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Laboratori tessili irregolari a San Giustino, la storia si ripete

“La Polizia di Città di Castello c’è”. Con queste parole il vice questore aggiunto e dirigente del Commissariato tifernate Marco Tangorra, che ha illustrato in una conferenza stampa i dettagli dell’“Operazione Dragone 2”, ha ribadito la forza e la costanza dei suoi uomini i quali, dopo il caso del 2013, sono tornati a segnalare le irregolarità dei laboratori tessili “cinesi” nell’Altotevere.

Dopo vari controlli a tappeto, proprio per scongiurare l’immigrazione clandestina e lo sfruttamento del lavoro nero, infatti, la Polizia è riuscita ad individuare, a San Giustino, due laboratori irregolari, tra l’altro già controllati in passato. Da quest’ultimi sarebbero emersi ben 10 lavoratori irregolari (su 11), di cui 6 “inesistenti” (a nero), 1 irregolare (segnalato come “part time” ma operativo 24 h su 24), 1 clandestino e 2 senza permesso di soggiorno.

Queste due attività irregolari hanno portato anche a due denunce all’A.G., mentre i 2 siti produttivi sono stati segnalati all’Asl per irregolarità riguardanti la tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro. Tangorra ha precisato che l’operazione è riuscita grazie anche al prezioso contributo dei cittadini e a due altrettanto importanti segnalazioni.

Nel 2013 furono 38 le attività controllate, di cui 14 risultate irregolari; tra le 192 posizioni lavorative controllate 33 risultarono irregolari e 44 inesistenti; alla fine 14 furono denunce e altrettante imprese vennero segnalate all’Asl.

La situazione, ad appena un anno di distanza, sarebbe stata, a quanto pare, sicuramente in procinto di riprendere a pieno regime ma, in questo caso, è stata stroncata sul nascere. Gli uomini della Polizia, infatti, avrebbero constatato le stesse condizioni di disagio lavorativo e abitativo riscontrato un anno fa: ore di lavoro infinite per la produzione a basso costo e luoghi di lavoro con funzione di “abitazione” e conseguenti condizioni igieniche scadenti.