Muccia ha bisogno di aiuto, appello alla città di Foligno | Le foto - Tuttoggi.info

Muccia ha bisogno di aiuto, appello alla città di Foligno | Le foto

Claudio Bianchini

Muccia ha bisogno di aiuto, appello alla città di Foligno | Le foto

Viaggio nel piccolo borgo marchigiano con il sindaco Mario Baroni I Il paese è in ginocchio ma i folignati possono tendere una mano per rialzarsi
Mar, 15/11/2016 - 17:24

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Foligno ha ricevuto tanta, tantissima solidarietà e tanti aiuti, sia economici che concreti, durante l’emergenza terremoto che sconquassò terribilmente il suo territorio.

Ogni volontario che arrivava era un amico in più, ogni pacco di beneficenza un mattone in più per la ricostruzione morale delle persone, ogni centesimo di euro aveva il valore inestimabile della fratellanza a livello internazionale.

E’ stata dura certo, molto dura, sembrava quasi fosse impossibile, ma Foligno alla fine ce l’ha fatta. E così, come un’araba fenice è risorta dalla sue ceneri, più bella e più forte di prima dalle vallate di pianure alle montagne di confine.

Ora, tanti folignati, a vario titolo, ognuno a seconda delle proprie possibilità e capacità, si stanno rimboccando le maniche per ricambiare, almeno in parte, quanto ricevuto: la mano per rialzarsi, viene tesa a Muccia – o ‘La Muccia’ – come la chiamiamo amichevolmente dalle nostre parti.

Un piccolo borgo montano, ad appena 36 chilometri dal ‘centro del mondo’ con Colfiorito posto esattamente a metà strada. Un paese da sempre legato al Folignate dagli appennini, considerati più come cerniera che come barriera, ed oggi, grazie alla nuova Ss 77 è come ritrovarsi in un abbraccio con cari vecchi parenti.

A Muccia è davvero piena emergenza: il 95% delle abitazioni è inagibile, la zona industriale è praticamente in ginocchio, le attività commerciali quasi tutte chiuse, sono praticamente tutti terremotati. C’è chi ha scelto di ‘migrare’ verso il mare, ma non sono vacanze rilassante, è quasi una ‘deportazione’ seppur con tutti i confort del caso. Gli altri sono sistemati da amici e parenti o in alloggi in affitto considerati più sicuri, chi è rimasto è rimasto nei dormitori degli ex cantieri della Quadrilatero, nella secolare abbazia di Sant’Eutizio, nelle strutture della Croce Rossa e comunque ‘alla meno peggio’.

A Muccia non ci sono le telecamere delle tv nazionali a richiamare attenzione, anzi non ci sono mai state. Muccia non è una tappa inserita nei tour di politici e personalità. Non ha ‘santi in Paradiso’.

Il sindaco, Mario Baroni, è un cittadino tra i cittadini, terremotato tra i terremotati, parla con tutti, gira ovunque, dalle prime luci dell’alba sino a notte fonda, come il padre di una grande famiglia.

Domenica scorsaci ci ha invitato a pranzo nella grande struttura che ospita la mensa della comunità, a rallegrare gli animi dei terremotati una banda che cantava il Saltarello Marchigiano, il calore della cucina, la vicinanza dei compaesani e la solidarietà di tanti volontati e soccorrotori. Ma sono sprazzi di sole in giornate buie.

Cerca di fare il possibile, Mario Baroni, e tenta di arrivare pure all’impossibile. Si sentono soli a Muccia, forse, in parte, abbandonati.

Sono più forti della violenza della terra, della loro terra, che non riescono ad odiare e dalla quale non vogliono separarsi. Ma hanno bisogno di aiuto, nonostante la dignitosa ‘tigna’ delle genti dell’Appennino.

Si sono già mosse le Brigate di Solidarietà Attiva di Foligno (grazie anche al fondamentale sostegno della comunità di Caraviglia, comune in provincia di Arezzo, e del suo sindaco Leonardo Degli Innocenti); si sono mobilitati il rione La Mora e la Quintanella di Scafali; così come tanti altri privati.

Muccia oggi è un paese fantasma, ma non vuole scomparire! E con l’inverno, le difficoltà rischiano di raddoppiare.

Ecco la proposta: Foligno potrebbe prendere Muccia sotto la sua ala protettiva, e tutto sarebbe più facile o comunque meno difficile.

E’ questo l’appello che i nostri cugini marchigiani lanciano: siamo sicuri che Foligno sarà pronta a questo gemellaggio all’insegna della solidarietà.

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