IL MONUMENTO DI LUIGI PIANCIANI BUTTATO IN UN CANTIERE - Tuttoggi.info

IL MONUMENTO DI LUIGI PIANCIANI BUTTATO IN UN CANTIERE

Redazione

IL MONUMENTO DI LUIGI PIANCIANI BUTTATO IN UN CANTIERE

Gio, 06/12/2007 - 10:30

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Spoleto, la città cantiere, riserva sempre nuove sorprese: persino i monumenti, come quello dell'Illustre concittadino Luigi Pianciani, diventano assimilabili al materiale edile.

Da tempo Piazza Pianciani è interessata da lavori consistenti che riguardano il restauro della Sede della Banca Popolare di Spoleto. La piazza è molto conosciuta, non solo per la sede dell'Istituto bancario, ma anche in tempi non recenti per essere stata ” l'agorà” degli studenti del Liceo Scientifico Volta dagli anni '60 alla metà degli ‘80. E chi meglio di quegli studenti che ciondolavano per la piazza o seduti sul basamento del manufatto dedicato a Luigi Pianciani, prima di entrare a scuola, possono dire come fosse suggestivo il colpo d'occhio della piazza, con il monumento a fare da guardiano all'ingresso in Via Fontesecca passando per la doppia scalinata posta proprio dietro allo stesso. I lavori, necessari per carità, hanno dapprima interessato la Piazza (per gli studi ed i sondaggi relativi alla mobilità alternativa), poi successivamente anche i due palazzi prospicienti la stessa e di proprietà della Banca Popolare.

Normale rimuovere tutto ciò di cui si deve aver cura, compreso il prezioso monumento a Pianciani. Non molti, forse tanti, sanno chi era veramente questo illustre personaggio, che ha avuto un ruolo determinante nell'unità d'Italia e negli sviluppi successivi, e le tracce che ha lasciato e che permangono tutt'ora in città.

Chi non è stato almeno una volta nei locali del forno crematorio, anche solo per curiosare, e che si trova al cimitero comunale, intitolato alla Società di Cremazione Luigi Pianciani. Li c'è, ad esempio, il vecchio forno crematorio mobile, ridotto in condizioni pietose e sistemato in una ricovero fatiscente, che probabilmente non sarebbe nemmeno dedicato all'alloggiamento delle galline, per rimanere in tema di cose di cui aver cura.

Il monumento di Luigi Pianciani è stato smontato e trasportato in un piazzale di stoccaggio di materiali edili, nella prima periferia di Spoleto, dove fa bella mostra di sé all'aperto, un po' scomposto, ma sicuramente come il più affascinante dei materiali presenti nel piazzale, molto più di un “forato” certamente (vedi foto).

La domanda è semplice. Considerato che comunque acqua, vento, sole, ed intemperie il monumento le avrebbe comunque prese anche nella Piazza a lui dedicata, non era pensabile rimontare lo stesso in un sito diverso della Città, magari al posto di un albero di natale, approfittando anche della temporanea presenza ” dell'Intruso illustre” per ricordare a tutti gli Spoletini chi era Luigi Pianciani?

Ed invece, ironia della sorte, chi ha smontato la statua l'ha poi riposizionata con il busto rivolto al piedistallo dove è riportato il nome dell'illustre personaggio.

Una piccola biografia di Luigi Pianciani:

Il conte Luigi Pianciani nacque a Roma nel 1810 da famiglia patrizia di origine spoletina legata alla curia romana. Giovane reagì alla tradizione conservatrice dell'ambiente domestico e simpatizzò presto per la Giovine Italia di Mazzini. Laureatosi in giurisprudenza, entrò nell'amministrazione pubblica a Roma diventando ispettore generale delle dogane. Il 30 dicembre 1842 sposò Amalia dei Principi Ruspoli e venne così ascritto al patriziato romano. Il fratello era il Conte Adolfo Pianciani, che fu generale delle “Armi pontificie”.

Nel 1847 venne eletto gonfaloniere di Spoleto e promosse la prima petizione a Pio IX volta ad ottenere l'introduzione della costituzione liberale. Nel 1848 fu ufficiale delle milizie combattenti nel Veneto e prese parte alla difesa di Venezia. Nel 1849 fu arrestato dai francesi e liberato. Esule in Francia e a Londra collaborò alle iniziative mazziniane. Partecipò alla campagna meridionale del 1860.

Nella guerra del 1866, come soldato semplice del corpo delle Guide a cavallo in quanto la commissione militare gli rifiutò il grado di colonnello, fu aggregato al comando della 1° brigata del Corpo Volontari Italiani del generale Ernesto Haug e nella battaglia di Bezzecca, il 21 luglio, si comportò valorosamente, tanto che venne citato nelle memorie del dottor Giuliano Venturini di Magasa, e fu insignito della croce di cavaliere dell'Ordine militare di Savoia “per avere durante la campagna eseguito importanti missioni con molta intelligenza e per essersi esposto tutta la giornata di Bezzecca nei punti più pericolosi percorrendo la linea a piedi ed a cavallo, portando ordini ai comandanti. Diede egli stesso disposizioni momentanee con molta intelligenza e sangue freddo, e contribuì ad assicurare la ritirata di tre pezzi riordinando i soldati sulla piattaforma e fu tra i più animosi a ricondurli al combattimento”.

Fu eletto deputato al parlamento italiano nel 1865, sindaco di Roma liberata e presidente del Consiglio provinciale dell'Umbria. Morì a Spoleto nel 1890 e il suo corpo, come quello dell'amico Luigi Castellazzo, fu cremato.


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