Legge elettorale, serrato il dibattito in Regione / 59 emendamenti - Tuttoggi.info

Legge elettorale, serrato il dibattito in Regione / 59 emendamenti

Redazione

Legge elettorale, serrato il dibattito in Regione / 59 emendamenti

NIente listino, premio di maggioranza, tutela delle minoranze, no alla soglia di sbarramento / Domani si prosegue in consiglio
Lun, 16/02/2015 - 19:42

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Si è aperta con le relazioni di maggioranza e minoranza sulle proposte di modifica della legge elettorale regionale, svolta da Andrea Smacchi (Pd) e Damiano Stufara (Prc), l’Assemblea legislativa dell’Umbria. “Il testo in discussione apporta modifiche ed integrazioni alla normativa vigente, regionale e nazionale” ha ricordato Smacchi. La proposta prevede l’elezione contestuale dell’Assemblea legislativa e del presidente della Giunta regionale in un turno unico, con criterio proporzionale e con applicazione di un premio di maggioranza, assicurando il rispetto delle minoranze.
Verrà proclamato eletto il candidato presidente che ha ottenuto il maggior numero di voti validi in ambito regionale. La circoscrizione coincide con tutto il territorio regionale. Prevista l’eliminazione del listino e il divieto di voto disgiunto. Previsto, inoltre, un congruo premio di maggioranza che garantisca, alle forze che risulteranno vincitrici alle prossime elezioni, di governare per i prossimi 5 anni. Si assicura la rappresentanza delle minoranze riservando 8 seggi all’insieme delle liste non collegate al candidato alla carica di presidente proclamato eletto. Prevista l’elezione a consigliere regionale se collegati a liste o coalizioni che abbiano conseguito almeno un seggio, mentre si applica la cosiddetta soglia di sbarramento naturale conseguente al sistema elettorale scelto. Ciascuna lista regionale deve comprendere un numero di candidati non inferiore a 16 e non superiore a 20. Introdotta la possibilità per l’elettore di esprimere in maniera facoltativa uno o due voti preferenza. Nel caso di espressione di due preferenze, esse devono riguardare candidati di genere diverso della stessa lista, pena l’annullamento della seconda preferenza. I seggi verrano ripartiti a livello regionale in modo proporzionale. Per Stufara arriva in Aula “una proposta segnata da un atto di arroganza politica che l’Umbria rischia di pagare caro”. “La dice lunga il fatto che sia io a dover presentare la relazione di minoranza – ha proseguito -, come effetto di una forzatura praticata sulle regole del gioco. Regole che dovrebbero essere costruite insieme da maggioranza e minoranza. La proposta oggi in discussione rischia di essere inoltre esposta a censure.
Alla fine di maggio gli umbri eleggeranno solo 20 consiglieri regionali oltre al presidente. Una assemblea così ristretta è di per sè una compressione della democrazia”.

La proposta – Smacchi, relatore di maggioranza-Pd, ha ricordato che “sono state svolte 19 sedute in preparazione della proposta di legge elettorale“. “Il testo in discussione – ha aggiunto – apporta modifiche ed integrazioni alla normativa vigente, regionale e nazionale. Invito tutti i colleghi a fare un ulteriore sforzo per riaprire un confronto costruttivo sul testo al fine di mettere a disposizione della nostra Regione la migliore legge elettorale possibile in questo particolare contesto storico.

Legge elettorale regionale / Firme e premi di maggioranza per velocizzare l’iter

I contenuti della proposta: sistema elettorale sono elezione contestuale dell’Assemblea legislativa e del presidente della Giunta regionale in un turno unico con criterio proporzionale e con applicazione di un premio di maggioranza, assicurando il rispetto delle minoranze.
Elezione del presidente: proclamato eletto il candidato presidente che ha ottenuto il maggior numero di voti validi in ambito regionale. Circoscrizione territoriale: la circoscrizione coincide con tutto il territorio regionale, si è scelto di passare dalle due circoscrizioni elettorali ad un collegio unico regionale perchè più conforme al mutato quadro nazionale relativamente al superamento delle Province e alla revisione degli assetti regionali, e per far rappresentare ai futuri consiglieri l’intero territorio regionale. Eliminazione del listino: nato per far sì che figure di alto profilo potessero entrare in Consiglio regionale a prescindere e anzi superando le strette logiche di partito, ma che negli ultimi anni è diventato un vero e proprio strumento a disposizione dei partiti per nominare alcuni esponenti politici senza passare per il vaglio elettorale. Divieto di voto disgiunto: si intende dare uniformità e corrispondenza tra il voto espresso al consigliere e quindi ad una lista e/o coalizione e quello dato al candidato presidente, questo per evitare le contraddizioni e le storture proprie del voto disgiunto. Principio di governabilità: si è previsto un congruo premio di maggioranza che garantisca, alle forze che risulteranno vincitrici alle prossime elezioni, di governare per i prossimi cinque anni. Premio di maggioranza: alla lista o alla Coalizione di liste collegate al candidato alla presidente della Giunta risultato vincitore, vengono assegnati 12 seggi. Tutela delle minoranze: si assicura la rappresentanza delle minoranze riservando otto seggi all’insieme delle liste non collegate al candidato alla carica di presidente proclamato eletto. Candidati alla presidenza della giunta regionale non eletti: è prevista l’elezione a consigliere regionale se collegati a liste o coalizioni che abbiano conseguito almeno un seggio. Nessuna soglia di sbarramento: si applica la cosiddetta soglia di sbarramento naturale conseguente al sistema elettorale scelto. Obbligo di raccolta delle firme per la presentazione delle liste e riduzione numero firme: da un minimo di 1.500 ad un massimo di 2.000 elettori, ma nelle elezioni regionali del 2015, il numero delle firme necessarie per la sottoscrizione delle liste è dimezzato (750 – 1000).
Composizione delle liste: ciascuna lista regionale deve comprendere un numero di candidati non inferiore a 16 e non superiore a 20. Rappresentanza di genere in lista: nelle liste regionali, a pena d’inammissibilità, nessun dei due generi può essere rappresentato in misura superiore al 60 percento dei candidati (innalzando così la percentuale minima di presenza di genere in lista dal 33 al 40 percento ). Tutela di genere e voto di preferenza: introdotta la possibilità per l’elettore di esprimere in maniera facoltativa uno o due voti preferenza.
Nel caso di espressione di due preferenze, esse devono riguardare candidati di genere diverso della stessa lista, pena l’annullamento della seconda preferenza. Sistema di ripartizione dei seggi: a livello regionale in modo proporzionale. Metodo Hagenbach – Bischoff, sulla base dei voti ottenuti dalle singole liste; gli eventuali resti sono assegnati in ambito regionale sulla base dei maggiori voti residui. Prevista una soglia di garanzia e di salvaguardia per le minoranze alle quali sono in ogni caso riservati almeno otto seggi su venti. Per evitare che il sistema proporzionale del quoziente produca maggior tutela delle formazioni politiche più forti e penalizzazione delle formazioni più deboli, si è prevista la possibilità per i piccoli partiti, facenti parte della coalizione risultata vincente, che non abbiano conseguito seggi a quoziente pieno o con i resti, di accedere alla ripartizione dei seggi del premio di maggioranza a patto che abbiano superato il 2,5 per cento dei voti validamente espressi nel caso in cui una lista regionale avesse diritto a conseguire oltre dieci seggi complessivi.
Riduzione spese elettorali: non si può superare la cifra di 100 mila euro per i candidati alla presidenza e i 25 mila per ciascun candidato consigliere. Rinnovo l’invito a tutti i colleghi consiglieri – ha concluso Smacchi – affinchè si faccia un ulteriore sforzo per riaprire un confronto costruttivo sul testo al fine di mettere a disposizione della nostra Regione la migliore legge elettorale possibile in questo particolare contesto storico”.
“Quello di oggi – ha detto Stufara, relatore di minoranza – è un passaggio che rappresenta il momento principale di fine legislatura e segnerà i prossimi mesi e anni. Il dato di fondo è che arriva in Aula una proposta segnata da un atto di arroganza politica che l’Umbria rischia di pagare caro. La dice lunga il fatto che sia io a dover presentare la relazione di minoranza, come effetto di una forzatura praticata sulle regole del gioco. Regole che dovrebbero essere costruite insieme da maggioranza e minoranza. Nella precedente legislatura la legge elettorale venne votata a grandissima maggioranza, perchè ci fu un percorso e un esito condiviso. La proposta oggi in discussione rischia di essere inoltre esposta a censure. Alla fine di maggio gli umbri eleggeranno solo 20 consiglieri regionali oltre al presidente. Una assemblea così ristretta è di per sè una compressione della democrazia.

Pd Umbria, legge elettorale / Niente listino, quote rosa e collegio unico

Il dibattito – Si chiede alla maggioranza di cambiare il testo presentato. Prosegue con gli interventi delle forze politiche contrarie il dibattito al Consiglio regionale dell’Umbria sulla legge elettorale regionale. Secondo Alfredo De Sio (FdI), la proposta della maggioranza esprime “una impostazione arrogante ed autarchica del Partito democratico che rende chiaro il deficit di futuro della Regione e di democrazia rappresentativa. Il Pd – ha aggiunto – sta cercando di costruirsi una vittoria facile, mirando a raggiungere, con il minimo sforzo, il massimo dell’obiettivo. L’auspicio è che la maggioranza dimostri in quest’Aula maggiore senso di responsabilità, prevedendo, sotto una certa soglia da definire, il doppio turno”. Per Massimo Mantovani (Umbria popolare) “ci troviamo di fronte ad una proposta di legge antidemocratica ed anticostituzionale. La paura del doppio turno, da parte del Pd è legata a quanto accaduto alle ‘amministrative’ a Perugia, ma attenzione: il doppio turno potrebbe tornare utile proprio al Pd, perchè questa sicurezza di arrivare comunque primi non so quanto possa essere raggiungibile”. Secondo Sandra Monacelli (Udc) “bisognava accorciare la distanza fra istituzione e cittadini. Invece si risolvono i problemi di casta, non del Paese. Invoco il Partito democratico a riflettere sull’approvazione di questa legge, che è la negazione di quanto affermato per tanto tempo”. Paolo Brutti (Idv) sostiene che “ci stiamo infilando in un vicolo cieco. Auspico uno scongelamento della maggioranza verso soluzione più condivisa e democratica”. Anche Orfeo Goracci (Comunista umbro) annuncia voto contrario: “La proposta – ha detto – è nata male ed ha proceduto peggio. Non basta richiamare la governabilità. Per questo presenterò 4-5 emendamenti”.

Umbria, legge elettorale / D’Alimonte boccia la proposta Pd

Sono 59 gli emendamenti alla proposta della nuova legge elettorale esaminata oggi dall’Assemblea legislativa dell’Umbria. Il dibattito generale sulla proposta è proseguito per l’intera giornata e si è concluso in serata. Dopo l’ultimo intervento in programma, l’Aula su proposta del presidente Eros Brega – riferisce Palazzo Cesaroni – ha approvato a maggioranza di fissare il termine delle 19.30 per la presentazione di eventuali sub-emendamenti da parte dei consiglieri. I lavori proseguiranno domani.

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