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Gesenu Spa, Farabbi lascia | Frizioni tra Comune e socio privato

Le voci si sono rincorse in queste ore in Gesenu e nonostante dalla dirigenza della partecipata non ci siano conferme e viga il silenzio stampa, la notizia è di quelle annunciate: Stefano Farabbi, l’Amministratore delegato di Gesenu Spa, lascia il suo ruolo e non sarebbe disposto ad accettare l’impegno futuro, anche se l’azienda gli chiedesse di restare.. Tecnicamente non dimissioni (visto che l’incarico scade il 30 giugno), ma Farabbi starebbe solo aspettando l’approvazione del bilancio dell’azienda, per chiudersi la porta alle spalle con l’esperienza Gesenu.

Farabbi, divenuto Ad di Gesenu a luglio dello scorso anno, ha preferito non commentare la sua scelta, limitandosi a precisare che appunto non si tratta di dimissioni. Eppure all’origine di tutto, si vocifera ci siano le grosse frizioni tra la parte pubblica (per intenderci il Comune di Perugia, socio al 45%) e quella privata con Socesfin Srl (55%): in primis per le spese da sostenere per gli impianti, ma anche per via dei costi di gestione e di conferimento dei rifiuti fuori Umbria, dopo lo stop alle discariche di Borgogliglione e Pietramelina. Farabbi non è inoltre l’unico ad essere sotto i riflettori in azienda, in quando tutto il cda di Gesenu dovrà essere a giorni rinnovato con il presidente Luca Marconi e Alessandro Formica ormai in scadenza di mandato. La decisione spetterà al primo cittadino di Perugia, Andrea Romizi, e non è detto che Marconi e Formica intendano restare.

A complicare la situazione, poi, anche il piano regionale dei rifiuti ritenuto vecchio ed obsoleto, per via della presenza di 4 Ati sulle 4 discariche presenti in Umbria. Discariche ormai sature, fatta eccezione per Belladanza e Orvieto a cui resterebbero 2 anni di ‘vita’. Mancherebbe insomma un piano sinergico tra le singole aziende (ad oggi se ne contano 35) che gestiscono il sistema rifiuti in Umbria.

A dare comunicazione della “partenza” di Farabbi è anche Fp Cgil Igiene Ambientale dell’Umbria, che, con i rappresentanti Ivo Ceccarini, Fabrizio Cecchini e Daniele Ercolani, questa mattina ha incontrato i vertici di Gesenu per una trattativa di secondo livello. “I veti incrociati, posti in primo luogo dal socio pubblico – scrivono dai sindacati – lasciano l’amaro in bocca a chi come noi confidava che la situazione di Gesenu Spa si fosse incanalata in una fase di stabilità”. Secondo la Fp, “la mancata chiarezza su un piano industriale credibile e l’assenza di un piano regionale sui rifiuti pone in seria difficoltà le scelte della Direzione di Gesenu Spa che, venendo rinnovata ogni anno, non può programmare né attuare le linee guida di un eventuale piano”. 
Per la Fp Cgil dell’Umbria, insomma, la sensazione è che “il Comune voglia smarcarsi e rimescolare le carte, mettendo in discussione la propria partecipazione azionaria, anziché invece dettare le linee politiche di indirizzo per servizi efficienti e a costi contenuti”.
“Quanto sta avvenendo destabilizzerà ulteriormente i lavoratori già alle prese con una riorganizzazione non completata che potrebbe incrementare i disservizi e contestualmente essere propedeutica al mancato mantenimento degli attuali livelli occupazionali”, avverte ancora il sindacato che resta fermo sulla proprio posizione: “Serve un’azienda pubblica regionale”. Nessuna notizia di esuberi al momento per i 500 lavoratori impiegati in Gesenu, ma i sindacati restano attenti e vigilano sulla situazione.
Per questo la Fp Cgil Umbria ha già rinnovato la richiesta d’incontro con le proprietà di Gesenu Spa, privata e pubblica. Intanto il 14 giugno in Cgil al Bellocchio si terrà una riunione della funzione pubblica e una presentazione dello stato dell’arte di Gesenu con tutti i delegati del settore.

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