Omicidio Polizzi, dichiarazione choc di Julia "ho tentato il suicidio" - Tuttoggi.info

Omicidio Polizzi, dichiarazione choc di Julia “ho tentato il suicidio”

Sara Minciaroni

Omicidio Polizzi, dichiarazione choc di Julia “ho tentato il suicidio”

Dal processo emergono agghiaccianti particolari "una notte Valerio entrò in casa e mi puntò il coltello alla gola"
Gio, 02/10/2014 - 18:24

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Julia è composta e solo qualche impacciato termine verso la corte tradisce la sua emozione. Chiede il permesso anche per bere. Chiede persino scusa per le spalle che rivolge all’avvocato della difesa che le siede dietro, ma ogni minuto che passa, durante la sua deposizione di questa mattina nell’aula affreschi del tribunale di Perugia, sembra acquisire forza. I ricordi si fanno sempre più precisi, le risposte più nette e persino taglienti quando la difesa sembra mettere in discussione le sue parole. Julia sembra portare il peso di quella verità, che solo lei e l’assassino conoscono, sulle sue spalle. Sente di dover rendere giustizia al suo “guerriero”, Alessandro Polizzi, il fidanzato che le è stato ucciso la notte tra il 25 e il 26 marzo del 2013, secondo l’accusa dal padre dell’ex fidanzato Valerio Menenti.

L’incendio del materasso. La notte dell’omicidio viene ripercorsa passo passo, sotto le domande del pm Antonella Duchini e della difesa degli avvocati Lupo e Tiraboschi emerge il racconto che tante volte è stato descritto. Ma emergono anche particolari nuovi ed inediti come il racconto in prima persona dell’episodio in cui Valerio incendiò il materasso in casa di Julia: “Una volta lo volevo lasciare perchè mi aveva menato e lui ha preso l’accendino e l’alcool di mia nonna che era rimasto in casa e gli ha dato fuoco al materasso alle 4 della mattina e poi lo ha buttato giù dalla finestra”.

Il racconto del delitto. “Una figura fisica possente di una persona che mi era familiare. Il viso sotto il sotto casco mi pareva familiare e le calzature mi sono sembrati degli stivali da cowboy. L’aggressore non ha mai parlato, non ha detto una parola. Mi ha picchiato con qualcosa che a me è sembrato uno svitabulloni, quando sentivo questo oggetto che mi colpiva e stavo gattonando per scappare ho sentito dietro la nuca una botta trasversale e ho sentito qualcosa di metallico che mi ha toccato anche il collo. Mi ha provocato ferite per 31 punti. Poi si è mosso tentando di cercare qualcosa, guardava in terra e si muoveva intorno alla stanza nella camera da letto. In quei momenti non mi sono resa conto, ma quando il 118 mi stava portando via mi sono girata verso Alessandro ed ho visto a terra questa pistola nera. L’ho vista sotto il mobiletto del telefono”.

“Io pensavo che Alessandro fosse vivo, pensavo, o forse speravo, che quel colpo che ho sentito non avesse colpito nessuno, nemmeno io mi ero accorta di essere stata ferita dal colpo di pistola, pensavo che fossero le botte ad avermi ferito, speravo che Alessandro fosse vivo e che fosse solo svenuto”. Ma non purtroppo Alessandro in quell’aggressione era morto e Julia lo scopre così: “Il medico mi dice ‘condoglionaze’ e io gli dico proprio ‘ma de che?’ e li mi è crollato il mondo addosso è stato il momento in cui ho capito che il mio ragazzo era morto”. A Julia si rompe il fiato. Le lacrime le impediscono di parlare. “ ‘E’ morto non me lo avete detto’, ho cominciato a gridare a mia madre. Insomma l’ho saputo per puro caso. Io l’ho saputo il 27 che Ale era morto”.

Una notte Valerio le puntò il coltello alla gola. C’è anche questo tra i particolari inediti emersi questa mattina. “A gennaio 2013 mi si è rotto l’acquario e Valerio si è presentato dicendo che lo voleva aggiustare. Iniziamo a litigare e mi da uno spintone sulle scale in quel momento arrivava Alessandro. E Ale gli dice ‘sei una merda facci con me se hai coraggio. Tocchi le donne, solo con loro hai il coraggio’. Ma quella giornata è lunghissima sembra non finire mai. Quando Julia torna a casa di notte si trova Valerio dentro casa che l’aspetta al buio in camera da letto: “Ho sentito una cosa puntata alla gola era Valerio che prima si era nascosto dietro l’armadio e ci fu l’ennesima litigata abbiamo cercato di parlare io mi sono chiusa in camera e gli dissi di restituirmi la chiave del portone perché vuol dire che lui ne aveva un’altra se lui era entrato in casa. Io me lo sono trovato in casa e prima di uscire avevo chiuso la porta. Voleva che testimoniassi a suo favore per la denuncia ad Alessandro”.

Il colpo di scena. Poi Julia racconta un particolare inedito: “Ero fuori da un bar di Ponte San Giovanni e si sono avvicinate delle persone che non avevo mai visto e mi fecero le condoglianze dicendo che erano stati contattati da Valerio se pagandoli avrebbero fatto quello che puoi è successo, ma che loro conoscendo e avendo rispetto di Alessandro non avrebbero mai fatto delle cose del genere. Questa cosa non l’ho mai detta a nessuno e me l’ero tenuta dentro. Questo fatto si colloca l’estate dopo l’omicidio, luglio agosto”.

Julia ha tentato il suicidio. In aula la tensione è altissima e il racconto di Julia assume toni drammatici che nessuno aveva immaginato prima: “Nei giorni vicini al compleanno di Alessandro ho tentato di suicidarmi ingurgitando tutte le pasticche di sonnifero che mi aveva prescritto la psicologa, eravamo vicini al compleanno di Alessandro. Ho un senso di colpa che non mi permette di vivere perchè indirettamente io mi sento colpevole perché lui ha perso la vita per difendere me. Con il senno di poi non si va da nessuna parte, ma mi manca, averlo perso è stato un duro colpo e per il modo in cui l’ho perso sto ancora peggio. Ogni notte da quella notte alle 3 mi sveglio, nonostante i farmaci”. Il fatto è poi ripreso e confermato anche dalla testimonianza del padre Massimo Tosti, alle domande degli avvocati di parte civili, Maori e Donati, lui conferma l’episodio e ne aggiunge almeno altri due in cui Julia avrebbe tentato di togliersi la vita, in un caso cercando di gettarsi dal balcone di casa e un’altra volta dalla finestra del bagno”. Mentre il padre racconta questo Julia piange e abbraccia la madre “La nostra famiglia non è più la stessa – spiega Tosti – sia io che mia moglie siamo in cura, Julia lo stesso. Ora Julia sembra stare meglio ma tutto questo non si cancellerà mai”. La difesa vorrebbe contrinterrogare su questo punto ma lo ha già fatto e la domanda rimane fuori dal processo ma risuona comunque in aula: “Non vogliamo passare per fessi dopo una cosa del genere si fa una lavanda gastrica”.

Parla Valerio. Valerio non ha mai alzato la testa all’inizio dell’udienza i giudici hanno rigettato la sua richiesta di uscire dal carcere e poter essere ristretto ai domiciliari. Con una mano si teneva il mento e con gli occhi fissava il banco degli imputati. Poi dopo la deposizione di Julia ha chiesto di parlare. Poche frasi nelle quali ribatte a due punti trattati da Julia. Il primo quello in cui la ragazza racconta di quando da casa sparirono soldi e gioielli: “Un periodo a casa mia ci sono stati dei furti, a mio padre sparivano i soldi. Un giorno mio padre chiese a mia madre se mancavano anche gli ori e non c’erano più. Di questo fatto ho parlato con Valerio perché il giorno che mio padre chiese cosa stesse succedendo Valerio mi è venuto a prendere siamo andati da lui e io piangevo e gli dissi ‘dimmi che non c’entri niente’ ma lui non rispose e si mise a piangere. Una volta ho venduto degli orecchini al compro oro per aiutarlo a pagare i debiti della cocaina che prendeva tutti i giorni e anche parecchia. Mi ricordo un debito da mille euro e uno da 4 mila”. Ma Valerio nega dice che non è vero, che lui non ha mai rubato a casa di Julia ma che anzi era stata lei a raccontargli di aver preso soldi e gioielli in casa per pagarci la droga. E poi Valerio dice: “Io non minacciai nessuno. Quando Julia venne in ospedale ho anche una registrazione. Fu lei che minacciò me che se avessi denunciato Alessandro (per gli episodi in cui lo aveva picchiato, ndr) lei avrebbe denunciato me”.

La droga. “Cosa era la cosa principale che piaceva a Valerio, che ci faceva con i soldi?” chiede l’avvocato della difesa, “Ci comprava la cocaina” risponde Julia “e poi altre passioni?” continua la Lupo, e Julia risponde: “Le auto e le moto. Valerio aveva tre moto e tre macchine. La cocaina la comprava da Jimmy e Benny e aveva un debito da mille e uno da 4 mila euro. Non sono mai andata di mia spontanea volontà a chiedere la droga a credito per me, io ne facevo uso solo se lo faceva Valerio. Quando stavo con Alessandro abbiamo fatto un uso solo saltuario di droga”.

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