesseramento potrà confermare o smentire. Fino al 2016, infatti, si contavano sulle dita di una mano gli iscritti al pd di nazionalità romena.
Come non trova conferma ufficiale, neanche dai diretti protagonisti, la notizia che Montini avrebbe querelato Lisci, su cui negli ultimi tempi si è registrata una “attenzione” a dir poco imbarazzante, tanti sono ormai gli attacchi politici ricevuti dal consigliere.
Motivo del contendere sarebbe uno scambio di messaggi da smartphone, che il segretario del pd in carica non avrebbe gradito.
A riprova della tensione interna, aumentata proprio da questa campagna di tesseramento e dalla corsa alla segreteria.
Una situazione sfuggita di mano anche al segretario provinciale Dante Andrea Rossi (tra i firmatari di alcune iniziative nei confronti di Lisci), che nei prossimi giorni conoscerà anche il proprio futuro politico.
In sella al provinciale da 8 anni, Rossi non sembra intenzionato a ripresentarsi al vertice provinciale: sulle proprie spalle, in buona compagnia anche dei referenti regionali, porta il peso politico degli insuccessi di questi ultimi tempi.
Perse le piazze di Perugia, Spoleto (dove era candidato sindaco) e Todi, con Castello nelle solide mani del garofano e Gubbio spostata a sinistra, il Pd dovrà lavorare sodo per riconquistare il terreno ceduto agli avversari.
Ai fedelissimi ha già annunciato di non essere disponibile per un nuovo incarico. Ma la politica è fatta di continue sorprese e chissà che alla fine ci ripensi.
Anche perché al momento non si conoscono ufficialmente i nomi di altri sfidanti. Per la cronaca in pole per una candidatura c’è Andrea Pensi, ben visto dal regionale e da palazzo Donini.
Nelle ultime ore poi si va accreditando anche il nome della ascaniana Alessia Dorillo.
Rossi ha in ballo anche l’incarico di capogruppo. C’è chi giura infatti che se a vincere la sfida comunale sarà Cardini, la frattura in seno al gruppo consiliare sarà definitiva e ovviamente i renziani chiederanno un nuovo punto di riferimento.
A livello di consiglio comunale il gruppo sarebbe perfettamente sul “3 pari”: da una parte Rossi, Zampa e Martellini; dall’altra i “renziani”, con i distinguo di cui sopra, Lisci, Capitani ed Erbaioli.
Ma solo lunedì notte si potrà cominciare a capire quale piega prenderà il Congresso comunale. Sempre che non spuntino nuovi trucchi e barbatrucchi.
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(modificato h 21,21)