E stato presentato giovedì 26 aprile presso la struttura di Terapia Intensiva Neonatale (UTIN) della Azienda Ospedaliera di Perugia il progetto “Alberi per la vita”, ideato dalla neo associazione AMOS-DS (Amici dell’ospedale – donatori di sangue Perugia), che si propone come obbiettivo quello di contribuire alla raccolta di sangue.
Alla cerimonia sono intervenuti il vicesindaco di Perugia Urbano Barelli, il personale medico e sanitario delle strutture complesse di Ostetricia e Neonatologia dirette dai Dott. Giorgio Epicoco e Stefania Troiani, e il direttore generale Emilio Duca .
“E’ nostro obbiettivo rivolgerci ai neo genitori invitandoli alla donazione di sangue in un momento così gratificante della loro vita, allo scopo di aiutare quanti hanno bisogno di trasfusioni di sangue – ha detto Paolo Carloni, vice presidente dell’associazione. Contiamo molto sull’apporto degli operatori sanitari che maggiormente sono a contratto con i neo genitori”.
E la risposta di piena collaborazione dei medici non è mancata: ”Spesso – ha detto la Dott.ssa Troiani – ci sentiamo dire dai genitori dei piccoli pazienti come possono rendersi utile, la risposta non può essere diversa da quella di effettuare una donazione di sangue , coinvolgendo anche i familiari, anche perché il reparto di Unità di Terapia Intensiva è tra quelli che hanno necessita di questo “farmaco salvavita”.
Il vicesindaco Barelli si è soffermato sul significato della donazione e dell’albero che verrà piantato in aree della città già individuate. “L’amministrazione comunale vuole dare pieno appoggio a questa iniziativa di solidarietà , piena di profondo significato “, ha sottolineato il vicesindaco Barelli. Il dg. Duca ha evidenziato la necessità di “una collaborazione sempre più stretta tra istituzioni e volontariato, per favorire i bisogni della collettività”.
Alla cerimonia è intervenuto anche il primo donatore prossimo papà , che ha aderito al progetto con una donazione di sangue effettuata in mattinata. Francesco Lubello, un professionista perugino, già padre di Giacomo, un bambino di quattro anni, e in attesa del secondogenito, con un pizzico di orgoglio ha raccontato: “Non ho esitato un attimo quando i medici mi hanno parlato del progetto. L’albero che sarà piantato lo dedicarlo a mio nonno che fece altrettanto quando nacqui io”.