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Piediluco, ambientalisti chiedono interventi urgenti sul flusso idrico

Redazione

Piediluco, ambientalisti chiedono interventi urgenti sul flusso idrico

Vas, Verdi, WWf e Italia Nostra Terni sollecitano Regione, Provincia e Comune: "Non sono stati mai in grado di dare risposta concreta sul dissesto idrogeologico"
Mer, 18/10/2017 - 11:59

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“E’ ora che Regione, Provincia e Comune intervengano con urgenza monitorando il lago di Piediluco a scadenze temporali più ravvicinate e controllandone in maniera più accurata il flusso idrico utilizzato  dalla Erg, attuale ditta concessionaria  della gestione delle Centrali di Galleto e Monte Santangelo”. Lo evidenziano le associazioni Vas (Verdi ambiente e società), Federazione provinciale dei Verdi, Wwf e Italia Nostra Terni.

Il problema del dissesto idrogeologico del Lago di Piediluco – ricordano – è una costante della storia del lago, cui Regione Umbria, Comune di Terni e Provincia non sono mai stati in grado di dare  risposta concreta.

Se si cercano a ritroso nel tempo gli interventi fatti ci si trova solo davanti ad una mole di carte, relazioni, schede, progetti che hanno sfiorato solo parzialmente il tema dell’erosione delle sponde del lago, privilegiando in assoluto quello dell’inquinamento delle acque. E  nel corso degli anni abbiamo assistito ad un graduale disimpegno delle amministrazioni locali  nella gestione del caso Piediluco.

Nel testo “Rilievo Batimetrico del Lago di Piediluco” redatto dall’Arpa Umbria nel 2001 già venivano registrate escursioni giornaliere del livello de lago di 40-60 cm connesse all’esercizio idroelettrico gestito dall’Enel. Successivamente nel  “Piano Stralcio per la Salvaguardia delle Acque e delle Sponde del Lago di Piediluco” del 2005 eseguito dall’ Autorità di Bacino del  Fiume Tevere  e nel “Piano Tutela delle Acque” della Regione Umbria del 2006, veniva messa in evidenza la instabilità   delle sponde del lago e la necessità del loro ripristino, suggerendo tra le  azioni da intraprendere quella del “miglioramento del flusso idrico”. Nello stesso Piano si attribuivano le variazioni del lago “all’avvento dell’industria idroelettrica che ha trasformato il lago in un invaso di regolazione giornaliera delle portate a servizio delle sottostanti centrali di Galleto e Monte Santangelo”.   Oggi, a più di dieci anni di distanza, col  recente“Piano di Tutela delle Acque  –  Aggiornamento 2016/2021” della Regione Umbria, si ha  una inspiegabile inversione di rotta e si ricomincia daccapo ;  il problema viene liquidato con la dichiarazione che, “l’attività è stata in parte abbozzata, in particolare per i laghi, definendo quali corpi idrici sono da sottoporre ad analisi  in quanto sottoposti a modificazioni quantitative e morfologiche” (secondo quanto stabilito dalla EC  sui HMWB –  Heavily Modified Water Bodies),  e per la categoria dei laghi si fa solo un piccolo riferimento al Lago di Piediluco. Il fatto poi che nello stesso documento si preveda soltanto un periodo di sorveglianza con il monitoraggio  di un anno ogni sei anni  rasenta l’assurdo , tenendo conto anche del fatto  che Piediluco  è  classificata zona sensibile sismica dal DM 26-06-1981.

E’ ora che Regione, Provincia e Comune intervengano con urgenza monitorando il lago a scadenze temporali più ravvicinate e controllandone in maniera più accurata il flusso idrico utilizzato  dalla Erg, attuale ditta concessionaria  della gestione delle Centrali di Galleto e Monte Santangelo”.

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