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Liquidazione Montana Trasimeno – Medio Tevere, come tappare un “buco” da 20 milioni

Redazione

Liquidazione Montana Trasimeno – Medio Tevere, come tappare un “buco” da 20 milioni

Maxi vertice sui conti in rosso, Comuni a rischio se chiamati a risarcire i debiti dell'Ente che non esiste più
Ven, 11/08/2017 - 16:22

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La chiamano per convenzione la Montana del Trasimeno, ma dentro la partita della liquidazione non ci sono solo gli 8 Comuni del lago.  I Comuni dell’ex Comunità Montana del Trasimeno-Medio Tevere che nelle scorse ore si sono riuniti con il liquidatore e i vertici regionali, tra cui l’assessore Antonio Bartolini sono Castiglione del Lago, Città della Pieve, Collazzone, Corciano, Deruta, Magione, Marsciano, Paciano, Panicale, Piegaro, Passignano sul Trasimeno, Torgiano, Tuoro.

Ad oggi i debiti sono sicuri, la realizzazione degli attivi messi a bilancio, invece, presentano “non pochi elementi di incertezza”. Il pareggio della Comunità Montana del Trasimeno (fino all’anno della sua messa in liquidazione) sarebbe stato ottenuto infatti ricorrendo anche alle entrate potenziali del patrimonio immobiliare in conto vendita e calcolando anche il valore delle quote delle partecipate. Un patrimonio che oggi si sgretola per effetto della crisi, di una evidente sopravvalutazione di alcuni “pezzi di corredo” e del valore di quelle partecipazioni a società (come la Sviluppo Valnestore ad esempio) che oggi sono anch’esse in liquidazione o oggetto di contenzioso (come il vivaio di Collestrada).

C’è anche questo all’origine del buco della Comunità Montana del Trasimeno che nei giorni scorsi è stato definitivamente quantificato grazie all’azione del liquidatore. La Comunità Montana Associazione dei Comuni Trasimeno – Medio Tevere al 31 dicembre del 2016 ha presentato un disavanzo di bilancio pari a 4 milioni e 846 mila euro.  Poi ci sono i mutui contratti, verso la Cassa Depositi e Prestiti e altri istituti di credito per 10 milioni e 607 mila euro. Inoltre alla voce «entrate» sono stati iscritti residui per 3 milioni e 228 mila euro che potrebbero rivelarsi inesigibili.

Poi entra in ballo anche il Comune di Perugia per la fornitura di servizi di manutenzione del verde per circa 663 mila euro, ma non riconosciuti dall’Ente di Palazzo dei Priori e di una questione legata ad un decreto ingiuntivo di pignoramento delle quote della società «Collebello» per oltre 2 milioni e 500 mila euro. E’ sommando tutte queste voci che si ottiene una cifra che supera i 20 milioni di euro tra deficit, indebitamento e possibili mancati introiti.

Un’azione di verifica su eventuale “mala gestio” delle risorse pubbliche della Comunità Montanta come “atto dovuto”. E’ emerso anche questo nella riunione che certamente non sarà che il primo di una lunga serie di incontri nei quali i sindaci cercheranno di evitare il peggio: ovvero che stando alla legge regionale (così per come è stata formulata nel 2011) se la liquidazione si chiudesse oggi sarebbero loro chiamati a risarcire l’esposizione verso i creditori (tra cui anche numerosi privati).

Comunità Montana liquidazione, Trasimeno buco oltre 17 milioni | Vertice Regione

L’estate 2017 era la data entro la quale la Regione intendeva chiudere una volta per tutte il capitolo Montane (tutte e quattro le Comunità dell’Umbria sono in liquidazione), ma quello della Trasimeno – Medio Tevere è il caso più critico. Il punto è che anche chiudendo la partita in sostanziale bilanciamento tra le situazioni di tutti e 5 gli Enti, restano i mutui da pagare, accesi negli anni in cui la Montana del Trasimeno funzionava a pieno regime.

Una delle ipotesi che ha creato non poca agitazione in queste settimane è che venga chiesto ai comuni di sostenere il capitale residuo per i debiti non ancora estinti rispetto ai beni collocati nei loro territori. Uno scenario allarmante che farebbe finire al collasso le casse delle amministrazioni.

Ora si profila la via delle vendite. Quei beni le cui aste sono andate deserte potrebbero nuovamente essere offerti a enti e privati nella speranza di ottenere una anche minima agibilità economica che consenta al liquidatore di portare avanti una nuova fase di dismissione della Montana “limitando i danni”. I sindaci si batteranno affinché  insieme alle funzioni che erano della Montana, verso le forme associative di comuni o i singoli comuni non possano transitare anche quei debiti. Quei debiti per le amministrazioni sarebbero un macigno insostenibile. Ma la Regione avrebbe mostrato una via, la partita liquidatoria potrebbe riaprirsi.

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