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I^ COMMISSIONE PROVINCIA: I DATI SULLA CRISI ECONOMICA E LE VALUTAZIONI DEL PRESIDENTE DOTTORINI

Redazione

I^ COMMISSIONE PROVINCIA: I DATI SULLA CRISI ECONOMICA E LE VALUTAZIONI DEL PRESIDENTE DOTTORINI

Ven, 15/10/2010 - 15:58

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“Ripristinare la legalità fiscale e contributiva”. È questo l'obiettivo dell'azione della società Equitalia, il cui direttore per l'Umbria, Gianluca Ambrosio, è stato ricevuto in audizione dalla Prima Commissione del Consiglio regionale. L'incontro, scaturito da una richiesta del consigliere Massimo Monni (Pdl), è stato fissato dalla Commissione presieduta da Oliviero Dottorini per acquisire “elementi conoscitivi utili a comprendere se la crisi economica che colpisce in modo consistente anche l'Umbria provoca ripercussioni nell'attività di organi istituzionali deputati, tra l'altro, alla riscossione di tributi locali”. Calo del Pil regionale, aumento dell'evasione, contrazione delle riscossioni spontanee e forte incremento dei carichi iscritti a ruolo e consegnati all'agente di riscossione sono gli elementi che caratterizzerebbero il quadro umbro. Durante il suo intervento, Ambrosio ha spiegato che “l'andamento dell'economia umbra ha toccato un minimo storico nel 2009, con un prodotto regionale diminuito a fine anno del 4,5 per cento: la minore domanda ha indotto le imprese a contrarre la produzione e con essa la necessità di lavoro. Nel 2010 l'Agenzia delle entrate ha scoperto vari casi di evasione fiscale, accertando 10 milioni di euro (tra maggiore imposta e sanzioni relative) nascosti al fisco da contribuenti che dichiaravano redditi modesti pur essendo in possesso di beni di lusso. Secondo uno studio di Krls, riferito all'aprile 2010, l'Umbria è ultima tra le regioni italiane per incremento dell'evasione fiscale, col + 4,4 per cento contro il + 10,1 per cento della Lombardia, che guida la classifica. Nel primo triennio di vita (2007/2009) Equitalia-Umbria ha eseguito riscossioni da ruoli per oltre 337 milioni di euro, mentre nel primo semestre ha riscosso da ruolo in Umbria pari a 56,7 milioni di euro in favore degli enti impositori: 26,7 milioni riferiti alle agenzie fiscali e 18,7 riferiti agli enti previdenziali (11,3 milioni riferiti ad altri enti non erariali). È chiaro a tutti che la sfavorevole congiuntura economica di questi anni ha prodotto e sta producendo effetti negativi sul versante dei volumi degli incassi di natura fiscale e previdenziale, anche in Umbria. A testimonianza della situazione di crisi si registra il superamento dello storico tabù dell'inviolabilità della proprietà privata, con l'ipoteca sulla casa che però spesso non riesce a coprire il debito contratto. L'effetto crisi comporta, nell'immediato, una contrazione delle riscossioni spontanee derivanti dall'impossibilità di adempiere alle proprie obbligazioni da parte del cliente; in prospettiva con una successiva impennata delle iscrizioni a ruolo (per le somme che dovranno essere riscosse, eventualmente in modo coattivo). Un ulteriore elemento di criticità è rappresentato dalla possibile difficoltà di adempimento, da parte del contribuente, anche della richiesta avanzata coattivamente dall'agente della riscossione, che genere l'esigenza di procedere a dilazione o rateazioni. Tra il 2007 e il 2009 i carichi iscritti a ruolo e consegnati all'agente di riscossione sono aumentati del 55 per cento nella provincia di Perugia e del 76 per cento in quella di Terni (+ 60 per cento a livello regionale). Il bilancio 2009 di Equitalia Umbria si è chiuso con 51 mila inviti bonari (solleciti e diffide), 25 mila preavvisi di fermo amministrativo, 2mila 900 iscrizioni ipotecarie, mille pignoramenti, mille insinuazioni in procedure concorsuali e 130 incanti mobiliari e immobiliari: complessivamente la società ha conseguito incassi per circa 100 milioni di euro. Tra gli incassi spontanei a vantaggio della fiscalità locale transitati per Equitalia in Umbria nel 2009, il 56 per cento è riferibile all'ici e circa il 41 per cento alle tariffe rifiuti. Dal 2007 Equitalia Umbria ha chiesto circa 100 fallimenti, in presenza di soggetti con debiti superiori a 500 mila euro verso cui non erano possibili altre procedure. I fallimenti vengono richiesti quando emerge una sostanziale insolvibilità dei grandi debitori e l'esigenza di evitare che questi soggetti, non più intestatari di alcun bene, possano continuare ad esercitare la propri attività con una forma di concorrenza sleale a danno dell'economia e delle aziende che invece provvedono regolarmente ai propri obblighi contributivi. Nel 2009 si è registrato un incremento del contenzioso del 27 per cento rispetto al 2008 (e nel 2010 si raggiungeranno probabilmente valori ancora superiori): una parte dei ricorrenti utilizza la litigiosità processuale trovandosi nell'impossibilità di adempiere ai propri obblighi a causa della congiuntura sfavorevole”. Per il presidente Dottorini “l’audizione del direttore di Equitalia Umbria conferma un quadro preoccupante rispetto agli effetti della crisi in Umbria. I dati ci descrivono una regione con un’economia ai minimi storici, con una disoccupazione in crescita e con imprese che non solo non riescono a perseguire lo sviluppo, ma che addirittura comprimono la produzione. La situazione è talmente seria che una fetta di contribuenti umbri non è nemmeno in condizione di onorare i propri debiti e si registra un’impennata delle procedure fallimentari. E’ chiaro ormai a tutti che occorre correre ai ripari e che le istituzioni sono chiamate ad individuare contromisure adeguate e soluzioni reali”.


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