Inchiesta Valnestore, commissione regionale "tocca" le ceneri con mano - Tuttoggi.info

Inchiesta Valnestore, commissione regionale “tocca” le ceneri con mano

Sara Minciaroni

Inchiesta Valnestore, commissione regionale “tocca” le ceneri con mano

Sopralluogo dei consiglieri regionali accompagnati dai sindaci di Piegaro e Panicale
Gio, 05/05/2016 - 20:58

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Sanità e ambiente, le due commissioni regionali congiunte sono andate ad “ispezionare” la Valnestore questa mattina. Autobus messo a disposizione dal Comune di Piegaro e sindaci Roberto Ferricelli e Giulio Cherubini a fare da guida in questo territorio e a descrivere in 3 ore (dalle 10 alle alle 13) una storia lunga 30 anni e forse più. Dallo sfruttamento del territorio per l’estrazione della lignite fino alla realizzazione della ex centrale creando fino a 500 posti di lavoro, per arrivare alle produzioni di ceneri di risulta e al loro interramento, passando per la sepoltura dei rifiuti solidi urbani e per l’arrivo in Valle delle ceneri provenienti da Genova, La Spezia, Vado Ligure. Il tutto con il contorno dell’acquisto della area ex centrale da parte della Sviluppo Valnestore e lo stato attuale dei luoghi che sarebbero dovuti divenire una sorta di Silicon Valley in versione umbra e invece sono palazzine in degrado e decadimento e campi dove la cenere e l’immondizia riaffiorano e dove il grano in alcuni punti affonda le radici nella cenere.  Cenere di cui secondo dati ufficiali ne è stata sepolta circa 4 milioni di metri cubi.

“La Commissione ha voluto fare una verifica sul terreno per rendersi meglio conto di cosa si parla, datovalnestore che c’è un’indagine in corso e sono usciti articoli di stampa che hanno destato un certo allarme. In questo momento non si possono tirare conclusioni azzardate, non prima di una attenta verifica scientifica. Necessario indagare sulle ceneri di lignite versate per decenni in quantità enormi, anche in epoche in cui non esisteva la legislazione attuale e i relativi controlli. L’Arpa analizzerà tutte le possibili sedi di inquinamento, dai terreni alle acque. Siamo qui anche per tutelare un territorio importante per le attrattive turistiche, le imprese agricole, le attività legate alla pesca, per non parlare del museo paleontologico”: lo ha detto stamani il presidente della Terza Commissione consiliare, Attilio Solinas, durante il sopralluogo nei siti adiacenti le centrali Enel della Valnestore.

I sindaci di Piegaro e Panicale, Roberto Ferricelli e Giulio Cherubini, hanno condotto i consiglieri regionali (oltre a Solinas erano presenti Leonelli e Casciari-Pd, Liberati e Carbonari-M5s, Rometti-SeR, Ricci e De Vincenzi-Rp, Squarta-Fd’I) nella zona industriale “La Potassa”, negli spazi della ex centrale, e nei siti oggetto d’indagine per la presenza di discariche.

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L’Arpa ha già intrapreso analisi sul territorio che interesseranno anche le colture e i pesci dei laghetti presenti nella zona, per escludere la possibilità che composti con attività radioattiva possano essere migrati nelle falde.

valnestore 4“Ringrazio i sindaci e gli amministratori delle zone interessate alle analisi tecniche e valutazioni in corso in merito al rinvenimento di ceneri e altri materiali, provenienti anche da fuori regione, nelle zone della ex centrale Enel di Pietrafitta (Piegaro), per la cortese accoglienza e le informazioni utili acquisite”. Così il consigliere regionale Claudio Ricci (Ricci presidente) a margine del sopralluogo di stamattina dei componenti della Commissione consiliare di Palazzo Cesaroni nella Valnestore. Ricci spiega che “sono 4 milioni di metri cubi i materiali, provenienti dalla ex centrale, riutilizzati per realizzare ‘riporti’, rilevati alti sino a 2 metri circa, in aree produttive, spazi per sport e tempo libero, in una zona abbastanza vasta, nonché rimodulazioni ambientali (anche piccole collinette). A questo si aggiungono altri materiali affiorati, in corso di valutazione, in campi, prossimi a due discariche autorizzate già dal 1986”. E, affidando “agli organi preposti le verifiche e gli atti previsti per legge”, Ricci osserva che “bisognerebbe, coinvolgendo i Comuni interessati e la Regione con le strutture tecniche affini, realizzare una carta tematica tecnica, geologica e ambientale delle zone rilevando i punti più sensibili e, per ognuno di questi, ipotizzando costi e tempi delle bonifiche possibili, inoltrando le richieste finanziarie anche al Governo ai fini di una iniziativa legislativa a carattere speciale. Inoltre – aggiunge – questa può essere una occasione per definire un programma di valorizzazione socio economica e turistico ambientale di tutta l’area, anche attraverso un concorso per idee, teso a coinvolgere anche l’Unione Europea per ottenere fondi sia strutturali che non strutturali”. Ricci ricorda infine che “nei momenti più importanti lavoravano, nel quadro della centrale Enel, oltre 350 persone (500 con l’indotto): oggi si tratta di programmare da questa storia e identità un nuovo futuro socio economico, che sappia trasformare le problematiche emerse in opportunità, con la prioritaria tutela della salute pubblica. Tutto questo – conclude – anche valorizzando il museo di reperti fossili rinvenuti durante le fasi minerarie estrattive, di grande valore internazionale”.

“Il sopralluogo compiuto oggi con gli altri colleghi della Terza Commissione e insieme ai sindaci di valnestore 3Piegaro e Panicale è stato particolarmente importante perché ci ha dato l’opportunità di toccare con mano una questione che sta creando grande preoccupazione, legata alle segnalazioni che arrivano da parte degli abitanti della zona, in larga parte con casi di tumori in famiglia. Confidiamo come sempre nel buon operato della magistratura, in attesa dei risultati delle verifiche messe in atto nella zona ”. Lo ha detto, a margine del sopralluogo di oggi in Valnestore, il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Marco Squarta.

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