I CONSIGLIERI BRUSCHI E GAMMAROTA (PRC) PRESENTANO UN ORDINE DEL GIORNO IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA E CONTRO LA RIFORMA GELMINI - Tuttoggi.info

I CONSIGLIERI BRUSCHI E GAMMAROTA (PRC) PRESENTANO UN ORDINE DEL GIORNO IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA E CONTRO LA RIFORMA GELMINI

Redazione

I CONSIGLIERI BRUSCHI E GAMMAROTA (PRC) PRESENTANO UN ORDINE DEL GIORNO IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA E CONTRO LA RIFORMA GELMINI

Mer, 29/10/2008 - 08:45

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Al prossimo Consiglio Comunale previsto per giovedì 30 ottobre il Gruppo Consiliare del PRC-SE presenterà un ordine del giorno urgente in difesa della scuola pubblica e contro i provvedimenti del Governo (DL 133 e Riforma Gelmini) che tendono ad indebolire il ruolo della scuola, di ogni ordine e grado, aprendo la strada ai tagli e alla privatizzazione e chiudendo definitivamente le porte alla ricerca nel nostro Paese.

Il Partito di Rifondazione Comunista si schiera, dalla parte delle mobilitazioni degli studenti e dei docenti che in questi giorni e in queste ore sono impegnati per richiedere il ritiro dei provvedimenti e l'avvio di una fase di confronto che stato ignorato sin dall'inizio dal Governo.

Il PRC di Foligno ha già affrontato la questione in oggetto durante l'iniziativa dello scorso weekend (venerdì 24 ottobre), che oltre ad essere stata molto partecipata, ha fornito spunti interessanti di riflessione, come la necessità non solo di difendere ma di ripensare la scuola e tutto il sistemaeducativo e di istruzione in Italia.

Il Partito di Rifondazione di Foligno, inoltre, parteciperà allo sciopero generale e alla manifestazione di giovedì 30 ottobre.

Ecco le premesse e l'Ordine del giorno che verrà presentato al prossimo consiglio comunale di Foligno dai consiglieri Mario Gammarota e Ivano Bruschi:

“8 miliardi di euro in meno al sistema scolastico italiano. In sintesi, secondo la riforma Gelmini, la scuola pubblica dovrebbe funzionare con 87.000 docenti e 43.000 addetti al personale ata in meno, tornando al maestro unico e l'orario solo antimeridiano nella scuola elementare e dell'infanzia, senza considerare che la pluralità docente ha assicurato qualità educativa, attestata da tutte le indagini internazionali, e ha risposto ai bisogni sociali delle famiglie e delle donne che lavorano. La riforma prevede inoltre il superamento degli insegnanti di inglese sempre attraverso i maestri unici. Il tempo pieno sopravvive solo in relazione alla disponibilità di organici, fino a quando e nella misura in cui questa ci sarà, ed è comunque ridotto a servizio di doposcuola a domanda individuale.

E tutti questi tagli sono stati giustificati principalmente con una serie di motivazioni sull'andamento incontrollata della spesa per l'istruzione.

Ma dal 1990 al 2007 la spesa pubblica in rapporto al PIL per l'istruzione pubblica è passata dal 3,6% al 3,3% del PIL (- 16,9 miliardi di euro). Negli ultimi 10 anni la riduzione è stata pari allo 0,2% del PIL (3,07 miliardi di euro). Nello stesso periodo il numero complessivo di alunni è (+ 2% pari 152.246 alunni) mentre il numero degli insegnanti è diminuito (-2,38% pari a 17.651 docenti). Per ulteriore precisione, mentre la media delle principali economie mondiali investe il 5,8% del Pil nel proprio sistema scolastico, in Italia questa percentuale scende al 4,7%. E ancora: se tra il 1995 e il 2005 gli investimenti nella scuola nei Paesi dell'area Ocse sono aumentati del 41%, in Italia l'incremento è rimasto contenuto al 12%.La spesa per l'istruzione non è affatto fuori controllo. Anche considerando il periodo 1997 – 2007, in cui la contrazione della spesa è stata più modesta, è evidente come la quota di risorse destinate alla scuola, non solo è sotto controllo, ma ha subito una significativa contrazione (fatta 100 la quota di PIL destinata alla scuola nel 1997, nel 2007 tale quota è scesa a 93).

Ma oltre all'aspetto prettamente economico, ci sono di fatto delle scelte del governo, quali il già citato maestro unico, la riformulazione del tempo pieno, aumento degli alunni per classe, abbassamento dell'età dell'obbligo scolastico da 16 a 14 anni, che di fatto sono il primo passo verso un chiaro smantellamento della istruzione pubblica. Ed infine la vergognosa mozione approvata alla Camera per cui ai bambini che non conoscono sufficientemente la lingua italiana vengono di fatto allontanati dalla scuola e da una qualsiasi forma di integrazione per inserirli in “classi speciali”. Senza considerare che la riforma prevede di fatto la privatizzazione delle università che da istituti pubblici si trasformano in fondazioni inevitabilmente condizionate alle volontà dei finanziatori. Per non parlare dei tagli previsti dal Ministro Brunetta per il mondo della ricerca scientifica.

Gli effetti di questa manovra sono in realtà solo destinati a destrutturare la scuola pubblica e a creare le condizioni per la sua privatizzazione. In questo quadro allarmante le amministrazioni locali devono assolutamente contrastare, con qualsiasi mezzo a disposizione, la logica perversa sottostante alla Riforma, una logica che vuole distruggere il valore della “cosa pubblica” e dei diritti di cittadinanza alla base della nostra Costituzione.

Con il presente ordine del giorno, il Consiglio esprime la massima solidarietà agli studenti, ai docenti, ai dirigenti scolastici che in questi giorni stanno pacificamente e democraticamente esprimendo il proprio dissenso a tale Riforma. Siamo di fronte ad una mobilitazione che ha assunto una dimensione larghissima che sta coinvolgendo tutti i settori di ogni comparto della scuola e della ricerca, e che sfocerà nello sciopero generale del 30 ottobre indetto da tutte le sigle sindacali, confederali e di base.Il Consiglio, inoltre, dà mandato, come prima forma di contrasto alla riforma ed in difesa del sistema scolastico pubblico, alla Giunta ed al Sindaco:

• di sostenere eventuali mobilitazioni cittadine in difesa della scuola pubblica promosse dai soggetti locali del mondo della scuola;• di mettere in campo, attraverso l'Assessorato competente, far si che l'assessore competente si faccia promotore di iniziative pubbliche a sostegno della scuola pubblica per testimoniare l'impegno per la difesa e la promozione di una scuola che, in ottemperanza con i principi della Costituzione, deve essere aperta a tutti, deve garantire pari possibilità di accesso, deve promuovere lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.• di aderire e partecipare, anche con il gonfalone della città, allo sciopero generale dell'Università e della Ricerca e alla manifestazione nazionale del 14 novembre indetti da tutte le sigle sindacali in difesa del ruolo pubblico del sistema universitario italiano, della circolazione libera dei saperi e per un forte sostegno alla ricerca scientifica;

Il consiglio Comunale, inoltre, dà mandato all'Ufficio di Presidenza e alla Conferenza dei Capigruppo di convocare ed organizzare un Consiglio Comunale Aperto sul tema della scuola, prima del prossimo sciopero generale e della manifestazione nazionale previsti per il 14 novembre.”


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