Lei ha 20 anni, lui 27. Abitano a Foligno, sono fidanzati già da qualche anno e si sono innamorati quando erano giovanissimi. Un sogno che sembrava realizzarsi, almeno nei primi mesi quando hanno iniziato a frequentarsi. Le uscite con gli amici, le vacanze insieme, le serate in discoteca e le domeniche a passeggio.
Lei era innamorata del suo lui, lei una ragazza di appena vent’anni, lui un ventisettenne. Il loro sembrava un rapporto da favola: innamorati sin da giovanissimi e poi sempre insieme, con gli amici, in vacanza, in discoteca, a cena, in giro nei week end e nella quotidianità.
I primi mesi, idilio totale, ma poi qualcosa cominicia a scricchiolare: lei comincia a preoccuparsi per quel fidanzato così possessivo, geloso, che alcune volte arriva persino ad alzare le mani.
La ventenne prova quindi a lasciarlo, e lui promette di rispettarla, la implora di non lasciarlo solo: ma purtroppo le minacce proseguono e la situazione precipita ancora.
Iniziano i maltrattamenti, sempre più gravi e addirittura con lesioni.
Lei non ha coraggio di denunciare i fatti, anzi lo tiene nascoso anche agli amici e cerca di tirare avanti nella speranza di un cambiamento ma niente: l’incubo continua.
Un mesetto fa trova finalmente il coraggio: si rivolge alla Polizia e parlando con un agente non entra nella specifico, ma il poliziotto intuisce che sotto ci sia ben altro.
La convince ad aprirsi e gli parla di lesioni, minacce e ‘attenzioni’ che ancora la stavano perseguitando.
Il profilo di uno stalker violento – spiegano gli uomini del Commissariato di Foligno diretti dal Vicequestore aggiunto Bruno Antonini – e così scatta la querela.
La polizia ascolta i testimoni e avvia le indagini, anche seguendo il ragazzo per valutarne la sua indole.
I poliziotti si rendono conto ben presto della pericolosità dello stalker e informano la magistratura: il pubblico ministero Patrizia Mattei, valutaleggendo le carte e intuisce a gravità della situazione e chiede misure incisive per bloccarlo.
Richiesta accolta dal Giudice per le indagini preliminari Nico D’Auria del tribunale di Spoleto, che dispone gli arresti domiciliari per il 27enne, atto decisamente più duro del semplice divieto di avvicinamento alla vittima.