Paul Weller "incendia" Umbria Rock Festival. Decolla l'evento di Massa Martana - Tuttoggi.info

Paul Weller “incendia” Umbria Rock Festival. Decolla l’evento di Massa Martana

Carlo Vantaggioli

Paul Weller “incendia” Umbria Rock Festival. Decolla l’evento di Massa Martana

Salta l'esibizione dei Courteeners/ Pubblico entusiasta/ Organizzazione all'altezza della situazione
Dom, 03/08/2014 - 12:44

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(Carlo Vantaggioli)– Umbria Rock Festival ha celebrato ieri, 2 agosto, la sua seconda serata con una lineup di “lusso”.
Novità e celebrities si sono susseguite in uno splendido pomeriggio di sole e caldo, con l’unica pecca della defezione dei Courteeners, band molto attesa, ma il cui cantante e fondatore, Liam Fray si è ammalato, rendendo impossibile la partecipazione del gruppo.
Il programma della giornata è così slittato di un paio di ore iniziando alle 18 con l’apertura ufficiale affidata agli italiani The Doormen, che hanno vinto il contest per band emergenti organizzato da Umbria Rock insieme al Mei di Faenza. Il gruppo ravennate Vins Baruzzi – Lead Vocals / Guitar, Luca Malatesta – Guitar / Backing Vocals and Effects, Marco Luongo – Bass Guitar, Nicola Monti – Drums, è una piacevole novità nel panorama dell’ alternative rock italiano che ha preso avvio con The Doormen, l’album d’esordio prodotto da Paolo Mauri (Afterhours , Le Luci della Centrale Elettrica , La Crus , Prozac +), uscito a marzo 2011 preceduto dal singolo “Italy”. Alla pubblicazione dell’album si sono susseguite una serie di aperture ad artisti nazionali ed internazionali come Subsonica, Ash , The Vaselines, Ministri, Blood Red Shoes, Art Brut e Mark Moriss (The Bluetones), Tre Allegri Ragazzi Morti. Il gruppo ha vinto le selezioni regionali di Italia Wave e ha rappresentato l’Emilia Romagna all’Arezzo Wave Love Festival 2012.  Nel concerto di Massa Martana hanno subito catalizzato l’attenzione del pubblico presente che ha apprezzato molto il suono omogeneo della ritmica e delle chitarre. Ruvidi quanto basta, ma sempre con un occhio attento al tema dei pezzi, per intenderci qualcosa molto più rock e un po’ meno mod, come invece la giornata poteva far pensare. Bravi davvero e giustamente vincitori del contest per l’apertura dell’Umbria Rock Festival.
A seguire gli Re-Tros di Pechino, Vocal/Guitar- Hua Dong, Vocal/Bass/Multi- Liu Min, Drum -Ma Hui, gruppo di postpunk, indie rock dai contorni, a tratti, metafisici che tradisce anche sonorità rituali orientali con l’uso di alcuni tamburi che anche per lo scenografico modo di essere suonati ricordano i Taiko giapponesi. Il gruppo è molto conosciuto ed ha un suo pubblico. Il genere suonato spezza un po’ il pomeriggio umbro in stile mod in attesa dei pezzi forti della serata, e per la disposizione “rigida” sul palcoscenico, ricorda un po’ in maniera divertente (non ce ne voglia la band) il celebre duo Iris Blond and The Freezer nel film “Sono pazzo di Iris Blond” di Carlo Verdone.
Appena il tempo di una piccola pausa per trangugiare il pasto tipico del rockettaro italiano, la piadina con prosciutto e stracchino, che se lo dici ad un mod inglese ci beve su la 30esima birra, giusto per dimenticare, ed è tempo dei The Charlatans.

The Charlatans, per più di due decenni sono stati una forza ispiratrice nel rock britannico. La band radicata nelle mid-lands e nel nord ovest dell’Inghilterra, fa delle sonorità brillanti e vitali il suo punto di forza. Dai loro grandi successi come “The only one I know” trasuda energia positiva che negli anni ha coinvolto le platee di tutta Europa. Nella loro carriera possono contare album, in puro stile indie rock e alternative, tutti differenti tra loro in grado di rivoluzionare il modo di fare rock nel Regno Unito. La band è attualmente composta da Tim Burgess (voce), Mark Collins (chitarra), Martin Blunt (basso), Tony Rogers (tastiere). Inglesi fino al midollo e con il cantante Burgess dotato di improbabile capigliatura a maxi-caschetto biondo, suonano di energia e tigna per un ora filata con il pubblico di URF che capisce subito il cambio di passo.
In verità lo capiamo anche noi addetti ai lavori perchè il volume delle casse diventa altino al punto da somigliare al maestrale mentre si sta sulla punta di un molo in inverno. Non ci spettiniamo solo perchè madre natura è stata generosa con noi dotandoci di pelata, ma abbiamo rischiato di veder volar via i pantaloni più di una volta. Ora è chiaro cosa si intende per stare “sottocassa”.
Roba seria, giusto quella che serve per introdurre il re della serata, il vero pezzo forte di questa prima manifestazione umbra del rock, Paul Weller.
Con la musica di Weller si possono raccontare 30 anni di storia che tra note e fenomeno sociale si interseca in modo così stretto da trasformarsi in mito. Forse anche una epopea musicale, non solo riferibile all’Inghilterra ma a tutto il popolo del brit-rock e alternative, del mod, del soul bianco e persino dell’acid jazz, tanto da identificare Weller come “The Modfather”.
Chi scrive non è esente dal fascino del bandleader degli Style Council, del quale non ci vergognamo di dire  di aver seguito le mode lanciate negli anni ’80 ai tempi dei mocassini stile Penny Loafers portati con i pantaloni a tubo e corti alla caviglia, i tempi del vespone e delle polo a maniche corte con il colletto alzato. Uno stile che fece breccia ovunque ed identificava un popolo di fan in base alla divisa. Per Paul Weller gli anni ’80 sono la trasformazione dopo l’esperienza punk con i Jam (hanno anche suonato in apertura dei concerti dei Clash). Dal chiodo al mocassino. Fatto sta che The Modfather ha lasciato una traccia indelebile, e cosa ancor più straordinaria, prosegue a comporre e suonare con la stessa forza intatta dei primi tempi. Immutabile nel fisico e con una leggera modificazione di colore dei capelli oramai tendenti al biondo cenere, ancora oggi Weller dissemina l’orbe terraqueo di fans scatenati, come quelli visti ieri sera a Umbria Rock Festival, manco a dirlo, inglesi venuti apposta a Massa Martana (sembra uno scherzo ma è così) cloni dell’amato leader. Stessi capelli stesse scarpe, stessa maglietta a pelle, e bottiglia di birra da 33cl in mano. Non una, ma almeno una decina abbondanti, da quelle che abbiamo potuto contare nel backstage.
Concerto fantastico in cui si alternano i pezzi duri alle ballate di lusso e venate da sonorità stridenti delle chitarre, prodotti degli ultimi anni di musica dell’artista, memorabili ricordi con My Ever Changing Moods degli Style Council, e una grandissima sapienza nel reggere la scena. Pubblico in delirio, perchè ne vale assolutamente la pena.
Umbria Rock Festival centra l’obiettivo, che il patron Yashwat “Yash” Bajaj aveva preannunciato nell’intervista rilasciata a TO nei giorni scorsi, ovvero quello di dare al pubblico, non importa da quale parte provenga, quello che solo apparentemente è una novità e di cui poi non potrà più fare a meno. Il contesto dell’area del concerto, la cordialità del personale adetto, quasi tutti giovanissimi volontari, la possibilità di fermarsi in un area campeggio attrezzata e l’enorme spazio a disposizione per tutti i tipi di servizi, parcheggio macchine incluso, fanno della manifestazione una novità che piace e che anche nelle voci sentite a bordo palco lascia il gusto di un vero evento musicale di respiro europeo. E il pubblico, come accennato, era davvero eterogeneo, tanto che al nostro fianco ci siamo ritrovati una coppia giovanissima di Salerno, partita la mattina presto per seguire il mito Paul Weller.
Per la prima volta, nella nostra esperienza di operatori dell’informazione, l’organizzazione ha permesso a fotografi e giornalisti accreditati di “pascolare” senza troppe limitazioni nel backstage (è stata anche attrezzata una saletta dedicata alla stampa) e a bordo palco, con un servizio d’ordine professionale e mai sopra le righe, che ci invitava ad allontanarci solo quando c’era la reale esigenza legata ai desideri degli artisti. Insomma una vera festa dove anche chi lavorava è stato messo a suo agio.
E’ stato così possibile parlare in libertà anche con gli artisti che avevano voglia di farlo. Molto interessante la valutazione di alcuni di loro sulla riuscita di URF che, per la novità assoluta che rappresenta in Umbria e in un contesto fuori circuito, è stata molto apprezzata. “Se una organizzazione del genere fosse stata messa a punto in città del nord o addirittura europee il pubblico accorso sarebbe stato almeno 3 volte quello presente a Massa Martana”, ci ha raccontato un collega presente a URF per un blog argentino molto conosciuto e interamente dedicato al rock internazionale. Tuttavia ci sarà tempo per fare il bilancio della manifestazione che attende nel pomeriggio di oggi l’ultima giornata di grande spettacolo.
Lineup del 3 agosto
Domenica 3 agosto – apertura cancelli ore 13
Elara Caluna        15.15-16.00
Jason Ridell           16.30-17.15
BMX Bandits         17.45-18.30
The Cribs                19.00-20.00
James                      20.30-21.45
Kaiser Chiefs         22.30-00.00

Riproduzione riservata

( Foto: Tuttoggi.info)


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