Cronaca

Morbillo, a Terni 38 casi | Ecco perché il vaccino è utile secondo la comunità scientifica

L’ultima dimissione di un paziente colpito dal morbillo a Terni è avvenuta nella giornata di ieri, mentre ancora uno, l’ultimo, è ricoverato nel Reparto Malattie Infettive dell’ospedale “Santa Maria”. Dall’inizio dell’”epidemia” – come definita dai responsabili del presidio ospedaliero – a Terni si contano 38 casi, 14 dei quali hanno visto coinvolti operatori sanitari infettati dalla malattia che negli ultimi mesi sta registrando una preoccupante crescita.

Nello scorso anno, in tutta l’Umbria, si sono registrati ‘soltanto’ 16 casi di morbillo, mentre, negli ultimi tempi, soltanto nella provincia di Terni i casi sono diventati 38. Questi dati vanno inseriti in un contesto nazionale che genera preoccupazione nella comunità medico-scientifica, visto che l’ultimo rilevamento dell’Istituto Superiore di Sanità del 21 maggio, fissa a 2581 i casi in tutta la penisola, con criticità elevate in alcune regioni che devono far fronte a una vera e propria emergenza.

Per contrastare il fenomeno, che presenta una curva in crescita costante, il “Santa Maria” ha offerto uno screening gratuito ai pazienti che volessero verificare la loro ‘copertura’; ad ora sono arrivate 280 richieste, delle quali circa 170 sono state evase dal personale sanitario del “Santa Maria”, con risultati confortanti sul numero delle persone coperte da vaccino e quindi non a rischio contagio.

Proprio sul fronte vaccini si è scatenata una bagarre che spesso rischia di fuorviare i cittadini e di dare informazioni sbagliate, per questo abbiamo contattato la dottoressa e professoressa Daniela Francisci, direttrice del Centro Malattie Infettive dell’ospedale di Terni: “La comunità scientifica e chi è competente in materia non può che sostenere l’utilità della vaccinazione – afferma la dottoressa – Fino a questo momento non si è più sentito parlare del morbillo, non perché sia scomparso, ma grazie alle misure di prevenzione adottate con scrupolo. Ovviamente la vaccinazione non è indicata per tutti – spiega ancora la Francisci – in alcuni soggetti particolari è controindicata o sconsigliata, ed è proprio qui che diventa fondamentale il ruolo che hanno gli altri nei confronti di queste persone. Chi può, deve fare il vaccino, non solo per proteggere se stesso, ma anche per preservare la salute dei soggetti più deboli”.