Caos in consiglio, "la corrispondenza" e "la censura" ed è bagarre - Tuttoggi.info

Caos in consiglio, “la corrispondenza” e “la censura” ed è bagarre

Cristiana Mapelli

Caos in consiglio, “la corrispondenza” e “la censura” ed è bagarre

Casus la bocciatura di una mozione sull'odg | I consiglieri del Pd, M5s e Socialisti riformisti abbandonano il consiglio comunale
Lun, 07/03/2016 - 20:40

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La corrispondenza, ma badate bene non quella di Tornatore, fa saltare il consiglio comunale. Lunedì pomeriggio, a palazzo dei Priori, l’opposizione al completo composta dal Pd, il M5s e i Socialisti riformisti, ha abbandonato la seduta e organizzato una conferenza stampa “istantanea”.

Il caso. A far scattare la polemica è stata la bocciatura di una mozione sull’ordine del giorno con cui Cristina Rosetti, consigliere del Movimento 5 stelle chiedeva delucidazioni dal vicesindaco Urbano Barelli su alcune questioni riguardanti la Gesenu. In particolar modo sullo scambio di corrispondenza tra l’avvocato Barelli e l’avvocato Manlio Cerroni, indagato a Roma per gestione illecita dei rifiuti. Questione molto delicata e che si collega a Monica Cerroni (figlia di Manlio) presidente della società di Soracin Cecchini che detiene il 45% di Gesenu. Proprio durante il convegno organizzato un mese fa dal Comune di Perugia sull’economia circolare il vice sindaco e Cerroni avrebbero avuto uno scambio di corrispondenza.

La corrispondenza. Durante la conferenza dei capigruppo, giorni fa, era stata approvata una mozione di censura nei confronti del vicesindaco su iniziativa del movimento 5 Stelle, imputando a Barelli di aver omesso di riferire lo scambio epistolare con Cerroni, socio privato della partecipata. Un’omissione “gravissima” secondo la consigliera Rosetti che “impedisce al consiglio comunale, organo di controllo della macchina amministrativa, di essere a conoscenza di aspetti di grande rilievo su una vicenda che riguarda tutta la città, dal momento che in Gesenu il 45% è detenuto dal Comune”. A censura approvata, niente più che un atto politico, Barelli si è presentato in consiglio lunedì con un documento “della dignità delle opposizioni“.

Un atto illegittimo. Il documento a firma del vice sindaco parla chiaro. “Considerato che la conferenza non ha avvertito la necessità di ascoltare l’interessato prima di approvare un documento così grave – spiega la nota di Urbano Barelli – il sottoscritto si vede costretto alla redazione delle presenti note per confutare le asserzioni della consigliera Rosetti. Ed ecco che il provvedimento di censura nelle 13 pagine presentate da Barelli viene dichiarato “un atto immotivato ed illegittimo”, approvato senza che l’argomento fosse all’ordine del giorno e che per il vice sindaco devono avere “un contenuto di mero indirizzo e non di dettaglio”. Un documento, quello di Barelli, che invita a riesaminare il provvedimento di censura nei sui confronti o annullarlo.

La polemica. Quanto al caso Cerroni, il vice sindaco spiega come “ammesso che una tale corrispondenza sia rilevante e divulgabile, senza danno, ancor prima che le trattative approdino ad un qualche risultato” e che “è proprio il rapporto con il socio privato che da qualche buon decennio è oggetto di tanto ampie quanto inutili discussioni pubbliche”. Polemiche inutili poiché “è altrettanto noto che l’amministratore comunale, socio pubblico di minoranza, non ha alcun potere di escludere i soci privati”. All’attacco del consiglio comunale, il vice sindaco chiede al presidente Leonardo Varasano di prendere una posizione netta. Ma l’opposizione non intende accettare “forme di intimidazione né bavagli”. “Il consiglio comunale – spiega l’opposizione – rappresenta l’intera comunità cittadina e non può certamente essere ostacolato nella presentazione dei propri, doverosi atti d’impulso. A questo punto o Barelli ritira quanto scritto oppure da domani farà bene a dimettersi”. Al termine della conferenza stampa organizzata in fretta e furia, il M5S, i socialisti riformisti e il Pd hanno annunciato che se la situazione non sarà risolta, non parteciperanno più ai lavori del Consiglio.

Consiglio comunale. In aula, intanto, il consiglio comunale è saltato per mancanza del numero legale. Poco dopo l’abbandono dell’aula da parte dell’opposizione, a far saltare il numero necessario è stato il consigliere Cenci.

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