Cronaca

Manolo entra nella routine dei folignati

Quasi ogni mattina, decine di curiosi si fanno appuntamento nell’area verde pochi passi dall’ ospedale di Foligno. Il motivo? Manolo lu capriolo, ovviamente. Nonni e genitori portano i più piccoli a far vedere dal vivo la dolce bestiola e già che ci sono scattano qualche foto ricordo dell’evento. Altri passano qui si ritrovano a disquisire sul futuro del capriolo, Manolo appunto, e sulle sue possibilità di sopravvivenza così vicino all’ambiente urbano. Non mancano, ovviamente, coloro che azzardano, tra una chiacchiera e l’altra, una lettura politica del fatto (“di chi è la colpa se la bestiole è finita sin qui? Politiche ambientali sbagliate?“). Di certo c’è che ogni mattina, da qualche settimana, si ripresenta un evento che in poco tempo è diventato un appuntamento imperdibile. Un rituale quotidiano.

Intanto sulle sorti di Manolo interviene il presidente WWF Perugia Sauro Presenzini che in una nota stampa illustra il tentativo di cattura del capriolo fallito martedì  mattina da parte dei tecnici della Regione a causa delle mille vie di fuga che presenta l’ambiente dove ora si trova la bestiola.

Manolo stressato

Cosa ampiamente nota – continua Presenzini – , è l’estremo rischio che tale cattura complessa può comportare a causa dello stress indotto, con il concreto pericolo di morte del delicatissimo animale, ipotesi remota, estrema ma pur percentualmente presente, di cui ovviamente, qualora si dovesse verificare, non potrebbe in alcun modo essere imputata ai tecnici”, ma ” a quei singoli comportamenti di gente sconsiderata, che sempre più è andata a porre in essere in maniere invadente, ridicola, egoistica, comportamenti diseducativi  degni di un circo, da zoo safari e simili ove gli animali vengono esposti al ludibrio e curiosità malata della gente”.

Nei giorni scorsi, infatti, Presenzini ha sconsigliati i cittadini di avvicinare l’animale (“si sono spinti anche con i cani fin dentro al boschetto, forse per farlo uscire e fotografare“). In questa maniera Manolo è entrato in confidenza con l’uomo e questo diminuisce la sua protezione istintuale (che per contro è massimizzata quando invece ne ha timore), e quindi la sua sopravvivenza.

Bosco libero

Secondo il WWf sarebbe un errore rilasciarlo nell’ambiente naturale del capriolo, ovvero il bosco libero, ora oggetto di interesse di cacciatori e dove Manolo. E a chi suggerisce strutture come parchi a tema, zoo o Città della Domenica a Perugia, Presenzini scuote il capo, categorico, in quanto luoghi dove “un animale come nel nostro caso senza nessun “imprinting”,  libero e senza nessuna difficoltà e necessità riabilitativa, per attrezzata che sia questa struttura, sarebbe condannato all’ergastolo, ove si “spegnerebbe” lentamente senza un contatto ed eradicato dal suo habitat naturale, quando non fosse oggetto di lancio di noccioline, mele e simili!!”. 

Quale soluzione, quindi? Per il WWF la migliore e naturale soluzione, sarebbe quella di rilasciarlo un parco regionale, nazionale, oasi o area protetta idonea, lasciando che la natura faccia il suo corso e dove “magari Manolo troverà la sua compagna e degli amici“. O dove, e anche qui la natura farebbe il suo corso, può essere che venga predato da un lupo. Insomma, nel bene o nel male, “free Manolo”.