L’arte materica di Biasio a Castiglione del Lago

L’arte materica di Biasio a Castiglione del Lago

Redazione

L’arte materica di Biasio a Castiglione del Lago

Oltre 2000 visitatori per ammirare la fusione di colore e materia | Corde, ideogrammi, macchie di colore, numeri. La pittura di Giuseppe Biasio cattura subito lo sguardo per quell’uso “selvaggio” della materia, forse influenzato da Alberto Burri, suo amico stimato
Gio, 25/01/2018 - 23:41

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Primo bilancio positivo per la mostra personale dell’artista Giuseppe Biasio a Castiglione del Lago, che ha dato il via alla nuova importante stagione per Palazzo della Corgna. Restano due settimane per visitare “Giuseppe Biasio. Opere 1973 – 20..”: la mostra ha già registrato oltre 2000 visitatori e sarà visitabile fino al 4 febbraio. L’evento fa parte di un programma espositivo che nei prossimi anni porterà in diversi borghi umbri progetti di Palazzo Collicola Arti Visive, il museo d’arte contemporanea di Spoleto diretto da Gianluca Marziani. L’arte materica di Biasio cattura subito lo sguardo per la forza compositiva delle opere. Nei suoi quadri fa un uso “selvaggio” della materia, forse influenzato dal grande Alberto Burri, amico stimato e conosciuto non solo come artista ma anche come uomo. Corde, ideogrammi, macchie di colore, numeri. Per il pubblico osservare le opere di Biasio è un “gioco” divertente e di interpretazione.

La tela per Biasio – spiega il curatore Gianluca Marziani – è un campo geografico per raccontare una storia attraverso segni, gesti e materie. Il percorso di questo artista padovano, quasi novantenne, è iniziato negli anni Settanta, arricchendosi mano a mano di contenuti ed ispirazioni grazie ai suoi viaggi nel mondo e ai molti artisti conosciuti con i quali ha stretto amicizie significative, tra cui lo stesso Alberto Burri. La sua pittura espressiva mostra un uso selvaggio della materia che diventa oggetto vivo dei suoi quadri. Al pubblico che guarda l’opera è lasciato il fascino di scoprire quale sia il racconto celato in essa”.

Artista padovano, Giuseppe Biasio è affascinato dalla vita, è curioso, è sperimentatore di luoghi e costumi, viaggiatore instancabile. Racconta la bella vicenda di un uomo che fin da giovane ha frequentato l’umanità internazionale dell’arte contemporanea, maestri come Robert Rauschenberg o Antoni Tàpies, molte Biennali veneziane in presa diretta, altri giganti come Julian Schnabel, Mario Schifano, Emilio Vedova. Non si può capire l’arte di Biasio senza collocarla nell’ambito delle ricerche stilistiche europee ed americane degli anni ‘50 e ‘60, quando il New Dada e la Pop Art, raccogliendo l’eredità di Cubismo e Futurismo elaborano un nuovo linguaggio.
La pittura di Biasio è quella dell’anima che si dilata nella ricerca di un nuovo stile informale. Segni e immagini replicati dai mezzi della comunicazione di massa e oggetti di consumo quotidiano sono inglobati attraverso il colore, che diventa elemento collante tra pittura e scultura. Frammenti di giornali, lastre di piombo, slogan strappati a muri scrostati diventano così linguaggio autonomo. Ogni quadro mostra un proprio codice sentimentale, un’energia umana che cambia gli esiti figurativi e inventa racconti sempre diversi. L’atteggiamento emotivo modifica il ritmo del pennello, addensa o ammorbidisce il calore, bassa o alza la luminosità.

Risulta evidente la qualità morale di Biasio, il suo nervo scoperto davanti alla deriva umanitaria. I frammenti rigenerati reclamano un mondo con minori diseguaglianze sociali, maggiore ripartizione dei beni, minore spreco di risorse, maggiore distribuzione energetica.
La seduzione dell’Oriente, che ha contaminato tanti artisti del Novecento, appare anche in Giuseppe Biasio. Un Oriente fatto di viaggi concreti e di viaggi del pensiero, di letture, di affinità percettive, di leggerezza calligrafica di una scrittura che galleggia sulla materia e sulla tempera. Sono tanti anni, ad esempio, che Biasio ingloba brandelli di origine cinese e ideogrammi, a conferma di un occhio clinico sulla patologia merceologica.
Oltre allo spazio, è il tempo la dimensione che accompagna l’osservatore attraverso il processo di trasformazione dei materiali: è tempo, ad esempio, la data precisa dei giornali incollati vicino ai disegni di Leonardo Da Vinci come a saturare antico e moderno.

Il biglietto di mostra comprende anche la visita alle sale affrescate di Palazzo della Corgna e alla Rocca del Leone. La mostra, promossa dal comune di Castiglione del Lago, è organizzata da Sistema Museo e Cooperativa Lagodarte, in collaborazione con Palazzo Collicola Arti Visive. Partner del progetto è Aurora Group.

www.palazzodellacorgna.it

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