La sindrome della matita cancellabile colpisce anche l'Umbria | A Foligno il test - Tuttoggi.info

La sindrome della matita cancellabile colpisce anche l’Umbria | A Foligno il test

Sara Cipriani

La sindrome della matita cancellabile colpisce anche l’Umbria | A Foligno il test

La prova fatta con una comma portata da casa, contestazioni anche nel perugino | Il dubbio nato in rete
Lun, 05/12/2016 - 17:57

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“Le matite cosiddette ‘copiative’ sono indelebili” – si legge nel comunicato stampa che il Viminale si è trovato a dover emettere ieri in fretta e furia nel bel mezzo della giornata di voto – “e sono destinate esclusivamente al voto sulla scheda elettorale”.

L’esigenza di un comunicato ufficiale circa lo strumento usato per esprimere la propria preferenza sulla scheda elettorale era nata in risposta al diffondersi, in forma decisamente virale, della notizia che il segno lasciato dalle matite potesse essere cancellato.

L’allarme è subito rimbalzato di profilo in profilo, compreso quello di alcuni ‘Vip’, facendo in breve il giro dei social è partito in contemporanea il tam tam di ricette e consigli atti a ‘smascherare’ la matita camuffata da ‘copiativa’ e varie interpretazioni complottiste, che, nella migliore delle ipotesi, vorrebbero coinvolti nel boicottaggio (non si sa bene a vantaggio di chi, ma questo è secondario) uno stuolo di presidenti di seggio, appoggiati dalla totalità dei propri scrutatori, con la connivenza di eventuali rappresentanti di lista.

Alla sindrome della matita cancellabile non si è naturalmente sottratta neanche l’Umbria, degnamente rappresentata da un elettore di Foligno, che portandosi la gomma da casa, ha voluto testare personalmente il funzionamento dello strumento traditore.

Il sessantenne presentatosi diligentemente al proprio seggio, dopo aver presentato i documenti e ritirato la scheda per il voto e entrato nella cabina dove ha messo in atto il suo test. Positivo. La matita si cancella.

Con la scheda chiusa armato delle migliori civiche intenzioni si è dunque recato dal presidente di seggio, chiedendo una verifica sulla scheda. Ma qui si è trovato di fronte a un amletico dubbio: aprire la scheda e rinunciare al voto per dimostrare la propria verità o decidere di assolvere al proprio diritto-dovere?

Alla fine il buon senso ha avuto la meglio. L’elettore ha imbucato la scheda nell’urna rinunciando a comprovare i  risultati del test realizzato nel segreto della cabina, avvalendosi del proprio diritto di dire la propria nella sezione ‘Annotazioni e proteste degli elettori’ del registro del seggio elettorale.

Diversi episodi dello stesso tenore sono avvenuti in tutto il territorio regionale, a seguito del diffondersi della ‘sindrome’, in alcuni casi anche con l’intervento delle forze dell’ordine. Un eccesso di zelo forse un po’ facilone. Un inutile dispendio di risorse. Di certo un voto, dopo tanto tempo, mai così sentito

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