E’ arrivato il «No» della Cassazione alla revisione del processo di Rudy Guede. La quinta sezione penale della Cassazione ha rigettato nella serata di oggi il ricorso della difesa dell’ivoriano contro la decisione della corte d’Appello di Firenze, che il 10 gennaio 2017 aveva dichiarato inammissibile la richiesta di revisione.
Si è così definitivamente chiuso un percorso giudiziario lungo e controverso, che lascia di fatto un mistero irrisolto intorno all’omicidio della studentessa inglese. E la difesa dell’ivoriano lamentava proprio il contrasto tra sentenze: quella di condanna a 16 anni per Guede e l’assoluzione, nel 2015 da parte della Cassazione, di Amanda Knox e Raffaele Sollecito.
«La responsabilità di Rudy Guede (unico condannato per omicidio e violenza sessuale sulla studentessa inglese Meredith Kercher, il primo novembre 2007 a Perugia, ndr) tiene, a prescindere dalla responsabilità degli altri», ha sostenuto il procuratore Ferdinando Lignola.
Gli avvocati di Guede, Tommaso Pietro Carlo e Monica Grossi, hanno sostenuto che non regge la condanna di Guede per omicidio in concorso, visto che i suoi coimputati sono stati assolti e non è stata riscontrata la presenza di altri sulla scena del delitto. «Tutte le sentenze dicono che Guede non è stato l’esecutore materiale, fatto che gli è valso la concessione delle attenuanti. La Corte d’Appello di Firenze ora – secondo la difesa – sbaglia clamorosamente nel sostenere che Guede potrebbe aver agito da solo».
Contrari alla revisione i legali della famiglia Kercher. «Amanda Knox e Raffaele Sellecito – ha ricordato l’avvocato Francesco Maresca – sono stati assolti per non aver commesso il fatto e non certo perché il fatto non sussiste. Non si è raggiunta la certezza di porli sulla scena del crimine, la camera di Meredith. Invece vi sono riscontri granitici della presenza di Guede, a partire dal suo profilo genetico, esorbitante sul corpo della vittima».
(sa.mi)