Il 16 e il 31 marzo a Montefalco si sono svolte due sedute consiliari a dir poco incandescenti. Per il gruppo di minoranza “Montefalco che vorrei” (Broccatelli, Lubricchio, Morici, Nizzi) si profila un quadro ≪molto grave≫ per i mesi a venire, con forti rincari dei servizi essenziali.
Nel consiglio comunale del 16 marzo è stata votata, con l’astensione della minoranza, l’uscita di Montefalco dal Corpo unico di polizia locale dell’Unione dei Comuni terre dell’olio e del Sagrantino.
≪Con gli altri comuni determinati a uscire dal Corpo di polizia, Montefalco non ha potuto che adeguarsi. Così – affermano i consiglieri – la maggioranza ha votato per l’uscita dal Corpo di polizia, portando allo scioglimento definitivo≫. Lo conferma il sito ufficiale dell’Unione dei Comuni: il servizio non è più operativo dal 1° aprile.
≪Montefalco aveva paventato, per prima, l’ipotesi di uscire dal Corpo – fa sapere il gruppo – poi, aveva riconfermato la sua disponibilità a scongiurare un simile epilogo≫. Niente da fare.
La polizia municipale torna in capo a ciascun comune (Montefalco, Bevagna, Trevi, Castel Ritaldi, Massa Martana, Giano dell’Umbria, Gualdo Cattaneo, Campello sul Clitunno). Per i consiglieri di minoranza si tratta di una sconfitta: ≪Montefalco dovrà far fronte a delle spese, il Corpo unico permetteva di risparmiare circa 60mila euro l’anno – evidenziano -. Da parte nostra, abbiamo sempre sostenuto la gestione aggregata≫.
Ad aggravare un quadro già preoccupante, la seduta consiliare del 31 marzo. Con i soli voti della maggioranza, si è approvato il bilancio previsionale 2017 ≪che prevede onerosi rincari per i cittadini≫. Primo fra tutti, ≪l’aumento di 1 euro del buono pasto (che passa da 3 a 4 euro) e quindi, all’incirca, di 180 euro all’anno per ciascun bambino iscritto alla scuola dell’infanzia≫.
≪Qui l’amministrazione ha fatto una scelta precisa, assai grave – affermano i consiglieri – che doveva essere evitata a tutti i costi. La maggioranza avrebbe dovuto risparmiare su altri capitoli di bilancio, anziché gravare sulle famiglie≫.
La stoccata finale arriva con ≪l’aumento della tassa sui rifiuti (TARI): rincaro del 3% in media per le utenze domestiche e dell’1% in media per quelle non domestiche≫.