Cronaca

Novelli Terni, lavoratori in consiglio comunale | Delegazione accolta a Palazzo Spada

Aggiornamento ore 17.00 – Con 25 favorevoli su 25 votanti è stato approvato l’inserimento come primo punto all’ordine del giorno l’atto di indirizzo formulato in sede di conferenza di capigruppo relativo ai lavoratori dell’ex Gruppo Novelli.

Nel documento viene impegnato il sindaco ad attivarsi nelle sedi e con le modalità opportune affinché sia riaperto al Mise con immediatezza il tavolo di confronto Novelli. Le istituzioni locali e sindacali si attiveranno nel contempo per avere chiarezza sul piano industriale e, soprattutto, mettere in campo tutte le risorse per poter utilizzare gli ammortizzatori sociali a salvaguardia e tutela dei lavoratori.

La battaglia dei lavoratori dell’ex gruppo Novelli cambia rotta e si indirizza verso i palazzi della politica. Dopo il presidio di ieri davanti al Tribunale di Terni, mentre una delegazione di lavoratori si è confrontata con il giudice fallimentare Luciana Nicolì, oggi i dipendenti in sciopero si sono portati davanti al Comune di Terni, dove è in corso la seduta del consiglio comunale. Proprio in questi minuti, il consiglio comunale è stato sospeso e si è riunito in conferenza dei capigruppo per accogliere la delegazione dei lavoratori entrata a Palazzo Spada.

Poco rassicuranti le notizie di ieri, visto che il Tribunale di Castrovillari ha nominato come commissario giudiziale Fernando Caldiero, stabilendo così la competenza del concordato preventivo di Alimentiitaliani Srl lontano da Terni, dove invece il giudice fallimentare sta seguendo il concordato preventivo relativo al Gruppo Novelli omologato nel 2013.

Ora l’azienda Alimentiitaliani avrà 60 giorni di tempo per presentare la sua proposta di piano industriale, che prevederebbe l’esubero di 80 lavoratori in tutti gli stabilimenti e oltre 30 in quello ternano.

Il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, ha incontrato i lavoratori in presidio al Tribunale, sostenendo che: “I lavoratori del gruppo ex Novelli sono persone responsabili ma anche determinate a battersi per il loro posto di lavoro. Una battaglia che è di tutti noi. Stiamo cercando di riportare la trattativa al Ministero, per riattivare un confronto con la nuova proprietà, in maniera tale di rimettere in discussione tagli occupazionali pesantissimi e di utilizzare gli ammortizzatori sociali. Comunque non molliamo, comunque dalla parte dei lavoratori, a difesa di un polo agroalimentare di grande valore”.

Quello di Palazzo Spada è soltanto il primo passo che i lavoratori sono decisi a compiere; nel mirino c’è Palazzo Donini e la Governatrice dell’Umbria, Catiuscia Marini con la quale i dipendenti in sciopero vorrebbero un confronto al più presto.


Stefano Lucidi, M5S – Abbiamo presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda sul caso della azienda ex Novelli, oggi Alimentitaliani srl, ceduta nel 2016 al gruppo calabrese IGreco dopo una procedura di concordato fallimentare in continuità che non aveva portato neanche lontanamente i risultati sperati.

Alimentitaliani aveva promesso al tavolo di crisi istituito presso il Mise di mantenere i livelli occupazionali ereditati dalla precedente gestione. Dall’inizio del 2017, tuttavia, i nuovi proprietari hanno manifestato l’intenzione di ridurre l’organico e già l’1 aprile 20 dipendenti dello stabilimento di Latina sono stati effettivamente licenziati. Il piano di sfoltimento dei lavoratori prevede altri 59 licenziamenti tra gli stabilimenti di Roma, Spoleto, Spoleto Montefalco, Terni, Amelia, Terni Torino e Muggiò. È evidente quindi il fallimento del Mise, dato che la sua Unità per la Gestione delle Vertenze delle imprese in crisi (UGV) dovrebbe per statuto salvaguardare e consolidare i livelli occupazionali delle imprese coinvolte.

Con la nostra interrogazione chiediamo al Ministro Calenda di far luce sui risultati complessivi dell’Unità di crisi dal momento della sua istituzione e di procedere al più presto ad una nuova regolamentazione di questa struttura, dato che ad oggi non è previsto alcun regime sanzionatorio a carico delle controparti che partecipano ai tavoli di crisi e poi non rispettano gli accordi raggiunti. Senza sanzioni la protezione dei lavoratori garantita dal Mise rimane solo sulla carta, come il caso Ex Novelli dimostra senza ombra di dubbio.