Stravolto totalmente l'ordine del giorno del consiglio comunale di Foligno. Gli ultimi fatti di cronaca e alcune esigenze di tipo cittadino, hanno fatto sì che venissero discussi con urgenza dei fatti che nel programma della seduta non erano stati affatto previsti.
La prima discussione è stata intorno al di scussissimo decreto Gelmini. Stamattina si sono tenute proteste in tutto il Paese, così come nella piazza principale della città della Quintana.
Il gruppo Consiliare del PRC-SE ha presentato un ordine del giorno urgente in difesa della scuola pubblica e contro i provvedimenti del Governo (DL 133 e Riforma Gelmini) che tendono ad indebolire il ruolo della scuola, di ogni ordine e grado, aprendo la strada ai tagli e alla privatizzazione e chiudendo definitivamente le porte alla ricerca nel nostro Paese. Il Partito di Rifondazione Comunista si è schierato dalla parte delle mobilitazioni degli studenti e dei docenti che in questi giorni e in queste ore sono impegnati per richiedere il ritiro dei provvedimenti e l'avvio di una fase di confronto che stato ignorato sin dall'inizio dal Governo.
Una forte opposizione è provenuta da Paola De Bonis, capogruppo di Forza Italia. “Queste proteste – ha dichiarato la consigliera – sono solo una strumentalizzazione. Quando al governo c'era Prodi, che non ha fatto assolutamente niente di buono per la scuola, nessuno è sceso in piazza ad urlargli contro, tutto è filato liscio. Quando al governo c'è Berlusconi – ha concluso la De Bonis – si fa il diavolo a quattro, per posizione presa”.
Anche l'Unione di Centro ha presentato un ordine del giorno urgente, firmato da Luciano Paci e Agostino Citorelli. Queste le loro parole: “valutato che in queste ore si sta dibattendo in Parlamento la proposta di modifica della legge elettorale per le Europee volta ad innalzare la soglia di sbarramento per l'accesso, ma soprattutto ad abolire la possibilità da parte dell'elettorato attivo di scegliere, con le preferenze da chi farsi rappresentare. Inoltre, visto che il Presidente della Repubblica ha delineato una cornice giuridica entro la quale deve rimanere la legge e che in un momento di forte impopolarità della politica, agli occhi della cittadinanza, rafforzare il ruolo dei partiti a discapito della democrazia diretta, significa consolidare ulteriormente la disaffezione alle istituzioni e la sfiducia vero la politica stessa da parte degli elettori. Perciò l'Unione giudica la posizione assunta dal governo impropria, poiché si minano i principi elementari della democrazia. Dunque invitiamo il parlamento al dialogo e ad un confronto con le forze politiche per raggiungere un consenso unanime sulle regole per concorrere alla elezione dei rappresentanti al Parlamento Europeo”.
Altro punto su cui si è voluto focalizzare l'attenzione, è quello che alcuni giorni fa è stato illustrato anche in una conferenza stampa. Marco Cesaro (Alleanza Nazionale) e Paola de Bonis (Forza Italia), hanno sottoscritto un ordine del giorno urgente sul tema “Interventi diretti alla riduzione del rischio idraulico e al risanamento ambientale del fiume Topino e Torrente Chiona”. La situazione è dubbia, perché da una parte si parla di rischi relativamente imminente, visti i dati che vogliono che ogni 200 anni circa il Topino sia soggetto ad una piena molto consistente (nel 2036 saranno trascorsi 200 anni precisi dall'ultima volta). Dall'altra parte però sono diversi anni che la questione è in ballo ma non è ancora stata presa nessuna decisione. Dunque il dubbio rimane se il Ponte San Giacomo (tra l'altro sottoposto a vincolo) debba essere abbattuto, oppure vadano fatti degli aggiustamenti territoriali e dell'alveo del fiume. Ancora incerte le decisioni che saranno prese dall'amministrazione.
(V.B.)
