Un problema serio e che, nel tempo, ha visto proporre anche soluzioni bizzarre. Ogni Amministrazione comunale del elpaese si è ritrovata, prima o poi, a combattere la guerra al proliferare dei piccioni. Un problema zero, dicevamo, riconosciuto anche dalla Lega italiana Protezione Uccelli). Sì perché il “piccione di città”, questo il suo nome (a Perugia ribattezzato anche “il pigion del centro”), è una specie problematica quanto a convivenza con l’uomo. Gli escrementi dell’animale sono un problema per l’igiene urbana in generale e per i monumenti storici in particolare. Senza contare i potenziali rischi sanitari per esseri umani e animali domestici.
Costi da capogiro
Un rapporto realizzato anni fa dal centro studi Nomisma ha stimato che la lotta ai pennuti tra costi di pulizia ordinaria e straordinaria, restauro dei monumenti, censimenti, campagne informative e installazione di dissuasori pesava in media sulle casse dei comuni italiani per una cifra tra i 132mila e i 189mila euro l’anno. In alcuni paesi europei in determinate situazioni (scuole, ospedali, aziende alimentari) il colombo è considerato un infestante al pari di topi e ratti e dunque si può abbattere, in Italia una sentenza della Cassazione risalente al 2004 ha stabilito che il piccione cittadino vada assimilato agli animali selvatici e quindi tutelato. Ai sindaci italiani è consentito autorizzare l’abbattimento mirato solo in caso di comprovata emergenza igienico – sanitaria e per questioni di pubblica sicurezza.
Ed ecco che per tutti questi motivi il primo cittadino di Perugia ha firmato un’ordinanza che nasce a seguito delle numerose segnalazioni all’Amministrazione relative ad inconvenienti igienici, situazioni d’imbrattamento e degrado, causati da colonie di piccioni, sempre più numerose in città. “Panchine e giochi per bambini inutilizzabili perché sporchi di escrementi, – dicono da Palazzo dei Priori – piazzali pubblici e privati imbrattati, così come auto e balconi, materiali vari di nidi e piumaggi nell’aria o per terra danno un’idea di degrado e di incuria con ricadute negative anche in termini di vivibilità della città. A cui si devono necessariamente aggiungere il rischio di deterioramento a cui sono sottoposti beni di pregio storico, artistico e architettonico che, soprattutto in centro storico, sono sottoposti agli escrementi acidi dei piccioni e, non ultimo, il rischio di infezioni veicolate direttamente o indirettamente dai piccioni stessi”.
Da domani, venerdì 1 settembre, fino al 28 febbraio 2018, tutti i privati e gli Enti proprietari, affittuari, possessori o detentori nonché agli amministratori di condominio di fabbricati, abitati o in stato di abbandono, presenti nell’area urbana della città che corrisponde al centro abitato di Perugia, dovranno adottare misure volte a dissuadere la sosta e la nidificazione dei colombi, facendo tuttavia attenzione a salvaguardare i nidi di volatili migratori quali rondini, rondoni e balestrucci, di cui è vietata la soppressione. A carico di quei soggetti che risultino inadempienti rispetto all’ordinanza, accertati a far data dal 01.03.2018 e fino al 31.10.2018 sarà applicata una sanzione amministrativa pecuniaria da 50,00 a 500,00 euro, fatta salva l’applicazione di altre eventuali sanzioni penali ed amministrative previste da leggi e regolamenti.