Categorie: Cronaca Perugia

Operazione turnover / Becky in manette, la donna del capo dei narcotrafficanti

Bose Christopher,che dai suoi complici si faceva chiamare “Becky”, è una trentottenne nigeriana, e all’interno del famigerato gruppo criminale nigeriano disarticolato dall’Operazione Turnover della Prima Sezione “Criminalità Organizzata” della Squadra Mobile di Perugia aveva un ruolo di prim’ordine, anzi un doppio ruolo: non solo, difatti, faceva la spola tra Perugia e Roma prestandosi per il trasporto, in treno, di assaggi di quantitativi di cocaina ed eroina. Era dunque il contatto di Jonathan Anioke, considerato il “capo” del sodalizio operativo in Italia e domiciliato a Roma (catturato all’alba dello scorso 21 maggio davanti all’ambasciata della Nigeria a Roma) ed il comparto “perugino” dell’organizzazione. Becky aveva inoltre una relazione con lo stesso Jonathan.

L’Operazione Turnover, condotta tra il 2012 ed il 2013 dagli uomini della “Criminalità organizzata”, diretti dal Dott. Chiacchiera e coordinati operativamente dal Dott. Corona e dall’Isp. Superiore Bigini, è riuscita a contrastare e neutralizzare una vera e propria “rete” di nigeriani, tutti dediti in maniera attiva e proficua all’immissione di droga in Italia e presenti in numerose province del territorio nazionale ed all’estero (Nigeria, Congo, Zambia, Brasile, Ecuador, Gran Bretagna, Irlanda, Spagna etc.). Il suo epilogo ha visto l’emissione, da parte del Gip di Perugia Dott.ssa Brutti, di ben 37 misure di custodia cautelare in carcere, molte delle quali eseguite all’alba dello scorso 21 maggio su tutto il territorio nazionale.

Un traffico con tristi conseguenze per i corrieri che portavano lo stupefacente in Italia e che venivano poi fermati dagli agenti di Perugia a Fiumicino: i mandanti credevano fossero dei traditori, in fuga con la droga, tanto che la loro furia aveva ripercussioni sui familiari rimasti a casa in Nigeria. Le conseguenze, per le loro famiglie e per le loro case in Nigeria, erano nefaste, al punto che dopo la “somministrazione” di un potente rito “Voodoo” sull’arrestato, i familiari erano vittime di pesanti violenze e ritorsioni. Qualora invece i capi venissero a conoscenza dell’avvenuto arresto del loro inviato, i riti malefici erano invece destinati ai poliziotti (…”gli uomini in divisa”).

Bose Crisstopher, che gli uomini della Mobile avevano avuto modo di conoscere già all’inizio dell’indagine, in qualità di prima “corriera” arrestata dopo essere stata sorpresa, su un treno Roma-Perugia, con un ovulo contenente circa 25 grammi di cocaina all’interno del cavo vaginale, una volta appresa la notizia della cattura di quasi tutti i suoi sodali, dal 21 maggio scorso aveva fatto perdere ogni traccia di sé, rifugiandosi a Roma da svariati connazionali e tenendo perennemente spenti i cellulari, ben sapendo di essere monitorata. Ma gli uomini del Dott. Chiacchiera non si sono persi d’animo, ed hanno continuato a seguire le sue tracce in maniera discreta ed impercettibile, intervenendo nel momento più opportuno: ieri sera 11 giugno (ndr), mentre Bose camminava per le vie di “Case Rosse”, nella periferia romana, è stata fermata, identificata e arrestata, in esecuzione dello stesso provvedimento che aveva già colpito tutti i suoi amici.