Politica

Manovre da PD in Umbria, la sanità della discordia e le truppe contrapposte

Grandi manovre di futuro in Umbria. Almeno a parole. Certo di parole tante. Ma le manovre, più che di futuro sembrano di guerra. Il campo di battaglia, la sanità. La terra di conquista, il governo della regione, singola o macro che sia. Gli eserciti contrapposti? Lo stesso che muove le truppe contro sé stesso.

Succede quindi in Umbria che per una una dirigenza non ottenuta nella sanità, si rinunci a una poltrona di assessore. E si mini e minacci la Giunta, per ottenere una bandierina della propria sfumatura di rosso sulla mappa delle battaglie vinte. Il tutto giustificato da un demagogico ‘per il bene dei cittadini’ e ‘per il futuro dell’Umbria’.

Ma, viene da chiedersi, il futuro dell’Umbria i cittadini non lo avevano già consegnato 1 anno fa allo stesso Partito Democratico che oggi governa? Si, ma in tempo di pace. Almeno apparente.

A cosa serve dunque oggi chiamare a raccolta battaglioni di scontenti, e sono tanti, qualche emarginato della politica, giovani speranze e imprenditoria varia, tutti raccolti in una hall di albergo a sentir parole da campagna elettorale per delle elezioni che non sono state indette? A cosa serve se non a dimostrare la propria forza e a raccoglierne altra?

O a tentare di destituire il potere costituito proprio dagli stessi che oggi siedono contemporaneamente ad un tavolo di propaganda e in Consiglio regionale. Non avrebbe più senso usare tutta questa energia per lavorare al proprio mandato, piuttosto che per contare i propri elettori? Il fatto è che negli ultimi anni le elezioni si fanno anche così, più fuori che dentro alle urne, e con le amministrative a meno di una settimana, un referendum costituzionale alle porte e un Congresso Nazionale appena a seguire è ben ora di contarsi e far valere la propria voce.

E in tutta questa ostentazione di muscoli la segreteria regionale lentamente, sommessamente scompare tra assemblee semideserte ed eventi sul territorio che lasciano il tempo che trovano. Qualche provinciale invece è già presente tra i ranghi del ‘nuovo’ esercito al comando del generale mandato o tornato da Roma. Un ufficiale che si inserisce facile al comando di una segreteria di partito impegnato in conflitti di comitato e con una guida morbida.

Per arrivare al governo della regione invece ci vorrà un po’ più di impegno, mentre chi lo presiede oggi sembra non prendersela più di tanto, forte di un secondo mandato e del lavoro che sta portando avanti per avvicinare e costruire accordi anche con le vicine regioni compagne, proprio, non a caso, sul campo di battaglia della sanità. Ostentando serenità e lanciando messaggi ‘subliminali’ da social network, complice un selfie dal parrucchiere “Diamoci un taglio … Ah ah è proprio una bella giornata”