Messa delle Palme all'Ast tra volantini e i rischi per i dazi Usa - Tuttoggi.info

Messa delle Palme all’Ast tra volantini e i rischi per i dazi Usa

Sara Fratepietro

Messa delle Palme all’Ast tra volantini e i rischi per i dazi Usa

In viale Brin la tradizionale celebrazione della Domenica delle Palme ma con il presidio dei lavoratori all'esterno
Dom, 25/03/2018 - 18:38

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Doveva essere una tranquilla celebrazione, la tradizionale messa per la Domenica delle Palme celebrata dal vescovo di Terni Giuseppe Piemontese all’interno dell’Ast, ma la vertenza in corso ed i nodi irrisolti hanno fatto sì che la tensione fosse alta anche oggi. All’esterno dello stabilimento, infatti, il presidio di lavoratori ed rsu, con volantini di protesta.

Alla celebrazione officiata dal vescovo nei locali di viale Brin (officina meccanica della Società delle Fucine), tra i lavoratori dell’Ast e familiari erano presenti l’amministratore delegato Massimiliano Burelli, il prefetto Paolo De Biagi, il sub commissario Andrea Cambassi, le autorità militari, la dirigenza aziendale, i rappresentanti dei sindacati e il cappellano della fabbrica don Marcello Giorgi; ad animare la messa la Corale del Cuore.

 “Siamo qui – ha detto il vescovo Piemontese – non solo per rinnovare una tradizione, ma per celebrare il mistero centrale della nostra fede: la Messa, memoria e attuazione della pasqua di Gesù Cristo, passione morte e risurrezione. La celebrazione avviene in questo luogo, una seconda cattedrale della nostra città, dove quotidianamente, in maniera sentita e visibile, si celebra la liturgia del lavoro umano.

Qui si rinnova il mistero cristiano: della creazione (invenzione e trasformazione di nuovi manufatti); della incarnazione del Figlio di Dio quale operaio e artigiano tra operai; della passione, cadenzata da fatica e sofferenze; qualche volte anche della morte (il pensiero del presule è andato all’operaio Gianluca Menichino, scomparso per le conseguenze di un incidente all’interno dell’Ast, ndr)  e della risurrezione e della vita per le nostre famiglie, della società e per tante realtà che si giovano del frutto del vostro lavoro.

Siamo qui oggi perché i cristiani che qui operano, intendono riconoscere questo lavoro non solo come valore umano e sociale, ma vogliono riconoscerne il significato e il valore salvifico di redenzione, conferitogli da Gesù Cristo. Nella sua morte e risurrezione il nostro lavoro, le nostre fatiche, le nostre relazioni acquistano senso e valore infinito per il bene nostro e dell’umanità. Ecco allora il senso della Messa pasquale, l’adempimento del nostro precetto pasquale: l’incontro con Cristo sofferente, morto e risorto, perché in Lui trova senso, elevazione e santificazione il lavoro e l’esistenza di ognuno di voi”.

Monsignor Piemontese ha ricordato che “la professione di fede di ognuno di noi si costruisce ogni giorno, anche in fabbrica e ha il momento vero quando si è davanti alla croce e si sperimenta la croce”. “Noi cristiani, di questa città e componenti di questa famiglia delle Acciaierie, siamo chiamati a confrontarci con i gruppi descritti e deciderci, proprio in questa settimana santa di passione e di Pasqua, fare una scelta di campo, siamo invitati a deciderci per Gesù, che ci ama di amore incondizionato. Decidiamoci ad essere cristiani, discepoli come le donne: seguire e servire Gesù nella vita di ogni giorno, nel fare la volontà di Dio, nel servizio alla vita (lavoro, famiglia, figli, comunità…) con i propri doni, capacità e generosità. Con la nostra vita per poter fare la Professione di fede, come il Centurione, ogni giorno”.

Il discorso dell’ad di Ast, Burelli

A ricordare i cambiamenti effettuati dall’azienda, il tema della sicurezza ma anche i rischi legati ai dazi previsti da Donald Trump sull’acciaio importato negli Usa è stato l’amministratore delegato di Ast Burelli nel suo discorso al termine della messa.

“Care colleghe e colleghi, gentili ospiti e autorità presenti, – ha esordito Burelli – la giornata di oggi, che riunisce tutti noi qui in Azienda per celebrare la Messa di Pasqua, coincide con una data a me particolarmente cara: in questi stessi giorni, due anni fa, iniziava il mio impegno in Ast.

Da allora molte cose sono cambiate: abbiamo dato prova di saper reagire alle difficoltà rimettendo in ordine i conti, conquistato nuovi spazi di mercato, avviando un cammino di rinnovamento e una trasformazione della cultura del lavoro, abbiamo intrapreso un percorso di responsabilità sociale attraverso una serie di progetti che ci hanno avvicinato sempre più alla città e al territorio.

Oggi la nostra Azienda si candida a essere un modello di riferimento nella “cultura del cambiamento”. Con il Back to Basics abbiamo portato chiarezza negli obiettivi aziendali e promosso la partecipazione attiva di tutti al loro conseguimento. Siamo partiti dagli impianti, dove ha origine il nostro prodotto, diffondendo i principi di trasparenza, collaborazione, spirito di squadra, orientamento al cliente, raggiungimento del risultato e velocità di adattamento, in tutta la struttura organizzativa, vertici inclusi. Abbiamo adottato una strategia che ha come obiettivo un rinnovamento costante, giorno dopo giorno, con coerenza e perseveranza. Piccoli cambiamenti che hanno avviato un processo irreversibile di selezione e miglioramento dell’intera organizzazione. Per questo stiamo utilizzando lo strumento del kaizen blitz, un’azione rapida, focalizzata e risolutiva messa in atto allo scopo di ottenere un miglioramento all’interno di un’area di lavoro ristretta e definita. Puntiamo a realizzarne 150 entro la fine del prossimo anno fiscale, con il coinvolgimento di 600 persone.

Abbiamo avviato questo percorso impegnativo, ma al tempo stesso unico e coinvolgente, perché avevamo la necessità di cambiare pelle per raggiungere nuovi obiettivi all’interno di un mercato sempre più stretto tra il surplus di offerta che arriva dalla Cina e la politica protezionistica del presidente degli Stati Uniti d’America. È notizia di pochi giorni fa la decisione di Donald Trump di imporre dazi del 25% sulle importazioni di acciaio cinese negli Stati Uniti. Lo ha fatto sostenendo che queste importazioni mettono in pericolo la sicurezza nazionale statunitense: l’acciaio viene impiegato dall’industria bellica e la dipendenza da Paesi stranieri metterebbe gli Stati Uniti nella impossibilità di difendersi in caso di conflitto armato. Al momento Donald Trump ha rinviato ogni decisione su possibili dazi anche all’acciaio europeo al prossimo primo maggio.

Bruxelles ha già preparato una lista di prodotti made in Usa ai quali applicare ­dazi per un valore di 2,8 miliardi, ribadendo che la  posizione dei paesi membri sarebbe quella di trovare una soluzione negoziata per evitare inutili guerre doganali.

È innegabile che la politica di Trump rappresenti un’incognita non trascurabile per l’acciaio europeo e per quello italiano: è importante mantenere un approccio collaborativo, rinforzando gli scambi e sviluppando ulteriormente gli accordi commerciali tra tutti i paesi membri. Sono convinto che l’Unione Europea troverà la strada migliore per evitare una pericolosa guerra commerciale con gli Stati Uniti, una guerra che in primis sarebbe dannosa per gli stessi cittadini americani, provocando l’aumento dei costi di tutti i manufatti prodotti con l’acciaio.

In questo panorama è per noi fondamentale puntare al meglio, rimanere competitivi e non perdere di vista la ricerca costante dell’eccellenza.

Acciai Speciali Terni è uno tra i più grandi produttori di acciaio inox al mondo. Innovazione, affidabilità e qualità sono i nostri valori di riferimento, ci hanno fatto crescere e diventare quello che siamo oggi: leader riconosciuti nel nostro settore. Ma l’ingrediente principale per dare un valore in più ai nostri prodotti sono le persone, con la loro abilità, dedizione e passione. E io sono orgoglioso di essere alla guida di Acciai Speciali Terni e di aver incontrato persone che possiedono tutte queste caratteristiche: un grande valore umano e professionale.

Per custodire questo patrimonio e guardare con serenità al futuro, c’è un bene fondamentale che dobbiamo salvaguardare, un capitale che non potrà mai essere barattato: la nostra sicurezza. Per farlo stiamo perseguendo due vie: la diffusione di una corretta cultura della sicurezza e un aggiornamento continuo dell’impiantistica dei sistemi di produzione. Migliorare sempre, mettere continuamente in discussione le modalità operative, rivalutare i rischi alla luce dei progressi realizzati in ambito tecnologico e nell’organizzazione del lavoro, ricercare soluzioni innovative anche nelle situazioni che spesso diamo per scontate. I primi strumenti utili in questo percorso sono informazione e sensibilizzazione. Chiunque lavori in Acciaieria deve imparare a riconoscere le situazioni di pericolo e segnalare i rischi, con la consapevolezza che la somma di piccole distrazioni può portare a gravi conseguenze. Dobbiamo rilevare con soddisfazione un primo risultato: la propensione a segnalare il rischio di incidenti è molto cresciuta rispetto al passato.

Ma in tema di sicurezza l’attenzione non è, e non sarà, mai troppa, non è consentito sottovalutare i rischi e non dovremo mai stancarci di pretendere rigore e rispetto delle regole. La produzione metallurgica è connessa a rischi potenziali inevitabili, ma questo non potrà mai considerarsi un’attenuante in caso di incidente. Lavorare in un ambiente che può esporre a pericoli è una ragione in più per aumentare il nostro impegno, per consigliarci il massimo di attenzione nei comportamenti e il rispetto dei protocolli  di sicurezza.

L’ho detto più volte e lo ripeto oggi :“ZERO INCIDENTI” è il traguardo che ci siamo posti, un obbiettivo che non possiamo mancare, per il rispetto che dobbiamo a noi stessi e alle nostre famiglie. Perché niente è più importante della nostra sicurezza.

Con questa convinzione abbiamo fissato la rotta e siamo nel vivo di un viaggio di miglioramento continuo che ci porterà dritti verso nuove sfide e nuovi orizzonti, trasformerà la qualità della nostra vita lavorativa, rendendola più sicura, efficace e gratificante”.

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