di Geraldina Rindinella
Arrivati alle porte di Mugnano, paese di circa mille anime distante una manciata di chilometri dal lago Trasimeno, s’incontra un cartello davvero invitante. Non per il canonico saluto rivolto ai visitatori, che è ormai presente in tutte le città che si rispettino, ma per la scritta sottostante in cui è citata una particolarità del luogo: “Benvenuti nel paese dei Muri Dipinti”. Questa piccola cittadella, conosciuta più per aver dato i natali all’ex calciatore Fabrizio Ravanelli che per la sua ricchezza storica, è divenuta nel tempo una “pinacoteca” a cielo aperto. Più di una trentina di pitture murali contemporanee, si fondono infatti con le antiche fortificazioni del centro storico di Mugnano: questa ristrutturazione, che ha salvato il paese dal degrado, è nata dall’idea di integrare la roccaforte medievale con l’arte moderna. L’antico centro storico detto “il Borgo”, con il suo vecchio nucleo architettonico e i suggestivi vicoli, è a tutt’oggi abitato grazie ad un’opera di recupero capillare. Alcuni pittori italiani e stranieri sono stati invitati nel 1983 ad eseguire i “Muri Dipinti” a tema libero, una vera e propria esposizione permanente, in un connubio dal fascino particolare. Da quest’anno le pitture, completamente restaurate e visitabili anche nelle ore notturne tramite l’uso di ingegnose illuminazioni, si tingono di un nuovo chiarore grazie anche alla fresca opera dell’artista Lorenzo Montagnoli, che verrà svelata al pubblico in occasione della rassegna dal titolo ‘In… contriamoci a Mugnano’, in programma da domani al 4 luglio.
Perugino, classe 1987, studente all’Accademia delle Belle Arti, Montagnoli spiega a TO® cosa lo ha spinto a cimentarsi in questa avventura: “C’era da tempo l’idea di regalare alle facciate un’opera che fosse diversa dai soliti schemi e, finalmente, quest’anno ho avuto l’opportunità di poter realizzare il murale dal titolo ‘Mugnano 25 giugno 2010’. Un titolo eloquente, che richiama il giorno dell’inaugurazione dell’affresco, il tutto racchiuso in un legame tra antico e moderno. Il castello incarna il simbolo di un passato quasi mitico che arriva ai giorni nostri portando i segni del tempo, che è stato e diventa planimetria, invasa di colori sgargianti, moderni, e vivi che compongono l’immagine grafica. L’opera è il bisogno di sentire il luogo, di fermare il tempo nella parete in maniera quasi primitiva e il desiderio di offrire, a chi questo luogo lo ha vissuto, un qualcosa dove riconoscere la propria casa, la propria storia e i propri ricordi”.
L’originalità delle pitture, i temi trattati, gli stili e le tecniche usate danno così voce ai diversi linguaggi dell’arte, sconfinando dal figurativo all’informale e rendendo il paese estremamente singolare nel suo genere. Ogni artista qui può trovare la sua oasi di pace, proprio perché Mugnano si presenta agli occhi degli ignari viaggiatori come un presepe fuori da ogni tempo. E qui, il tempo, sembrerebbe essersi fermato, se non fosse per la musica proveniente dagli stand della sagra che, tra un liscio romagnolo e una dance music scatenata, spezza solo per dieci giorni la tranquillità surreale di questa piccola perla umbra.