Comune Perugia, lavoratori precari a rischio | Ritardi nei pagamenti ai fornitori - Tuttoggi.info

Comune Perugia, lavoratori precari a rischio | Ritardi nei pagamenti ai fornitori

Alessia Chiriatti

Comune Perugia, lavoratori precari a rischio | Ritardi nei pagamenti ai fornitori

Bori, Arcudi e Mencaroni, "amministrazione incapace" | Maggioranza si difende, "inasprita la norma"
Lun, 30/11/2015 - 22:57

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Sarebbe un Natale cupo per i dipendenti e i fornitori di Palazzo dei Priori, sede del Comune di Perugia: pochi regali sotto l’albero, ma piuttosto lavoratori precari che potrebbero non vedersi confermato il posto di lavoro, anticipi di cassa e ritardi nei pagamenti dei fornitori. A denunciare la situazione sono tre consiglieri della minoranza, Tommaso Bori e Diego Mencaroni del Pd, insieme all’ex vice sindaco Nilo Arcudi (Psi). Per loro non c’è dubbio: “il centro-destra perugino alla prova del governo si rivela disastroso“, a fronte di “azioni schizofreniche” a seconda dell’assessore di competenza. Una situazione da “intensa propaganda” quella della giunta Romizi, che “ha aspramente e strumentalmente criticato i precedenti bilanci per l’anticipazione di tesoreria“, dicono dal centro-sinistra, e che però adesso è costretta a difendersi di fronte al risultato apparentemente ribaltato: “nei primi anni dell’amministrazione di centro-destra – denunciano Arcudi, Bori e Mencaroni – le anticipazioni sono arrivate ad oltre 34 milioni di euro con interessi calcolati a più di 1.200.000 euro, pari a più di 100 mila euro al mese“.

A rompere il silenzio “assordante” di Romizi e giunta, rinchiusi nel loro Escorial, è una lettera della segreteria generale del Comune di Perugia, indirizzata a sindaco e assessori, che parla della “grave problematica relativa al mancato rispetto dei limiti di legge per i pagamenti ai fornitori” e del pericolo che proprio a causa del mancato rispetto del limite legale, previsto su base nazionale, nei pagamenti possano avvenire “tagli molto problematici per l’utenza“. Stando a quanto riferito dalla minoranza, dunque, sarà il personale impiegato da Palazzo dei Priori con un rapporto di lavoro flessibile a pagarne le conseguenze. Si tratta nello specifico, ad esempio, di 27 Istruttori socio educativo assistenziale (in scadenza al 22 dicembre), le cui assunzioni sono state disposte per la copertura di posti vacanti o per la sostituzione di personale di ruolo assente a vario titolo con diritto alla conservazione del posto, per garantire il rapporto numerico tra educatore e bambino. A questi incarichi si aggiungono anche le assunzioni necessarie per far fronte alle assenze brevi del personale in servizio (ogni settimana circa 3/4 unità). Guai anche per il funzionamento delle mense comunali, dove vengono utilizzati Esecutori tecnici con mansioni di bidello e cuoco reperiti tramite agenzia interinale (ad oggi in media 10 unità a settimana). E ancora potrebbero esserci dei problemi per il regolare svolgimento dei diversi uffici comunali assegnatari dei 15 lavoratori interinali, inquadrati in CAT. C1, in scadenza il 31 dicembre, e per il funzionamento delle segreterie degli organi politici, nelle quali sono impiegati 41 collaboratori in servizio, dei quali 8 termineranno il rapporto di lavoro il prossimo 31 dicembre, 2 nel corso del 2016 e 31 il 31 dicembre 2016. A rischio poi c’è la realizzazione del progetto Home Care, gestito dai servizi sociali per il quale sono state assunte 3 unità, di cui 1 con inquadramento in CAT. D1 e 2 in CAT. C1. Si tratta di un progetto, finanziato con specifici contributi dell’Inps ed in scadenza a fine anno, che sarà prorogato anche per il 2016. Infine, si avvicinerebbero tempi bui anche per  le attività di rilevazione e di indagine statistica, nonché del censimento permanente della popolazione e delle abitazioni, per i quali nel corso del 2015 sono stati attivati 40 rapporti di collaborazione coordinata e continuativa.

A inasprirsi è la norma nazionale – Implacabile la risposta della maggioranza, che parla di un comportamento addirittura “ridicolo, se a ergersi a professori sono proprio coloro che hanno provocato questa situazione di difficoltà di cassa e che, come se non bastasse, a livello nazionale appoggiano il governo che ha inasprito la norma, una legge che non prende in considerazione il periodo di crisi che si sta attraversando e scarica il fardello sui Comuni, sui servizi ai cittadini e sui lavoratori“. Il coro si leva congiunto, con una nota a firma dei gruppi consiliari di Forza Italia, FdI, Progetto Perugia-Romizi sindaco, Crea Perugia, Perugia rinasce, Lega Nord e Gruppo Misto. Il vice sindaco Barelli, con delega al personale, al telefono con Tuttoggi.info si unisce alle parole della maggioranza, ma si riserva di fornire comunque ulteriori spiegazioni nei prossimi giorni, affermando che “l’amministrazione si è già adoperata per provvedere al riguardo, anche in controtendenza rispetto attuali situazioni di liquidità di molte altre amministrazioni comunali umbre e nazionali. Il Comune di Perugia sta seguendo la situazione e si è mosso anche in sede Anci al fine di superare lo scoglio“. E se a sinistra si parla di precari a rischio, a destra, insomma,il riferimento è unico: “si è inasprita la norma“, e la colpa è dei “nuovi parametri della legge nazionale, targata Pd, che sono infatti diventati più stringenti per le Amministrazioni comunali (60  anziché 90 giorni) e prevedono che nel caso in cui abbiano un indice di tempestività di pagamento dei fornitori superiore, non si possa provvedere a nuove assunzioni”. Una questione che fa comunque dire alla maggioranza che per Perugia l’indice di solvibilità dei pagamenti è rimasto sostanzialmente invariato rispetto al 2014, inferiore ai 90 giorni previsti nello scorso anno, ma superiore, anche se di poco, ai 60 giorni dalla nuova legge.

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