Uscire dalla violenza si può. Lo ha testimoniato questa mattina Beatrice Lilli, che ha presentato in Comune “Rose rosse”, libro-calvario nel quale l’autrice riperre la sua terribile vicenda di violenze e maltrattamenti durata ben 17 anni. Ci vuole tanto coraggio per uscire da certe situazioni, ancor più per denunciarle e metterle nero su bianco. Beatrice ce l’ha fatta, grazie al sostegno delle istituzioni, dei servizi sociali, di coloro con i quali entrata in contatto dopo esser stata ospite in una casa-rifugio di Ancona. Oggi, in occasione della Giornata internazionale contro al violenza sulle donne, ‘erano in tanti ad ascoltarla. Autorità, psicologi, semplici cittadini e studenti. Non c’era Massimo, il suo ‘grande amore’, prematuratamente scomparso pochi emsi fa. Ma c’erano le sue ‘cognate’, come Beatrice chiama le sorelle del suo Massimo. L’importanza di questo libro non sta tanto nel conoscere le sofferenze a cui è stata sottoposta Beatrice, la brutalità a cui può arrivare l’uomo, quanto l’esempio che può esser seguito da tutte coloro che non riescono ad uscire da situazioni simili.
L’incontro era promosso dal Comune di Spoleto, dal centro Pari Opportunità e dall’associazione Donen contro la guerra.
Ad aprire i lavori è stata Manuela Albertella, assessora ai servizi sociali, che al termine della propria relazione ha voluto ‘smentire’ le affermazioni contenute da una lettrice che aveva postato il proprio pensiero sulle colonne di Tuttoggi.info (clicca qui). L’amministratrice comunale ha così voluto ricordare il lavoro svolto dai servizi sociali con tante, troppe belle parole. Le è sfuggito però che un ‘pensiero’ non si smentisce e che anzi quel commento aveva forse bisogno più di una risposta concreta che di una smentita. Di fronte allo scettcismo di una lettrice-cittadina per la struttura pubblica, si sarebbe potuto magari dare un segnale più forte. Magari mettendosi in gioco in prima persona.
L’Albertella però aveva fretta; dovendo scappare a Perugia per l’elezione del segretario provinciale del Pd, affaire che richiedeva indubbiamente maggior solidarietà e presenza di quella della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Dal momento che siamo stati chiamati in causa, gli abbiamo fatto presente il nostro disappunto raggiungendola al telefonino mentre si recava a Perugia. Solo a quel momento ci ha autorizzato a dare il suo numero di cellulare alla nostra lettrice per un eventuale contatto diretto. Ugual proposta ce l’ha fatta spontaneamente la stessa Beatrice Lilli. Alla nostra lettrice invieremo così il numero di quest’ultima. Sarà che sfortunatamente ci è passata sulal propria pelle, che la rende più competente di un assessore, ma almeno lei è sembrata subito più attenta al grido di aiuto di un'altra donna.
(Ca. Cer.)