MALTEMPO, ROTTA LA DIGA DI SANSEPOLCRO, 200 SFOLLATI. CHIUSI I PONTI FINO A CITTA' DI CASTELLO. AGGIORNAMENTI - Tuttoggi.info

MALTEMPO, ROTTA LA DIGA DI SANSEPOLCRO, 200 SFOLLATI. CHIUSI I PONTI FINO A CITTA' DI CASTELLO. AGGIORNAMENTI

Redazione

MALTEMPO, ROTTA LA DIGA DI SANSEPOLCRO, 200 SFOLLATI. CHIUSI I PONTI FINO A CITTA' DI CASTELLO. AGGIORNAMENTI

Gio, 30/12/2010 - 09:55

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(Aggiornamento h 23.50) – St atornando alla normalità la situazione fra le province di Perugia e Arezzo dopo l'incidente alla diga di Montedoglio nel comune di Sansepolcro che ha portato al preventivo allontamento dalla proprie case di circa 400 persone. Nel primo pomeriggio i residenti hanno comincito a far rientro nelle case. Le cause: una paratia che fa accedere l'acqua al canale di deflusso si è dapprima bloccata e poi rotta sotto la pressione dell'acqua. La forza dell'acqua ha distrutto il muro di un canale di deflusso che ha ceduto per quasi 25 metri “. La portata in uscita dalla diga è stata di circa 700 metri cubi al secondo. In serata è scesa intorno a 100 mc/sec, cosa che ha fatto rientrare l'allarme.

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(Aggiornamento h 15,50) -Sembra ridimensionarsi l'allarme per la falla creatasi nella tarda serata di ieri nel muro di scolmo della diga di Montedoglio a Sansepolcro. Viene confermata in diminuzione la fuoriscita di acqua dalla falla, ormai ridotta a poco più di 200 metri cubi al secondo, mentre dall'Ente Concessionario dell'impianto, l'Ente irriguo Umbro-Toscano, arrivano rassicurazioni sulla tenuta e stabilità dell'intero manufatto. Rimangono dei disagi per alcuni campi sottostanti alla zona nei quali la maggiore portata iniziale del Tevere ha prodotto delle esondazioni di leggera entità che sono costantemente tenute sotto controllo dai dalla Protezione Civile, dai Vigili del Fuoco, muniti anche di un elicottero in costante sorvolo della zona, e dalle Forze dell' Ordine. Nel frattempo il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Altero Matteoli ha disposto una ispezione per accertare l'esatta causa del pericoloso dissesto. I primi rilievi sono in corso ad opera dei tecnici dell'ufficio per le Dighe di Perugia

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(Aggiornamento h 11,28)- Tra le prime ipotesi trapelate sulla causa della rottura della Diga di Montedoglio, sembra prendere corpo quella che abbiano ceduto i cosidetti Giunti di concio delle paratie. Sembra infatti che non ci si sia accorti in tempo delle infiltrazioni lungo il muro di sfioro che fu costruito apposta per consolidare i Giunti, considerati l'elemento debole della struttura. Altra ipotesi al vaglio sarebbe quella di un cedimento delle sottofondazioni, ma per la complessità che comporterebbe nella verifica al momento quella dei Giunti sembra essere la più verosimile. Intanto si apprende che ieri sera nelle prime ore della rottura della paratia e del formarsi della fenditura, il flusso d'acqua che sarebbe uscito dalla frattura era di circa 600 metri cubi al secondo. Un massa d'acqua imponente che aveva fatto temere il peggio. Dalle prime dichiarazioni del Prefetto di Arezzo Saverio Ordine, la situazione “…e' perfettamente sotto controllo. Nelle prossime ore, quando l'acqua arrivera' a livello della falla e si fermera', i tecnici potranno valutare il danno e capire che cosa lo ha provocato”. La falla infatti è a circa 15 metri di profondita del muro di sfioro mentre la diga è alta complessivamente 50 metri. Confermata anche la riduzione della perdita a circa 200 metri cubi al secondo. Molte di più invece le persone sfollate per precauzione, solo nei comunii di San Sepolcro ed Anghiari sono state circa 450.

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(Aggiornamento h 10,35) -Su disposizione del presidente della Provincia di Perugia, Marco Vinicio Guasticchi, è stata immediata, nella serata di ieri, la mobilitazione dell'Ente dopo aver ricevuto intorno alle 22,30 la segnalazione di un problema presso lo sfioratore della Diga di Montedoglio. L'Ente di Piazza Italia ha immediatamente attivato la propria sala operativa (composta da Protezione civile, Polizia provinciale, Servizio idraulico, viabilità e ambiente) ed inviato nella zona interessata diverse pattuglie della Polizia provinciale e dei Servizi di polizia idraulica e viabilità per il monitoraggio delle aree a rischio esondazioni, a causa dell'accresciuta portata del fiume Tevere. Successivamente la Provincia ha concorso inviando i propri funzionari tecnici presso il Centro coordinamento soccorsi e unità di crisi costituita a Città di Castello. Per tutta la notte i tecnici idraulici e la Polizia provinciale hanno tenuto sotto costante osservazione l'asta del Tevere, con pattuglie dislocate nei punti vulnerabili e nelle intersezioni stradali ritenute a possibile rischio. Tutte le variazioni di portata venivano inoltre monitorate in tempo reale attraverso il sistema telematico “Marte”. Per l'intera notte l'assessore provinciale alla difesa e gestione idraulica Domenico Caprini ha seguito l'evolversi della situazione presso l'unità di crisi, a fianco del sindaco di Città di Castello Luciano Bacchetta e degli altri rappresentanti istituzionali, tenendosi in contatto continuo con il presidente Guasticchi. “Il nostro personale – riferisce Caprini – ha prestato un servizio di primo soccorso agli sfollati, collaborando alle operazioni per il trasporto, dalla sede della Protezione civile regionale di Magione, di letti e coperte con cui trascorrere la notte. L'attività degli agenti della Polizia è stata di particolare aiuto a Citerna, dove maggiormente si è avvertito il pericolo”. Intorno alle 3 inoltre si è reso necessario chiudere temporaneamente al traffico le strade provinciali 100 I tratto e 100 II tratto di Selci Lama. Al momento, nonostante l'allarme esondazioni stia rientrando, continuano a rimanere allertate le strutture dell'Ente e si stanno effettuando sopralluoghi tecnici per comprendere le reali cause dell'incidente. Il presidente Guasticchi, che è rimasto costantemente in contatto con tutti i sindaci dell'Alto Tevere e con il presidente della Provincia di Arezzo Roberto Vasai che ha coordinato le operazioni sul versante della Valtiberina toscana, assicura che l'Amministrazione provinciale perugina continuerà a fare la sua parte finchè l'emergenza non sarà rientrata.

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A causa del maltempo degli ultimi giorni, ieri sera nella diga di Sansepolcro, Arezzo, che insiste sull'invaso del Montedoglio si è verificata una pericolosissima frattura di circa 30 metri di lunghezza. Da questa apertura stanno uscendo circa 250 metri cubi d'acqua al secondo che finiscono direttamente nel Tevere. E' per questo motivo che sono state subito sfollate precauzionalmente circa 200 persone, mentre tutti i ponti che attraversano il tevere da Sansepolcro fino a Città di Castello sono stati chiusi per timore di una ondata di piena. In effetti sembrerebbe dalle ultime notizie che in zona di Città di Castello ci sarebbe stata la prima esondazione.

Aggiornamenti nel corso della mattinata.


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