L'Umbria non è fuori dalla crisi: in calo produzione, fatturato e ordinativi - Tuttoggi.info

L’Umbria non è fuori dalla crisi: in calo produzione, fatturato e ordinativi

Sara Minciaroni

L’Umbria non è fuori dalla crisi: in calo produzione, fatturato e ordinativi

Qualche luce arriva dai mercati esteri, nel commercio si accentua il divario tra le imprese grandi e quelle piccole / Il rapporto di Unioncamere
Gio, 11/09/2014 - 14:32

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Si riacutizza la crisi dell’economia umbra. La regione fatica più di altre aree del Paese ad uscire dalla fase recessiva. Lo dicono i numeri dell’ultima indagine congiunturale di Unioncamere Umbria sulle imprese manifatturiere e commerciali, relativa al secondo trimestre 2014. Sono i dati ufficiali più recenti a disposizione. In generale, vanno meglio le aziende più grandi e strutturate. Le piccole e piccolissime imprese sono ancora immerse nella durissima crisi.

Qualche luce arriva dai mercati esteri dove il segno positivo è comune in tutte le attività economiche anche se il rallentamento, rispetto alle performances dei mesi precedenti, appare evidente.  Sulle cifre negative pesano le incertezze del polo ternano dell’acciaio che di certo condizionano le statistiche generali. Ma la battuta d’arresto appare comunque brusca, dopo una lunga sequenza di trimestri i cui risultati sembravano presagire un’imminente uscita dal periodo più difficile. Giorgio Mencaroni, presidente di Unioncamere Umbria avverte: “Di fronte a una situazione così grave occorre una risposta comune ed eccezionale di tutte le istituzioni politiche ed economiche. E’ urgente far ripartire un ciclo positivo di investimenti pubblici e privati. A partire dal settore dell’edilizia che può ridare forza a tante piccole e piccolissime imprese del nostro territorio. Le banche devono aiutare di più le aziende. Dal governo centrale ci aspettiamo che vengano liberate risorse finanziarie vitali per le imprese. E che si punti con decisione ad una vera semplificazione burocratica”.

Le imprese manifatturiere L’indagine realizzata da Unioncamere Umbria su un campione di 400 imprese manifatturiere che operano in Umbria, è articolata in 8 macrosettori di attività.  L’andamento negativo ha investito tutti i settori produttivi e tutte le classi dimensionali. Significativi i giudizi qualitativi degli imprenditori intervistati: il 30% segnala una diminuzione della produzione contro il 14% che dichiara un aumento. Per quanto riguarda le previsioni per il terzo trimestre sono le imprese più piccole ad essere più pessimiste. Il calo del fatturato è del -2,2% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, lontano dal lieve incremento del dato medio nazionale (+0,3%). Il 57% degli imprenditori segnala una situazione invariata, il 29% una flessione e solo il 14% un miglioramento.  Il fatturato verso i mercati esteri cresce invece rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente (+1,3%) ma molto meno del primo trimestre 2014 (+4,6%) e è ancora molto più basso del dato medio nazionale (+2,9%). Il 24% degli imprenditori si aspetta una crescita e il 16% un peggioramento della situazione. La variazione degli ordinativi è negativa del -2,2% rispetto al secondo trimestre del 2013. Fra gli imprenditori intervistati il 30% si aspetta una ulteriore diminuzione e il 14% prevede un aumento. I dati sono più brutti di quelli delle altre regioni del Centro Italia (-1,9%) a fronte della perfetta stabilità del dato medio nazionale. Va meglio per gli ordinativi provenienti dall’estero, soprattutto quelli delle aziende con più di 50 addetti. Il dato umbro fa registrare un incremento dell’1,8% rispetto al 2° trimestre 2013. Meglio del Centro Italia (+1,2%) ma comunque peggio del dato nazionale (+ 2,9%).

 Le imprese commerciali Le piccole imprese commerciali arrancano, quelle più grandi migliorano le loro performances. Il dato umbro rispetta quello nazionale. L’indagine di Unioncamere Umbria riguarda un campione di 180 imprese ed è articolato in 3 macrosettori di attività: Ipermercati, supermercati e grandi magazzini; commercio al dettaglio di prodotti alimentari e commercio al dettaglio di prodotti non alimentari. Spicca all’occhio il dato delle vendite che sono comunque in calo rispetto all’anno precedente (-3,3%). Ma con forti differenze. Si passa infatti da un valore negativo del -4,9% del commercio al dettaglio di prodotti alimentari e dal -4,2% del commercio al dettaglio di prodotti non alimentari, alla evidente crescita (+2,3%) segnalata nel macro comparto costituito dagli ipermercati, dai supermercati e dai grandi magazzini.

Per il futuro, la maggior parte degli imprenditori non si aspetta cambiamenti significativi. Gli ottimisti (39%) prevalgono però su chi teme ulteriori riduzioni (9%). Al giro di boa della metà del 2014, l’87% delle imprese inserite nel campione d’indagine ritiene adeguata la dotazione delle proprie giacenze: il 7% la valuta esuberante e il 5% scarsa.

Prevale l’incertezza per quanto riguarda gli ordinativi: per il terzo trimestre la quota degli imprenditori che teme una riduzione è del 19%, quella di chi prefigura un aumento raggiunge il 13%. I dati nazionali combaciano con quelli dell’Umbria, dove però il settore della grande distribuzione si aspetta una tendenza espansiva.

Dati congiunturali del secondo trimestre 2014 Il saldo tra iscrizioni e cessazioni Nel secondo trimestre del 2014 è cresciuto il numero delle imprese: le nuove iscrizioni sono state 1.400, il 25% in più delle cessazioni “non di ufficio”. Incremento importante perché si recupera quasi integralmente la flessione del trimestre precedente. Rispetto a un anno fa, le iscrizioni diminuiscono del 2,5%, mentre le cessazioni (non d’ufficio) aumentano addirittura di quasi il 41%. Se cresce il numero delle imprese registrate cala però il numero totale degli addetti delle imprese: -3,4 rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. Peggio del dato nazionale che è del -1,6%. Il Commercio registra la maggioranza delle iscrizioni (il 30% circa del totale delle imprese nuove iscritte classificate); seguono Agricoltura e Costruzioni con un valore entrambe attorno al 14%. Relativamente numerosi sono anche gli aggregati di nuove iscritte nei Servizi alle imprese e nel Turismo.

IN SINTESI: Si riacutizza la crisi dell’economia umbra: in calo produzione, fatturato e ordinativi. Qualche luce arriva dai mercati esteri  dove il segno positivo è comune  in tutte le attività economiche  anche se c’è una frenata rispetto alle performances dei mesi precedenti. Vendite e ordinativi: nel Commercio si accentua il divario tra le imprese grandi e quelle piccole. Aumenta però il numero delle imprese: le nuove iscrizioni sono il 25% in più delle cessazioni: recuperata quasi integralmente la flessione del trimestre precedente. Rimane il dinamismo delle imprese femminili e giovanili. Sale il numero delle imprese straniere. In crescita le start up innovative: sono 26. Meglio Terni di Perugia

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