Interdittiva antimafia a Sia, i sindaci "Servizio non a rischio" - Tuttoggi.info

Interdittiva antimafia a Sia, i sindaci “Servizio non a rischio”

Redazione

Interdittiva antimafia a Sia, i sindaci “Servizio non a rischio”

Movimento 5 Stelle "riconvocare Commissione d'inchiesta. Informeremo parlamentari Ecoreati"
Lun, 18/04/2016 - 12:23

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Un comunicato congiunto, con cui i sindaci dei Comuni  soci della Sia, prendono posizione in merito all’interdittiva antimafia emanata nei giorni scorsi nei confronti dell’azienda. Così i primi cittadini di  Cannara, Deruta, FrattaTodina, Giano dell’Umbria, Gualdo Cattaneo, Marsciano, Massa Martana, Montecastello di Vibio e San Venanzo , scrivono: “L’informazione di interdittiva prefettizia antimafia – si legge – quale misura a carattere preventivo, revocabile e non definitivo, prescinde dall’accertamento di singole responsabilità penali nei confronti di soggetti che hanno rapporti con la pubblica amministrazione e viene emessa anche in assenza di indagini a carico di persone fisiche dipendenti o amministratori delle società coinvolte. Le ragioni di tale provvedimento nei confronti della Sia sono da attribuire alla presenza della società Gesenu, quale socio privato all’interno dell’azienda; Gesenu che nei mesi scorsi ha avuto un provvedimento interdittivo”.

Azienda sana.  “Ad oggi non risultano indagini, né alcun atto della magistratura verso gli attuali amministratori della società. L’attuale modello di governance della società ha consentito alla stessa di raggiungere, insieme ai comuni serviti, i migliori risultati di raccolta differenziata della regione e una situazione finanziaria e di bilancio che, pur risentendo delle difficoltà a cui tutte le imprese vanno incontro, è in grado in condizioni ordinarie di assicurare stabilità e continuità. Oltre a questo ha adempiuto a tutti gli obblighi in materia di trasparenza e procedure anticorruzione imposte dalle recenti normative ed ha da poco ottenuto ulteriori certificazioni di qualità in materia di gestione ambientale e salute e sicurezza del lavoro”.

Rassicurazioni in merito al servizio. “evitare qualsiasi impatto negativo del provvedimento per la società, che continuerà come sempre a svolgere il suo servizio fondamentale per le nostre comunità, con l’efficienza riconosciuta e rafforzata dalle certificazioni di qualità sopra richiamate. Ribadiamo infine – conclude la nota – la nostra convinzione sulla correttezza dell’operato di tutti gli amministratori di questa importante realtà aziendale del nostro territorio e intendiamo rassicurare i cittadini, a partire dalle maestranze dell’azienda, sul fatto che agiremo con la massima cura per superare questa situazione anche per le potenziali ricadute negative che potrebbe avere sulla qualità della vita del territorio”.

Il Movimento 5 Stelle chiede la riapertura della Commissione d’inchiesta sui rifiuti. “Nella certezza che non sia finita qui – spiega Liberati -, possiamo, una volta di più, obliterare la favoletta dell’Umbria ‘pulita’, la vulgata dell’immaginaria superiorità morale del regimetto regionale e delle sue diramazioni locali. Su di essi si addensano, invece, ombre lunghe, con parte non marginale della classe dirigente umbra ulteriormente delegittimata dal muro di legalità reiteratamente innalzato dalla prefettura di Perugia. Delegittimata soprattutto dal fatto di aver platealmente conchiuso dentro estese omertà di partito la pessima gestione del ciclo rifiuti regionale, una mala gestio certificata da numeri incontrovertibili e avvalorata dai gravissimi episodi sistematicamente rilevati dalla prefettura”. “Il M5S – assicura Liberati -, nell’attesa di leggere attentamente questa nuova interdittiva antimafia, ritiene necessario un rapido congedo da parte dei soci pubblici interessati dai provvedimenti prefettizi: è infatti venuta l’ora di un ricambio epocale. In Umbria è tempo di procedere a una bella ripulita rispetto a inconfessabili promiscuità politico-affaristiche ultradecennali, auspicabilmente prima che la magistratura emetta i suoi responsi: basta fingere che non sia accaduto niente. Né la Regione, né i soci coinvolti potranno a lungo schermarsi dietro le dimissioni degli organi di gestione tecnica”. Secondo Liberati, “sull’ultima vicenda, quella di Marsciano, sarebbe poi opportuno che, pur essendone scaduti i termini, venga riaperta e riconvocata con urgenza la Commissione di Inchiesta regionale sul ciclo dei rifiuti. Come che sia – conclude -, il M5S umbro si appresta a informare le Commissioni parlamentari Antimafia ed Ecoreati, recentemente giunte in visita in Umbria proprio a seguito delle precedenti interdittive antimafia”.

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