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Giornale dell’Umbria, fumata nera anche in Regione | La ‘colpa’ è dei lavoratori

Redazione

Giornale dell’Umbria, fumata nera anche in Regione | La ‘colpa’ è dei lavoratori

Tavolo tecnico sulla crisi del quotidiano umbro, la trattativa si sposta in FIEG
Ven, 12/02/2016 - 21:01

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Un incontro di oltre 5 ore ma che di fatto non ha prodotto nulla, o quasi. Si è aperto questa mattina, venerdì 12 febbraio, in Regione, il tavolo tecnico di crisi sulla vicenda del Giornale dell’Umbria le cui sorti sono rapidamente precipitate a 4 mesi dall’acquisto della GEU1819 da parte della GIFER, di cui è amministratore unico l’investitore napoletano Giuseppe Incarnato.

Al centro dell’incontro nella Sala Rossa al Broletto, la possibilità di attivazione degli ammortizzatori sociali nei confronti dei 27 dipendenti della testata umbra, tra giornalisti e poligrafici. Ma, per il mancato raggiungimento di un accordo tra le parti, il tavolo è saltato senza produrre effetti.

Fuori dalle porte del tavolo ufficiale, si è data appuntamento gran parte della redazione di una delle voci che hanno costituito, per oltre un decennio, l’informazione locale. “Siamo qui per capire – spiega il giornalista del Giornale dell’Umbria, Massimo Sbardella – se e in quali tempi attivare gli ammortizzatori sociali e per stabilire che fine hanno fatto le nostre spettanze: mancato preavviso e TFR che, al momento, mancano all’appello”. Eppure la testata ha per anni usufruito del finanziamento pubblico per l’editoria e, ad agosto, dovrebbe ricevere ancora il contributo in quota fino ad agosto del 2015. “Somme che – aggiunge Sbardella – rappresentano un bel tesoretto che, di fatto, appartiene ai lavoratori, creditori e fornitori. Questo è l‘epilogo di una vicenda bruttissima. Se non ci saranno date risposte dalla nuova come dalla vecchia proprietà, potrà portare anche a conseguenza sul piano civile, giudiziario e penale”.

Al tavolo, voluto e ospitato dalla Regione Umbria, erano presenti oltre alla attuale proprietà – spesso assente ai recenti tavoli di trattativa – anche il Comitato di Redazione del  quotidiano e le sigle sindacali, ASU in testa, che si sono sin qui occupate della ‘questione GdU’. Assente la vecchia proprietà, che ne ha dato comunicazione tramite l’avvocato Ghirga, motivando: “perché non si ritengono responsabili di quanto accaduto negli ultimi mesi”, vista l’avvenuta cessione della testata. Anche se qualche dubbio in merito, sorge legittimo. Tanto i legali che tutelano alcuni giornalisti stanno valutando eventuali responsabilità anche della precedente proprietà che si configurerebbero da atti e dalle reciproche accuse tra nuova e vecchia proprietà.

Da parte sua, l’imprenditore Incarnato, ha sostenuto di “aver comprato un’azienda operativa con una grossa capacità di realizzazione, che prevedeva un’evoluzione nazionale”. La responsabilità del fallimento del progetto, sarebbe dunque imputabile  all’ammutinamento della redazione, rea, sempre a dire dell’editore, di non aver rispettato il piano industriale.

Un nulla di fatto, dunque, a fine della lunga giornata di proposte, rettifiche, rimpalli e contestazioni che ha trovato il punto di rottura proprio sulla mancata assunzione di responsabilità da parte dei lavoratori nel fallimento dell’azienda. L’ennesimo tentativo che non ha prodotto alcuna risposta concreta, come confermato ufficialmente dal comunicato congiunto del Comitato di redazione e sigle sindacali:  “L’incontro – spiega la nota – si è chiuso senza il raggiungimento di un accordo tra le parti. Al fine di tutelare i diritti dei dipendenti e garantire il percorso degli ammortizzatori sociali, Asu, Fnsi, Cgil Umbria e Slc Cgil Umbria nelle prossime ore chiederanno un tavolo ufficiale nazionale presso la Fieg”. La partita continua comunque, con un cambio del campo di gioco.

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