Gruppo Novelli, al Mise è fumata nera | Fratelli divisi, si torna a Roma giovedì - Tuttoggi.info

Gruppo Novelli, al Mise è fumata nera | Fratelli divisi, si torna a Roma giovedì

Redazione

Gruppo Novelli, al Mise è fumata nera | Fratelli divisi, si torna a Roma giovedì

Spunta un fondo canadese | La nota di Mise, Regioni e Comuni | Durissima nota dei sindacati | I dubbi della famiglia Novelli
Lun, 28/11/2016 - 12:59

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Aggiornamento delle 21:00 – Si è raccolto sotto all’abitazione della famiglia dei fratelli Novelli, a Spoleto, un nutrito gruppo di lavoratori

Protesta

Presidio lavoratori a casa Novelli

che continuano a manifestare a seguito della lunga giornata di confronto tenutosi al Ministero dello Sviluppo Economico che ancora oggi non ha portato alla chiusura dell’accordo per la vendita del Gruppo Novelli. Presenti sul posto anche forze dell’ordine, per garantire la sicurezza e tenere sotto controllo i momenti di tensione della protesta.

I sindacati hanno già annunciato un nuova assemblea nella mattina di domani 29 novembre per stabilire le modalità con cui proseguiranno gli scioperi.

Aggiornamento alle 19:10 – Non tarda ad arrivare alle redazioni anche la dura nota dei sindacati sull’epilogo negativo dell’incontro al Mise.

 Si è tenuto oggi presso il Mise il tavolo della cabina di regia del Gruppo Novelli-Nuova Panem, alla presenza dei sindacati di categoria Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil, delle rappresentanze di tutti i siti del Gruppo, dei rappresentanti delle istituzioni coinvolte e della proprietà. Contestualmente sotto al Ministero centinaia di lavoratori, provenienti dai diversi siti, hanno manifestato, chiedendo una immediata e positiva soluzione alla vertenza. Il tavolo era stato convocato per verificare la disponibilità, da parte della famiglia Novelli, di sottoscrivere l’offerta per la cessione del Gruppo, condizione fondamentale per rilanciare lo sviluppo e difendere l’occupazione. Nonostante le diverse iniziative messe in campo nelle ultime settimane per evitare un probabile fallimento, che sarebbe dannoso prima di tutto per i 500 dipendenti e le rispettive famiglie che ne pagherebbero le drammatiche conseguenze, i legali della famiglia Novelli hanno confermato la loro indisponibilità. Una scelta irresponsabile, perfino vergognosa, alla luce dei tanti sforzi e sacrifici fatti in questi anni per garantire continuità produttiva ad un Gruppo che tuttora ha circa 120 Milioni di debiti. Ancora più grave il no della famiglia, che non ha fornito alcuna motivazione a tale scellerata scelta e non ha presentato alcuna soluzione alternativa, a partire dalla ricapitalizzazione necessaria per pagare gli stipendi arretrati dei lavoratori e le forniture necessarie per garantire la produzione. Chi oggi ha dato un ennesimo schiaffo ai lavoratori ed al futuro stesso dell’azienda, deve mettere mano al portafogli e cominciare a pagare di tasca propria.

Per questi motivi la lotta e la mobilitazione dei lavoratori andrà avanti fino ad una positiva soluzione della vertenza che dovrà sbloccarsi nelle prossime ore, visto che il Cda ha più volte dichiarato di non aver la liquidità necessaria per portare avanti l’azienda e pagare gli stipendi. Già oggi pomeriggio sono previste iniziative di protesta e domani mattina si terranno assemblee in tutti i siti per valutare come articolare le iniziative sindacali, a partire dalla proclamazione di un pacchetto di ore di sciopero.

Aggiornamento alle 17:30 – Fumata nera al ministero per il futuro del Gruppo Novelli. L’incontro è stato aggiornato a giovedì ma le posizioni rimangono distanti, con una posizione ora divisa anche tra gli stessi fratelli Novelli. A Roma oggi erano presenti anche i rappresentanti della famiglia Greco, interessata all’acquisto della holding proprietaria di vari marchi prestigiosi, tra cui Ovito, Interpan, Nuova Panem. I potenziali acquirenti (pronti a mettere sul piatto ben 135 milioni di euro) sono rimasti fuori dalla porta in attesa di sviluppi, sperando di chiudere la partita nella giornata odierna. Così però non è stato.

novelli2Al tavolo c’erano i rappresentanti della famiglia Novelli (presenti i legali dei soci di maggioranza Enzo, Ferdinando e Torquato). Che sono tornati a chiedere garanzie sul futuro del Gruppo e dei lavoratori. Nessun piano industriale, però, è spuntato al tavolo, nonostante il Mise spingesse per chiudere l’accordo. Un colpo di scena è arrivato quando dai Novelli è spuntata la notizia di un fondo canadese interessato ad acquisire l’azienda con sede in Umbria. I tempi tecnici per valutare la proposta, però, è emerso durante la riunione – in alcuni momenti molto accesa – non ci sarebbero. L’unica vendita quindi sul piatto rimane quella della holding calabrese. Che alla fine ha visto la disponibilità a firmare di Torquato Novelli (per lui era presente l’avvocato Francesco Donzelli). Diversa invece la posizione dei fratelli Enzo e Ferdinando, che hanno chiesto ancora tempo, manifestando la loro contrarietà alla vendita.

Alla fine il tavolo al Mise è stato aggiornato a giovedì, quando si spera possa cambiare qualcosa. Nel caso in cui la trattativa per la vendita saltasse definitivamente, l’unica alternativa sarebbe l’amministrazione controllata.

Intanto lavoratori e sindacati, che stanno tornando da Roma, annunciano una protesta imminente sotto le abitazioni degli imprenditori.

Le istituzioni: sconcerto e preoccupazione

Di pochi minuti fa la nota congiunta emessa dalle istituzioni dopo l’incontro odierno:

Il ministero dello sviluppo economico, la Regione Lazio, la Regione Lombardia e la Regione Umbria, unitamente al Comune di Amelia, al Comune di Spoleto e al Comune di Terni esprimono “sconcerto e preoccupazione per gli esiti dell’incontro odierno svoltosi presso il Mise sulla vicenda Novelli“. E’ quanto si legge in una nota diffusa dallo stesso Ministero. “Nel corso dell’incontro – si afferma nella nota – è stata presentata l’offerta vincolante da parte della società ‘Igreco’ sull’intero perimetro che garantisce la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali e che tiene conto di tutte le esigenze che in questi anni hanno manifestato le istituzioni centrali e locali e le rappresentanze dei lavoratori. Questa offerta, che l’attuale consiglio di amministrazione ha rappresentato come l’unica che presenta i requisiti necessari a garantire non solo la continuità aziendale ma anche la valorizzazione di tutti gli asset attraverso consistenti investimenti, è stata al momento accolta solo da uno dei tre soci di maggioranza del Gruppo, Torquato Novelli, mentre gli altri azionisti l’hanno rigettata senza alcuna motivazione né proponendo alternative. Le istituzioni – conclude la nota – esprimono pertanto profonda preoccupazione rispetto agli scenari che ne conseguono e alle gravi ripercussioni di ordine pubblico, sociale e sanitario che tale scelta può comportare. Invitano la proprietà ad assumersi tutte le responsabilità in ordine agli obiettivi di salvaguardia dell’azienda e dei posti di lavoro, che le Istituzioni stesse continueranno a perseguire con determinazione”. 


Oggi per il Gruppo Novelli è il giorno della svolta. Incontro  al Mise, Ministero dello Sviluppo Economico, per definire il capitolo finale di una vicenda economica del territorio, di una impresa dai forti connotati familiari, che ha tenuto con il fiato sospeso centinaia di lavoratori del Gruppo. Al Mise si discute infatti sulla possibile cessione dell’intero Gruppo ad una famiglia di imprenditori di origine calabrese.

Dopo il braccio di ferro dei giorni scorsi tra le istituzioni ed il Cda da una parte ed i tre fratelli Enzo, Ferdinando e Torquato Novelli dall’altra (CLICCA QUI), la situazione per i lavoratori si è fatta drammatica, senza stipendi e con lo spettro del fallimento.

novelli9Al tavolo di confronto di oggi ci sono tutte le parti coinvolte nella vertenza, compresa appunto la famiglia Novelli, proprietaria del Gruppo, che nei giorni scorsi aveva chiesto maggiori informazioni sull’acquirente interessato alla Novelli nel suo complesso, manifestando dei dubbi su di esso. Si tratta, secondo quanto trapelato nei giorni scorsi, di una holding calabrese  – attiva parzialmente nel settore agroalimentare oltre che in quello delle cliniche private ed alberghiero – pronta a mettere sul piatto non solo i 120 milioni di euro per ripianare i debiti, ma anche altri 15 milioni. Un’operazione, quindi, da 135 milioni di euro caldeggiata fortemente dallo stesso ministero e dalle Regioni coinvolte – come pure dai sindacati – su cui però i tre fratelli Novelli vogliono vederci più chiaro.

E’ per questo motivo che al Mise sono anche arrivati  dei bus con le delegazioni di operai di Latina e Muggiò e naturalmente quelli degli stabilimenti umbri che presidieranno la sede del Ministero in attesa delle decisioni odierne.

Una indiscrezione dell’ultima ora parla di  un incontro riservato in corso in questi momenti tra la famiglia Novelli e gli avvocati della stessa. L’obiettivo per tutti rimane quello di chiudere la partita entro sera.

Aggiornamenti  nel corso della giornata.

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