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Inchiesta Valnestore, il Governo risponde “interverrà il Ministero”

L’inchiesta sull’interramento di ceneri e rifiuti in Valnestore ha ormai travalicato i confini regionali ed è arrivata al Ministero. Ieri in VIII commissione ambiente grazie all’interrogazione promossa dalla parlamentare umbra Adriana Galgano (Scelta civica) e presentata dal collega Salvatore Matarrese è stato il sottosegretario Silvia Velo a spiegare che , “ci sarà l’intervento del Ministero per sollecitare i soggetti territorialmente competenti anche al fine di valutare il coinvolgimento di altri soggetti istituzionali”. Ma “Le verifiche devono essere eseguite in tempi rapidi – ha replicato la Galgano – per fornire ai cittadini, giustamente preoccupati per il danno ambientale emerso, chiarimenti in merito allo stato del loro territorio e alla salubrità dell’ambiente. Continuerò, a mia volta, a sollecitare il Governo affinché si arrivi alla conclusione della vicenda”.

La parlamentare umbra ha invitato anche a lavorare celermente poiché si dovrà pensare anche ad un radicale bonifica delle aree oggetto dell’inchiesta per eliminare anche il minimo rischio che ci siano ripercussioni sulla salute e per restituire a questi territori la bellezza originaria”. Ormai l’attenzione sull’inchiesta sollevata anche da Tuttoggi.info ha mobilitato ogni livello politico ed istituzionale, fermo restando che su tutto vertono le indagini già avviate dalla Procura di Perugia e coordinate dal pm Paolo Abbritti.

In ordine, ripercorrendo l’iter cronologico della vicenda sotto il profilo politico ed istituzionale si è partiti dalla richiesta di audizione in commissione Sanità presentata dal consigliere regionale Marco Squarta (FdI), a quella del sopralluogo delle commissioni Ambiente e Sanità richiesta da Andrea Liberati (M5S), alla mozione di Giacomo Leonelli (Pd) e alle note dell’assessore Ambiente Fernanda Cecchini, del presidente commissione Sanità Attilio Solinas, del capogruppo Claudio Ricci (Ricci Presidente). Dopo l’interrogazione degli onorevoli cinque stelle Tiziana Ciprini e Filippo Gallinella, è arriva quella di Adriana Galgano (Scelta civica), discussa appunto ieri pomeriggio, in commissione ambiente alla Camera dei deputati e sempre ventiquattro ore fa è arrivata anche la nota che informa come le senatrici del Pd, Nadia Ginetti e Valeria Cardinali, vogliano presentare un’interrogazione al Governo che abbia ad oggetto una verifica puntuale delle condizioni ambientali del sito della Valnestore e un’eventuale bonifica qualora l’esito dei controlli e delle analisi che si stanno effettuando, dovessero rilevarne la necessità. “In merito alla vicenda che riguarda lo smaltimento e la presenza di ceneri – scrivono le senatrici – e la gestione dei rifiuti solidi urbani, siamo disponibili a incontrare il comitato “Soltanto la Salute” che si è costituito per dare risposta alle preoccupazioni dei cittadini sulle eventuali contaminazioni dell’area. Una vicenda che parte dagli anni ’70 con l’avvio degli impianti e che oggi ha bisogno di un chiarimento definitivo per quanto riguarda le condizioni ambientali dell’area. Ogni altro aspetto della vicenda, comprese le eventuali responsabilità, saranno chiarite nelle sedi opportune”. La Regione sta già seguendo la situazione sia con il lavoro dell’Arpa, soggetto preposto per suo conto a effettuare i controlli, sia con l’attività dei consiglieri regionali che hanno effettuato sopralluoghi, “La salute dei cittadini – concludono Ginetti e Cardinali –  viene prima di qualsiasi altra considerazione e così come il comitato ci chiede di fare, ci preoccuperemo di garantirla senza creare allarmismi né tanto meno farne demagogia strumentale”. 

C’è urgenza di verità. Il segreto istruttorio, calato su tutti gli aspetti dell’inchiesta che riguardano l’interramento e il traffico di ceneri nella Valnestore e la gestione dei rifiuti solidi urbani che con la cenere vennero tombati, unita al timore che le ricadute ambientali possano aver causato un maggiore incidenza di gravi patologie nel territorio, non consente la pubblicità dell’esito degli esami che l’Arpa ha eseguito in questo ultimo mese sul territorio.

Arsenico in un pozzo. L’unica attività che al momento ha “violato il silenzio” riguarda la trasmissione al Comune di Panicale di dati relativi alla presenza di arsenico in valori doppi rispetto al consentito, originando l’ordinanza che ha chiuso un pozzo a Tavernelle (nei pressi degli impianti sportivi, sito indicato come destinazione di ceneri provenienti sia dalla ex centrale di Pietrafitta che dalla centrale Enel di La Spezia). Lo stesso magistrato avrebbe anche già assegnato deleghe specifiche ai corpi inquirenti che sarebbero appunto la Forestale, i carabinieri e anche i colleghi del Noe. Proprio al Corpo Forestale sarebbe stato assegnato il compito di tracciare i carteggi relativi alle autorizzazioni e agli stoccaggi di cenere e rifiuti nei vari Comuni. Compito che starebbe risultando assai arduo. In particolare i faldoni da ricercare sarebbero quelli relativi al periodo compreso tra il 1980 e il 1985, anche se, va ricordato che per quanto riguarda le discariche all’epoca la normativa non era così stringente come quella attuale e che le autorizzazioni venivano rilasciate direttamente dalla Regione. Proprio la carenza normativa in materia avrebbe reso possibile una gestione delle ceneri (ad oggi classificate come rifiuto speciale non pericoloso) in un modo che ad oggi sarebbe impensabile.

Quello che è emerso nel corso di questa lunga inchiesta, è proprio la difficile tracciabilità di tutti i siti in cui vennero usate, in quanto, ci è stato letteralmente detto “sono andate ovunque, chiunque avesse un piazzale da realizzare, un piano da stabilizzare chiedeva le ceneri e gli venivano portate gratis, si fa prima a dire dove non sono che dove sono”. Quattro milioni di metri cubi, è il dato ufficiale della quantità di ceneri stoccate in Valle, ma potrebbero anche essere di più, che non vennero usate solo come rilevato ma anche come sostanza da mischiare nei campi alla terra “troppo argillosa” e difficile da lavorare per renderla “più gentile”. Questo restituisce il quadro di un fenomeno veramente difficile da circoscrivere.

Il comitato “Soltanto la Salute” che si è costituito e che conta già un centinaio di iscritti, preme con forza per avere risposte anche in virtù della ricaduta che tutta la vicenda può avere sulle legittime preoccupazione dei cittadini ma anche sulle attività del territorio. Le autorità locali potrebbero presto chiedere un incontro con il magistrato domandando, nel rispetto di tutte le esigenze inquirenti, tempi e modi, nonché sostanza, delle informazioni che possono essere rese note alla popolazione. E proprio il comitato che nel frattempo ha nominato come presidente temporaneo Ivano Vitali, si è presentato alle amministrazioni comunicando la propria costituzione ed i referenti con cui interloquire.  

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