Michele Maraglino salvato dalla fame... e dalla musica / Intervista di Tuttoggi - Tuttoggi.info

Michele Maraglino salvato dalla fame… e dalla musica / Intervista di Tuttoggi

Alessia Chiriatti

Michele Maraglino salvato dalla fame… e dalla musica / Intervista di Tuttoggi

Il fondatore dell'etichetta perugina La Fame Dischi alla terza edizione del suo concorso / In lavorazione il secondo album
Mer, 24/09/2014 - 09:51

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La fame, le necessità, i giovani: la fotografia, forse cinica, forse fin troppo amara, di una generazione in cerca dell’indipendenza, sociale prima che economica. A raccontarla, chitarra a tracolla, Michele Maraglino, cantautore attivo dal 2005. Taranto, classe 1984: nell’estate del 2011 fonda l’etichetta indipendente La Fame dischi e nel 2012 pubblica il suo album d’esordio “I Mediocri”, molto apprezzato da critica e pubblico. Quasi 100 date all’attivo, il suo brano “L’Aperitivo” finisce nella colonna sonora del film “Buongiorno Taranto” di Paolo Pisanelli. Anche Repubblica XL lo nota, per il suo singolo “Lavorare gratis”, storia di tutti gli stagisti d’Italia e d’Europa, accompagnato dal videoclip di Chiara Incarbone, dove si sente: “Te lo immagini se un giorno/  tutti quanti a rifiutare /uno stage pagato zero /un lavoro che non è vero”. Tuttoggi ha incontrato Michele Maraglino e gli ha chiesto come sia nata la sua esperienza, come abbia preso piede la sua passione.

Come ti sei ritrovato a fondare e gestire un’etichetta indipendente?

Ho la passione per la musica fin da piccolo. Tutto è nato dalla grande voglia che avevo di emergere e che mi portava a spedire le mie produzioni a case discografiche e addetti ai lavori. Poi internet ha rivoluzionato tutto: ho capito che dovevo sporcarmi le mani, producendo e promuovendo da solo i miei lavori. In questo modo ho costruito i miei contatti, che ho inizialmente sfruttato per promuovere le mie canzoni e successivamente anche per aiutare colleghi musicisti che stimavo. E’ così che è nata la Fame Dischi a Perugia. Nel corso degli anni è cresciuta in maniera inaspettata. Ha rappresentato per me la possibilità di vivere di musica. In un certo senso, posso dire che mi ha salvato la vita.

Come nasce il nome dell’etichetta?

E’ molto legata alla fase storica in cui mi trovavo in quel momento. Nasce l’anno in cui ho lasciato l’università: non riuscivo a fare a meno della musica, ma sentivo comunque il bisogno di far fronte alle mie necessità quotidiane. Nacque da un’illuminazione, quando pensai che le canzoni migliori le scrive la fame, in contrasto con chi fa musica solo per apparire e riscuotere popolarità su di un palco. Ho sempre cercato di valorizzare chi seguisse la mia stessa filosofia.

E’ il terzo anno che con la tua etichetta organizzi un concorso dal titolo “Le canzoni migliori le aiuta la fame”. Raccontacelo.

E’ un concorso che è cresciuto negli anni e ha visto la partecipazione di centinaia di gruppi. Dall’anno scorso per il vincitore mettiamo a disposizione i nostri studi di registrazione presso l’ostello Mario Spagnoli di Perugia, per la realizzazione di un album che poi promuoviamo tramite il nostro ufficio stampa e distribuiamo in tutto il mondo. In realtà i premi sono tanti, come la possibilità di andare in tour, in tv e in radio: cerchiamo di dare possibilità e visibilità a tutti, anche perchè l’intento è quello di rappresentare un’opportunità per tutti gli iscritti. Anche quest’anno è possibile partecipare sul nostro sito e precisamente all’indirizzo www.lafamedischi.com/concorso. C’è tempo fino al 31 Ottobre.

Un’esperienza che nasce anche dal successo del tuo primo album “I mediocri”…

Non parlei propriamente di successo. E’ stato un album che mi ha regalato tante soddisfazioni. La cosa più importante è stata poter partire in tour per i club e i locali italiani, e poter così raccontare al pubblico le mie storie. Ora è in lavorazione il secondo album, che avrà come tema portante la comodità, un pò il male dei nostri tempi. Perchè la mia musica nasce dall’osservazione di un mondo dopato, dove spesso i genitori hanno aiutato i figli, spesso anche economicamente, non insegnando loro a camminare con le proprie gambe. Mancano le vere necessità: molti sono cullati dall’idea che qualcuno li aiuterà sempre.

ASCOLTA L’ALBUM

“E intanto non ti accorgi dello schifo che vivi / un lavoro / una casa / una vita mediocre”. Così recita la tua canzone “Vita mediocre” inclusa appunto nel tuo primo album. Qual è allora la tua filosofia?

Di certo è non avere paura di essere se stessi, perchè, soprattutto nella musica, chi ha paura è vittima di una finzione. La mia filosofia è perciò essere ciò che si scrive.

Foto di Riccardo Ruspi

Riproduzione riservata


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