O.U.A.(1): "NO" A CHIUSURA TRIBUNALI MINORI. COSI' ALL'INAUGURAZIONE DELL'ANNO GIUDIZIARIO A PERUGIA - Tuttoggi.info

O.U.A.(1): “NO” A CHIUSURA TRIBUNALI MINORI. COSI' ALL'INAUGURAZIONE DELL'ANNO GIUDIZIARIO A PERUGIA

Redazione

O.U.A.(1): “NO” A CHIUSURA TRIBUNALI MINORI. COSI' ALL'INAUGURAZIONE DELL'ANNO GIUDIZIARIO A PERUGIA

Lun, 01/02/2010 - 11:19

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Nella cerimonia di inaugurazione dell'Anno Giudiziario del 30 Gennaio scorso, presso la Corte di Appello di Perugia, è intervenuto con un contributo, l'Avv. Mauro Minci del Foro di Spoleto, in rappresentanza dell'Organismo Unitario dell'Avvocatura Italiana (O.U.A.), con una serie di proposte per la normalizzazione dei rapporti tra magistratura e la politica, ma sopratutto con una netta e contraria presa di posizione sulla chiusura dei Tribunali minori, ritenendoli invece strumenti necessari per un migliore esercizio della Giustizia.

Ecco il testo dell'intervento:

“Ill.mo Signor Presidente, a nome dell'Organismo Unitario dell'Avvocatura Italiana porgo un deferente saluto a Lei, al Signor Procuratore Generale, ai Signori Magistrati, alle Autorità tutte, civili militari ed ecclesiastiche, ai rappresentanti delle Istituzioni e delle Associazioni ed ai Colleghi presenti. L'Avvocatura è fermamente convinta che la Giustizia debba cessare di essere un campo di battaglia tra Magistratura e Politica e che avvocati e magistrati debbano procedere uniti per salvare dal disastro questo settore nevralgico del Paese. L'Avvocatura, pertanto, rinvendica il ruolo di protagonista della necessaria riforma della macchina giudiziaria e segnala la impellente necessità di intervenire immediatamente e con efficacia non soltanto sulle procedure ma, soprattutto, sulle disfunzioni strutturali dell'organizzazione giudiziaria.

L'OUA, pur apprezzando alcune iniziative del Ministro della Giustizia, ritiene che si debba fare molto di più sul piano dell'impegno economico e degli organici, della riorganizzazione e della informatizzazione degli Uffici, del processo telematico e del quadro ordinamentale, perchè la riforma della Giustizia deve essere necessariamente accompagnata dallo stanziamento adeguato di risorse umane e strutturali.

Dalla IV Conferenza Nazionale dell'Avvocatura è emersa, in maniera unitaria ed inequivoca, la necessità di riformare la Costituzione perchè l'Avvocatura venga riconosciuta come soggetto costituzionale nella Giurisdizione; è poi importante approvare rapidamente il progetto di legge per un nuovo ordinamento forense ed è improrogabile riformare la Magistratura laica.

Espongo, in sintesi, alcune delle più importanti attività ed iniziative politiche dell'OUA, rimandando per il resto al documento del nostro Presidente, Avv. Maurizio De Tilla, che Le consegno insieme alla trascrizione di questo mio intervento.

Riconoscimento costituzionale del ruolo dell'Avvocatura nella Giurisdizione

L'OUA ha proposto la modifica della Carta Costituzionale per riconoscere pari dignità ad avvocati e magistrati ed esplicitare il ruolo costituzionale dell'Avvocatura nella Giurisdizione, perchè ritiene che soltanto così si potrà concretamente affermare il principio del giusto processo e tutelare effettivamente il diritto di difesa e la ragionevole durata dei procedimenti giudiziari; per questo è stata chiesta la modifica della rubrica del Titolo Quarto della Parte Seconda della Costituzione, con la dicitura “La Giurisdizione” (attualmente, il Titolo è “La Magistratura”).

Il Titolo andrebbe suddiviso in tre sezioni: la prima dovrebbe essere dedicata ai principi fondamentali della funzione giurisdizionale, con la previsione della essenzialità delle due componenti della Giurisdizione, della loro indipendenza, nonchè della terzietà del Giudice e dell'assoluta parità tra le parti, con l'impegno dello Stato per una ragionevole durata del processo e per l'adeguatezza dei costi della Giustizia; la seconda dovrebbe contenere i principi riguardanti la Magistratura; la terza dovrebbe definire i principi relativi all'Avvocatura e, quindi, alla tutela dei cittadini, con il riconoscimento che la difesa affidata agli avvocati è funzione essenziale in ogni procedimento giudiziario e con la previsione che per i non abbienti i costi facciano carico allo Stato ma che l'organizzazione concreta della difesa venga affidata alle istituzioni dell'Avvocatura.

Riforma dell'ordinamento forense

I princìpi cardine della riforma, come proposta unitariamente dall'Avvocatura, sono i seguenti:

  • ristabilire l'inderogabilità dei minimi tariffari;

  • ripristinare il divieto del patto di quota-lite;

  • prevedere l'esclusività della consulenza legale;

  • non ammettere le società di capitale e con soci di solo capitale;

  • stabilire l'introduzione del numero chiuso all'Università e l'accesso programmato alle Scuole di formazione forense, non essendo ulteriormente tollerabile un albo di ben duecentotrentamila avvocati;

  • definire con rigore i criteri della formazione continua e dell'aggiornamento permanente;

  • fissare il limite massimo di cinquanta anni di età per l'iscrizione all'albo e attribuire al certificato di abilitazione la validità massima di cinque anni;

  • fissare il requisito di continuità ed effettività nell'esercizio dell'attività;

  • prevedere i titoli di specializzazione come elemento di ulteriore qualificazione e sicurezza del servizio dell'avvocato.

Giudice laico

L'Avvocatura è contraria a che i semplici laureati in giurisprudenza possano essere nominati giudici laici: l'accesso dovrà essere consentito ai soli avvocati, cui dovranno essere riconosciute retribuzione adeguata e tutela previdenziale, con ampliamento degli organici e utilizzazione solo temporanea e limitata dei Giudici Onorari di Tribunale, i quali non potranno svolgere contemporaneamente la professione di avvocato.

Processo breve

L'OUA è fermamente convinto della necessità sia di assicurare al cittadino un esito processuale in un tempo ragionevole e prevedibile, sia di intervenire in maniera significativa sulla riorganizzazione della struttura giudiziaria, anche in termini di sufficienti dotazioni economiche, indispensabili per assicurare un processo che risponda, nell'ambito di una riforma dell'intero sistema processuale, ai canoni costituzionali ed ai princìpi europei.

L'OUA è altrettanto convinto che l'introduzione di una legge che scandisca i tempi del processo debba necessariamente accompagnarsi ad una riforma dell'istituto della prescrizione che, in armonia con la perenzione processuale, ne limiti temporalmente l'applicazione al solo periodo antecedente l'esercizio dell'azione penale, sottoponendo quest'ultima ad una sostanziale rivisitazione che introduca una effettiva cogenza dei termini processuali e meccanismi di controllo in relazione all'iscrizione nel registro degli indagati.

L'OUA, quindi, condivide i princìpi richiamati dal noto progetto di legge sul “processo breve”, purchè la nuova normativa trovi applicazione soltanto per situazioni future.

Patto per la Giustizia

L''OUA ha sottoscritto, insieme all'Associazione Nazionale dei Magistrati e alle altre componenti del mondo giudiziario, il “Patto per la Giustizia e per i Cittadini”, che prevede:

  • rafforzamento delle risorse umane ed economiche;

  • riforma dell'ordinamento forense;

  • personale adeguato al funzionamento degli uffici;

  • reale informatizzazione finalizzata allo snellimento delle procedure;

  • apprestamento del processo telematico su tutto il territorio nazionale;

  • intervento sulla Magistratura laica;

  • rivisitazione della “Geografia Giudiziaria“.

Mi si permetta di dedicare la parte conclusiva del mio intervento a tale ultimo argomento.

Lo scorso 13 gennaio il plenum del Consiglio Superiore della Magistratura ha approvato una risoluzione con la quale ha fornito al Ministro della Giustizia quella che ritiene essere la dimensione “ottimale” del Tribunale: il CSM sostiene che, per essere efficiente, un Ufficio Giudiziario debba avere nel proprio organico non meno di venti e non più di quaranta magistrati.

E' evidente che se la proposta del CSM dovesse essere accolta dal Governo e dal Parlamento, si avrebbe non più una “rivisitazione” della “Geografia Giudiziaria”, ma piuttosto una vera e propria “rivoluzione“, con la soppressione di quasi novanta Tribunali.

Basti pensare al nostro Distretto, che perderebbe i Tribunali di Orvieto e di Spoleto e che resterebbe con i soli Tribunali di Perugia e di Terni, con quest'ultimo che eviterebbe la soppressione soltanto perchè Terni è città capoluogo di provincia.

E' facile, a questo punto, immaginare quale potrebbe essere il destino, sebbene non immediato, della Corte di Appello di Perugia, con un solo Tribunale medio grande (Perugia) ed uno medio piccolo (Terni): la soppressione e l'accorpamento ad altra Corte d'Appello confinante, come è già capitato all'Umbria per altri servizi pubblici essenziali.

Non è questa la volontà dell'OUA, ribadita anche in occasione dell'ultima Assemblea dei propri Delegati, tenutasi a Roma lo scorso 22 gennaio.

L'OUA non ha mai messo in discussione l'opportunità di rivedere la “Geografia Giudiziaria“, ovvero la distribuzione sul territorio degli Uffici dove si amministra Giustizia; non vi è dubbio, però, che quello della “Geografia Giudiziaria” è tema che, in un momento in cui efficienza del sistema e razionalizzazione di costi sono binomio indissolubile, va affrontato in maniera complessiva, con riferimento a tutti gli Uffici presenti sul territorio, siano essi del Giudice di Pace, Sezioni Distaccate di Tribunale, Tribunali e Corti di Appello.

Nell'indicato deliberato del CSM si prospetta ancora una volta il luogo comune, errato, che i piccoli Tribunali non funzionano e costano troppo e che, per sopperire al disservizio endemico della Giustizia ed alla lungaggine dei processi, non resti altra soluzione che sopprimerli, e questo con mero riferimento al solo numero dei magistrati in essi presenti; in realtà, sono proprio i Tribunali cosiddetti Minori, a meno che non vengano penalizzati, ad essere i più produttivi ed i più celeri nel prestare ai cittadini quel “servizio Giustizia” che raramente si ottiene nei Tribunali di grandi o medie dimensioni.

Le ragioni di specializzazione o di incompatibilità del magistrato, su cui appare fondarsi essenzialmente da parte del CSM l'individuazione dell'organico del “Tribunale ottimale“, non sono tutte condivisibili e, comunque, non possono essere le uniche da tenere in considerazione: vi sono aspetti legati alla identità storica e civile, al territorio, alle comunicazioni ed al tessuto sociale che non possono essere sacrificati ad una efficienza tutta da accertare, non dovendosi dimenticare che il presidio di legalità che è oggi costituito da tutti i Tribunali, compresi anche gli ottantotto individuati dal CSM, costituisce un patrimonio che non può essere disperso.

La Giustizia non può essere valutata in termini di mera produttività aziendale ed essa, pur in presenza di congiunture economiche come quella attuale, rimane un bisogno della Collettività come la Sanità e la Scuola e, come tale, i suoi costi debbono considerarsi socialmente utili e doverosamente riassorbibili, non senza dire che, contrariamente a quanto alcuni vanno sostenendo, il principio della Giustizia di prossimità al cittadino è un grande valore che deve essere tutelato.

L'OUA è pertanto dell'opinione che una nuova “Geografia Giudiziaria” potrà trovare attuazione non con la soppressione di Tribunali che non sono capoluogo di provincia o che non rispettano un numero minimo di magistrati, ma con una equa ridistribuzione del territorio tra gli esistenti Uffici.

Ogni sede di Tribunale è un Ufficio già organizzato, ciascuno con una struttura in grado di fornire il miglior “servizio Giustizia” al proprio circondario: sopprimere un Tribunale significherebbe perdere un patrimonio acquisito nel tempo, impoverendo il corrispondente territorio sotto il profilo dei servizi e della educazione alla legalità.

L'OUA ritiene più utile valutare la possibilità e la necessità di ridistribuire all'interno di ciascun Distretto, quindi anche in Umbria, il circondario degli attuali Tribunali anche superando, se necessario, i confini provinciali per costituire Uffici con termini il più possibile omogenei, con il metodo della disaggregazione di popolazione e di territorio dai Tribunali più grandi ed ingolfati, per incrementare i Circondari dei Tribunali oggi ritenuti sottodimensionati.

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