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Giornale dell’Umbria, la protesta va avanti e arriva a Gubbio

Senza lavoro, senza spettanze e senza un giornale su cui scrivere. Davanti alla sede del gruppo Colacem a Gubbio si è radunato un capannello di giornalisti e personale poligrafico della oramai defunta testata il Giornale dell’Umbria, attualmente in liquidazione. In mano i dipendenti tengono strette alcune copie dei vecchi numeri del giornale, con un po’ di nostalgia nel cuore, ma soprattutto con tanta preoccupazione.
I giornalisti e i poligrafici del Giornale dell’Umbria – spiega Andrea Giuli del comitato di redazione della testata – sono qui a Gubbio davanti alla sede del gruppo Colacem non solo per protestare per la chiusura di fatto della testata, ma soprattutto per richiamare la vecchia proprietà che ha editato il Giornale per ben 12 anni fino all’agosto scorso ad un atto di responsabilità, non solo morale, per quanto accaduto”. Una storia travagliata quanto breve, in realtà, che ha visto il Giornale dell’Umbria chiudere nel giro di 4 mesi, in un passaggio di mano tra la vecchia proprietà che fa riferimento al gruppo Colacem ad una nuova, la Gifer di Giuseppe Incarnato. Non solo la rabbia per un futuro negato, ma seri dubbi sull’effettivo pagamento delle spettanze di tutti i dipendenti. “Stiamo assistendo ad un palleggio di responsabilità tra la vecchia e la nuova proprietà che ci fa temere sul pagamento del nostro tfr ”.

Capitolo tfr. Ad oltre un mese dalla chiusura del giornale dell’Umbria, i dipendenti non hanno ancora ricevuto le spettanze dovute e, come chiariscono dal cdr, esistono seri dubbi e perplessità sul pagamento dello stesso perché mancherebbe a bilancio. La vecchia proprietà che fa riferimento alla Colacem assicura di aver messo il tfr a bilancio nel passivo e che quindi sarebbe in carico a Gifer che, al momento, non avrebbe però fatto sapere nulla sul pagamento di quanto dovuto.
In un rimpallo di responsabilità, intanto, 27 dipendenti, oltre ai collaboratori, si ritrovano senza stipendio e senza ammortizzatori sociali. “Chiediamo – continuano dal cdr – che qualcuno si assuma le responsabilità e intervenga”. Un’ora circa di sit-in davanti agli uffici di Colacem, da parte dei dipendenti che per l’occasione hanno sfoggiato striscioni e cartelli che, nel tempo di una pausa caffè dei manifestanti, sono stati prontamente rimossi.

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