“Mentre in tutto il mondo bruciano interi paesi, mentre la guerra continua a mietere vittime tutti i giorni, mentre ancora oggi centinaia di persone soffrono la fame e la sete, noi possiamo fare qualcosa di importante, noi lo vogliamo fare nella memoria di questo cinquantesimo anniversario”, ha detto Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace ai microfoni di RadioPhonica, nell'anno in cui la Marcia della Pace Perugia-Assisi spegne 50 candeline.
Al 24 settembre 1961 risale infatti la prima edizione della marcia per dire no alla violenza e alla guerra. Quest'anno, “a cinquant'anni di distanza, domenica 25 settembre, noi organizzeremo una nuova marcia 'Per la pace e la fratellanza dei popoli', da Perugia ad Assisi”, ha detto ancora Lotti, spiegando come per l'edizione 2011 sia stato scelto lo stesso titolo della prima edizione.
L'anno appena concluso la Marcia della Pace ha registrato la bellezza di circa 100 mila presenze, molte delle quali l'hanno accompagnata per tutti i 24 km di percorso. Tra di loro, molti rappresentanti delle istituzioni, ma soprattutto tante persone che hanno portato la loro testimonianza dei paesi in guerra da cui provengono, o del disagio, l'esclusione e la povertà che vivono tutti i giorni, i primi obiettivi da sconfiggere per poter parlare davvero di pace.
La Marcia per la Pace Perugia Assisi nacque da un'idea di uno dei principali personaggi simbolo di Perugia, Aldo Capitini. L'intellettuale, ideologo di una nonviolenza apartitica e di ispirazione gandhiana, pensò la manifestazione, ai tempi estremamente innovativa, come un modo per fare dell'attivismo vero, di protesta, senza bandiere politiche o religiose, intorno ai temi del pacifismo e della non violenza verso tutti gli esseri.
“Avevo visto, nei dopoguerra della mia vita, le domeniche nella campagna frotte di donne vestite a lutto per causa delle guerre, sapevo di tanti giovani ignoranti ed ignari mandati ad uccidere e a morire da un immediato comando dall'alto, e volevo fare in modo che questo più non avvenisse, almeno per la gente della terra a me più vicina”, scrisse in seguito Capitini, ricordando le idee che sottostavano alla prima marcia.
Fu in quella marcia del 1961 che nacque la bandiera multicolore della pace, tuttora simbolo apartitico del movimento pacifista e non violento.
“L'idea di convocare una marcia della pace nel 'dì di festa', come pensò Aldo Capitini negli anni più difficili della guerra fredda, ha trovato nella terra di san Francesco un humus straordinario che le ha consentito di diventare una manifestazione unica a livello mondiale”, ha detto Lotti in una recente intervista, commentando la longevità della marcia: “non c'è una manifestazione di pace che si stia ripetendo e rinnovando da così lungo tempo”.
Una longevità che da una parte ha permesso alla marcia di veder crescere e svilupparsi nel mondo una coscienza pacifista globale, di proporzioni forse impensabili ai tempi di Capitini. Ma che ha dimostrato come ancora oggi, con la cronaca internazionale fatta di scontri e violenze, e quella nostrana fatta di storie di disuguaglianze, il tema del pacifismo resti di tragica attualità.
Video Radiophonica.com
Servizio di Rossella Biagi
Video e montaggio di Nicola Palumbo